I protagonisti del giorno. Top e Flop del 7 maggio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MAURIZIO STIRPE

Ha scelto la platea (telematica) dell’assemblea della Piccola Industria di Unindustria, l’Unione degli industriali e delle imprese di Roma, Frosinone, Rieti, Viterbo e Latina. Davanti a centinaia di iscritti collegati on line non è andato per il sottile, Maurizio Stirpe.

Maurizio Stirpe Foto: © Imagoeconomica, Rocco Pettini

Appena confermato vicepresidente di Confindustria, Stirpe ha mantenuto le deleghe al lavoro e alle relazioni industriali. Le più importanti. È per questo che le sue parole sono state pesanti come macigni. (leggi qui Stirpe, assalto al Governo: «Scarsa competenza e sadico». Avviso ai sindacati).

Ha detto Stirpe: «Come il precedente, questo Governo non ama l’impresa: prende sistematicamente decisioni e assume provvedimenti che vanno nella direzione opposta a quella auspicabile per ottenere lo sviluppo del sistema delle imprese».

Poi la stoccata micidiale: «A volte – ha aggiunto – è un problema di scarsa competenza. A volte è più sottile, come se ci fosse un gusto quasi sadico a rendere ancora più tortuoso il cammino dell’imprenditore». E ha concluso: «La dice lunga anche il cambio di atteggiamento del sindacato nei confronti del sistema delle imprese: da circa 8 mesi ha privilegiato il dialogo diretto con il Governo, considerando poi marginale il colloquio con il sistema delle imprese».

Un siluro lanciato nei confronti del premier Giuseppe Conte e del Movimento Cinque Stelle, ma anche del Pd di Nicola Zingaretti e di Italia Viva di Matteo Renzi. La lettura è semplice: Confindustria va alla guerra.

Comandante.

MARIO ABBRUZZESE

Ha dimostrato coraggio e “sana incoscienza” nel rispondere alle sollecitazioni di AlessioPorcu.it. Ma ha fatto capire che la politica è una passione, che non si esercita soltanto quando si è presidente del consiglio regionale del Lazio. Da generale cioè. Lo si fa anche da consigliere comunale di Cassino. Da soldato semplice.

Mario Abbruzzese – Foto: © Daniele Scudieri, Imagoeconomica

Ha detto Abbruzzese: «La stazione del Treno ad Alta velocità doveva essere realizzata tra Roccasecca e Cassino, lo dico in base ad un impegno che era stato preso nel 2019 quando ero riuscito a mettere sul tavolo di concertazione gli attori principali per portare questo grande risultato sul territorio». (leggi qui La mia Cassino in mano a parlamentari senza idee).

L’attacco al Treno ad Alta velocità è un pretesto. Il vero obiettivo è il fantasma della sconfitta elettorale maturata alle scorse Politiche: quando una sconosciuta candidata di Frosinone del M5S gli ha tolto il seggio da Parlamentare. Oggi Mario Abbruzzese si toglie la soddisfazione di dire che quella di due anni fa è stata una sconfitta sua ma adesso è la sconfitta di un territorio che nessuno ha difeso, dove lo stabilimento Fca è al collasso per via delle assurde politiche su inutili bonus andati ad auto che in Italia non si producevano; se li avessero usati per la rottamazione delle auto inquinanti, a Cassino Plant non avrebbero mai spento gli impianti.

Abbruzzese lo dice a costo di apparire patetico: «Il problema è che questo territorio, come conseguenza, ora si trova scoperto di idee. Nessuno ha una visione e io invece ho immaginato un nuovo modello di mobilità».

La rabbia e l’orgoglio.

PAOLO ORNELI

Entrato in punta di piedi, scambiato da molti per un rimpiazzo, Paolo Orneli ha dimostrato cosa significhi la competenza unita alla politica. Ha preso il posto di un assessore che la Regione Lazio ha prestato al Governo Conte 2, andando ad occupare un dicastero strategico: nel quale passa tutto ciò che sia sviluppo. Se qualcuno pensava che fosse poco più di un tecnico è meglio che aggiorni l’agenda: è il turbo che si aziona nel momento in cui meno te lo aspettavi e più ti serviva.

Finita la Fase 1 e andato in retrovia l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ecco che dalla squadra di Zingaretti ti spunta un assessore che conosce tutte le strade con cui raggiungere l’obiettivo della Fase 2: la riaccensione del sistema economico del Lazio. Ha incontrato parrucchieri, estetiste, commercianti, ristoratori, baristi, balneari ed in agenda avrà forse anche circensi e ammaestratori: a tutti ha dato una risposta competente e soprattutto da ognuno ha preso appunti e fatto suoi i suggerimenti. Un tempo si chiamava concertazione.

Il risultato: su di lui non si è levata una sola parola di critica. Nonostante la crisi ed i ritardi del sistema.

Il turbo che non ti aspetti.

FLOP

IL GOVERNO (TUTTO)

I sondaggi gli sorridono. Ma poi c’è la politica. Alla Camera è arrivato il decreto liquidità per le imprese. (leggi qui Il sondaggio che blinda Conte e che mette all’angolo maggioranza e opposizione).

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con i ministri Di Maio e Speranza

L’Huffington Post infierisce: «La situazione di difficoltà lo farebbe immaginare blindato. E invece no. La sola maggioranza ha presentato più di mille emendamenti, 1025 per la precisione: 476 il Partito Democratico, 304 il Movimento 5 stelle, 154 Italia viva, 91 Liberi e uguali. Alcuni verranno stralciati, su altri si troverà un’intesa, ma il dettaglio particolare rivela una generale insoddisfazione sulla strada imboccata per far ripartire il Paese».

«Senza contare che, escludendo il decreto maggio e tenendo conto di un Parlamento che lavora a regime ribassato, si rischia l’ingorgo per i sei decreti che ancora attendono di essere convertiti tra Camera e Senato. Senza contare quello sulle Semplificazioni già annunciato da Conte, e l’altro, sulla retromarcia sulle scarcerazioni, annunciato proprio oggi da Alfonso Bonafede».

Nella stessa giornata del “caso Bellanova”, la ministra di Italia Viva che è andata allo scontro frontale con i Cinque Stelle. (leggi qui Emersione del lavoro nero, scontro tra Italia Viva e Cinque Stelle).

Il premier Giuseppe Conte fa finta di nulla, i leader dei Partiti pure. Ma in piena emergenza economica la maggioranza pensa all’assalto alla diligenza e il Governo non è capace di dare una linea.

Non si salva nessuno.

PASQUALE CIACCIARELLI

A Sora l’accordo tra Lega e Fratelli d’Italia per il candidato sindaco c’è. Lo ha sostanzialmente confermato l’onorevole Francesca Gerardi, coordinatore provinciale del Carroccio. (leggi qui Lega – Fdi, l’accordo per Sora c’è ed è blindato).

Pasquale Ciacciarelli

Poi AlessioPorcu.it le ha chiesto: “Dal momento che Forza Italia ha già dichiarato il suo appoggio, resta l’area di Caschera e Cambiamo: in altre parole la componente Ciacciarelli”.

Questa la risposta della Gerardi che, vale la pena ricordarlo, oltre ad essere deputata è il Coordinatore Provinciale della Lega: «La Lega è una sola, non esistono correnti. Pertanto, non esiste alcuna corrente Ciacciarelli».

Il che, dal punto di vista della Lega, non fa una grinza. Ma dal punto di vista di Pasquale Ciacciarelli cambia tutto: il consigliere regionale in poco più di un anno è uscito da Forza Italia per andare con Giovanni Toti in Cambiamo. Breve permanenza e successiva adesione alla Lega.

Ma quel «non esiste alcuna corrente Ciacciarelli» sembra suonare anche così: non è che lo abbiano seguito in molti.

Dormi preoccupato.