Allarme siccità: “Un piano prima che il deserto arrivi nel Lazio”

L'allarme siccità lanciato durante l'assemblea dello Snebi, il sindacato degli Enti di Bonifica. I numeri del dramma. Gargano: "Subito i progetti esecutivi”. Il deserto è alle porte. Renna (Anbi Lazio) cerca le best pratics in Veneto

L’Italia ha sete: dal Lazio all’Emilia Romagna, dalla Basilicata alla Puglia. Rischiamo di finire inghiottiti nel deserto, bruciati dalla siccità. L’allarme parte da Roma e viene lanciato durante la giornata di studio promossa dallo Snebi, il Sindacato nazionale degli Enti di Bonifica. I numeri parlano chiaro: non piove, le riserve idriche sono sempre più basse, siamo nel pieno di una crisi climatica della quale non si conoscono gli esiti.

Il presidente ed il direttore nazionale di Anbi

Il direttore nazionale Massimo Gargano non perde tempo a guardare né le nuvole né il passaggio delle rondini. Non cerca segni propizi. E chiede a tutti gli enti di Bonifica sparsi sul territorio d’Italia di “tenere pronti nel cassetto i progetti esecutivi”. Vuole progetti: per tutelare l’acqua, proteggerla, recuperarne il più possibile, impiegarne lo stretto necessario. Lo fa dalla sala delle conferenze del Nh Hotel di corso d’Italia, presenti tutti i vertici delle articolazioni regionali dell’Anbi.

I numeri

I numeri sono drammatici. I bacini idrici sono in sofferenza. E lo sono soprattutto al Nord. Ma allo stesso tempo sono Puglia e Basilicata a destare le maggiori preoccupazioni. Il Lazio ancora tiene ma questa situazione potrà durare ancora per poco.

Le rilevazioni compiute dall’Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche del Paese certificano la progressiva discesa dell’acqua disponibile nei bacini meridionali. In Puglia le riserve idriche si sono addirittura dimezzate in 12 mesi: oggi ci sono 140milioni di metri cubi mentre un anno fa erano 280 milioni. La misura del dramma la fornisce un dato in particolare: in due settimane (21 gennaio – 3 febbraio) sono stati persi ben 35 milioni di metri cubi.

La sede dell’associazione dei Consorzi di Bonifica del Lazio

Nella sala delle conferenze i numeri continuano ad uscire dai computer ed apparire sulle slide del proiettore. In Basilicata manca all’appello un terzo delle risorse idriche che erano disponibili a febbraio 2019; si è scesi dai 258 milioni di metri cubi disponibili un anno fa ai 144 milioni di ora. E non solo: anche qui in 15 giorni sono spariti 43 milioni di metri cubi; nell’invaso più capiente a Monte Cotgno ci sono 102 milioni di metri cubi in meno.

E si va avanti così con l’Emilia Romagna che è ‘a macchia di leopardo’ e via via tutti gli altri.

L’allarme di Gargano

Non c’è più tempo. Il direttore nazionale Massimo Gargano lo aveva detto poco meno di un anno fa. (leggi qui L’allarme di Gargano: «Il clima cambia, salviamoci finché siamo in tempo». A dicembre era stato in tv per dirlo a tutti. (leggi qui Gargano, la mia battaglia contro il deserto per evitare che raggiunga il Lazio).

Qualcuno si è mosso. Molti no. Ora è arrivato il momento che si muovano tutti. Per questo vuole “i progetti esecutivi pronti nei cassetti. Per tirarli fuori e trasformarli in cantieri, in opere con le quali difendere il suolo”.

Chi li finanzierà? La domanda non sembra preoccupare il direttore nazionale Anbi. I numeri dicono che la situazione è talmente in bilico che tra poco sarà un’emergenza continentale. E allora le risorse saranno l’ultimo dei problemi. Ma se non ci sono i progetti pronti si perderà altro tempo.

Lancia il progetto di un Green New Deal, un piano nazionale per la difesa del suolo e la tutela del clima. Ma serve anche uno scatto. Per Massimo Gargano “I Consorzi di Bonifica devono completare la loro trasformazione in enti smart ed operativi sul territorio, la linea di difesa del suolo e del clima”.

Le best di Renna

Andrea Renna © AG. IchnusaPapers

Il Lazio si sta attrezzando. Occorre un piano strategico. Da sviluppare all’interno dello Statuto Anbi Lazio che è stato approvato di recente.

Grazie alla Regione Lazio i primi finanziamenti sono arrivati, anche qui però servono progetti esecutivi. Il direttore regionale Andrea Renna ha esaminato la situazione nelle regioni in cui il sistema ha prodotto i migliori risultati. Si è concentrato in particolare sul Veneto. Terra che con l’idraulica non può scherzare.

Ha chiesto una raccolta delle best pratics attuate e realizzate nei consorzi. Avviato una fase di studio. Vuole importarli nel Lazio. Subito. prima che arrivi il deserto. Con uno spirito di squadra. Vera.