Il centrodestra sbatte i pugni. E salva la candidatura di Ruggeri

La cronaca di una giornata ad altissima tensione. Ruggeri ad un passo dal valutare la rinuncia alla candidatura. Le telefonate di fuoco di Fazzone e Ruspandini. Il ruolo di Caschera. L'estintore di Ciacciarelli. E la foto nello studio del dottore

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La cronaca di una giornata ad alta tensione finisce con uno scatto fotografico realizzato con il cellulare. Ritrae il candidato sindaco di Sora per il centrodestra e l’uomo forte della Lega in città: sorridono, sono abbronzati, nessuna traccia delle tensioni che la notte precedente hanno portato tutto al limite della rottura. Appena dodici ore prima di quello scatto il dottor Giuseppe Ruggeri è stato ad un passo dal dietrofront e dalla rinuncia alla candidatura; a spingerlo più di tutti verso il ritiro era proprio il capo dei leghisti Lino Caschera.

Lo ha fatto lunedì sera durante la riunione pretesa da tutti gli alleati con il loro candidato sindaco. Per rimproverargli le sue assenze e le sue mancanze. Reclamando un chiarimento ed una conferma definitiva. O una rinuncia. (Leggi qui Ruggeri messo all’angolo dai suoi. L’altro fronte punta su La Rocca).

Le tre telefonate che riassumono la giornata

Nicola Ottaviani, Massimo Ruspandini, Claudio Fazzone

C’è un buco temporale prima di quello scatto fotografico. E durante quel periodo c’è stata una serie di telefonate e di pugni sbattuti sul tavolo. Il più irruente è stato il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone: al cellulare ha gridato al suo collega leghista Claudio Durigon qualcosa che suona più o meno “Voi non controllate il partito a Sora, lo controllano Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli. Se non siete nelle condizioni di fare accordi politici non venite a firmare patti con noi. Se gli uomini di Ciacciarelli si tirano indietro riterremo responsabile la Lega, su tutti i tavoli”.

Più affilato ma meno tonitruante il senatore Massimo Ruspandini, presidente provinciale di fratelli d’Italia al telefono con il suo omologo della Lega Nicola Ottaviani. “Tu oramai a furia di leggere Alessioporcu.it ti sei convinto di essere uno statista: ma lo vuoi capire che qui a Sora non controlli il Partito? Se vi sfilate rompiamo tutti i tavoli e non solo nella provincia di Frosinone”.

La terza telefonata è quella fatta dal responsabile provinciale Organizzazione della Lega, il presidente di Commissione regionale Pasquale Ciacciarelli per parlare con Lino Caschera. Si conoscono da una vita, sono organici l’uno all’altro: politicamente insieme dai tempi in cui militavano in Forza Italia e Ciacciarelli guidò il partito verso l’alleanza vincente. “Lino, mi dispiace ma ti devi fermare. Abbiamo sottoscritto un patto e dobbiamo rispettarlo. Noi glielo avevamo detto da subito che con questo candidato sarebbero usciti i problemi che ora sono sotto gli occhi di tutti. Ma adesso è il candidato della coalizione. È il nostro candidato. E andiamo avanti”.

Lino Caschera attacca. Capisce. Chiama il dottor Ruggeri, lo raggiunge nel suo studio di Oculista e lì scatta la foto che mette fine ad una giornata ad altissima tensione.

Ruggeri ad un passo dalla rinuncia

Giuseppe Ruggeri

Tensione talmente alta da portare il candidato sindaco del centrodestra Giuseppe Ruggeri, espressione di Fratelli d’Italia, a valutare la possibilità di ritirarsi. Proprio in considerazione di quanto accaduto nelle scorse ore.

I Partiti del centrodestra, cioè quelli che lo hanno candidato, lunedì sera lo hanno messo di fronte alle sue responsabilità. Non vuole rinunciare agli impegni presi con i pazienti, non vuole allentare la presa con i suoi assistiti. E nemmeno trascurare gli impegni familiari. I Partiti gli hanno detto a brutto muso che fare il sindaco di Sora è una missione che non concede spazio per altro. Che non si può risolvere con una presenza di poche ore in municipio. Il sindaco di Sora – gli hanno spiegato – è sindaco ventiquattrore al giorno.

Un assedio che ha portato Giuseppe Ruggeri a valutare se restare o no. Soprattutto considerando una forma di sfiducia personale ciò che gli era appena stato detto. A dirgli che un ritiro non era tra le opzioni possibili sono stati i vertici di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Che un istante dopo avere puntato i piedi hanno preso i telefoni e cominciato a blindare la candidatura.

Il coraggio di Coraggio Italia

Mario Abbruzzese

Nel timore che il dottore potesse cedere c’era già chi si era assunto l’onere di lavorare per costruire l’alternativa, in caso di emergenza.

Un lavoro che nessuno conferma ma che in realtà era cominciato già nelle scorse settimane e che sabato era culminato in un pranzo a cui tutti negano di aver partecipato (leggi qui Ruggeri messo all’angolo dai suoi. L’altro fronte punta su La Rocca).

Lino Caschera nega e giura che “ero a pranzo a casa” e che comunque “non sono in trattativa con nessuno. Ruggeri deve solo dire se vuole o no fare il candidato sindaco”. E ora viene fuori che neanche Agorà era a quel pranzo. O meglio, non c’erano l’imprenditore Alberto La Rocca e il commercialista Sandro Donarelli che “era con me in barca”. Parola di Alberto La Rocca. Non conferma ma neanche nega, Coraggio Italia che lunedì sera ci ha messo la faccia durante quella riunione, che si è svolta come da programma a partire dalle 21 (minuto più minuto meno). 

C’è chi dice che gli uomini di Coraggio Italia, Gianni Iacobelli e Mario Tuzi, sarebbero andati lì per rompere. E con ogni probabilità prima o poi lasceranno la coalizione, anche se il coordinatore regionale Mario Abbruzzese nega e giuraNoi resteremo leali al candidato del centrodestra” . Ma le questioni che hanno posto erano di carattere pratico e hanno indotto a riflettere anche gli altri. Hanno chiesto a Ruggeri di essere “la locomotiva”. Lo vogliono “più presente e più attivo” perché in campagna elettorale “ci sono dei sacrifici da fare”.

La risposta che si sono sentiti dare è coperta dal massimo riserbo ma non sarebbe stata di loro gradimento.

La Lega tace

Caschera, Di Ruscio ed il sindaco uscente De Donatis

Un discorso a parte vale per la Lega del consigliere uscente delegato alle Manutenzioni Lino Caschera e dell’assessore al Welfare Veronica Di Ruscio. Hanno praticamente taciuto. Probabilmente per non gettare benzina sul fuoco. Del resto, quello che aveva da dire Lino lo aveva detto alla vigilia.

Per lui e per la Lega non era in discussione la candidatura di Ruggeri. Era in discussione la sua volontà o meno di portarla avanti con determinazione. Infatti, i due hanno lasciato la riunione verso le 22:30 per un altro impegno. Le uniche parole attribuite a Caschera suonano più o meno così: “Ci dobbiamo organizzare altrimenti ci fanno secchi. Altro che pranzi e cene…” volendo forse alludere al pranzo di sabato a Villa Del Poggio a cui, secondo alcuni, anche lui avrebbe partecipato per studiare un’alternativa a Ruggeri. Che potrebbe essere Alberto La Rocca o (molto più probabilmente) Ernesto Tersigni.

Di sicuro l’affermazione di Caschera conferma la sua volontà di andare avanti con questa coalizione ma soltanto a determinate condizioni e con un certo tipo di impegno. Che a quanto pare Ruggeri non avrebbe garantito. Il sindaco è disposto a farlo: ma senza rinunciare alla sua professione e nemmeno ai suoi pazienti.

Fratelli d’Italia in crisi

Massimiliano Bruni e Lino Caschera

Poi ci sono le state le domande, da più fronti ritenute legittime, di altri candidati che volevano sapere “quando parliamo di programma, quando facciamo la campagna elettorale…” e via di questo passo.

E alcune fonti che riferiscono di aver più volte sentito il dottor Ruggeri pronunciare la frase “mi ritiro”. Avrebbe lasciato intendere che di tempo non ne ha molto. Al punto tale che anche dentro lo stesso Partito dei Fratelli d’Italia, cioè quelli che fino allo stremo si sono battuti per il centrodestra unito e per la candidatura di Ruggeri, ci si sarebbe cominciati a porre il dubbio circa l’opportunità di studiare un’alternativa.

Un dubbio atroce perché Ruggeri è uno stimato professionista e il suo nome passa bene fra la gente. Al punto tale che tutti gli osservatori della realtà politica sorana dal momento in cui è stata ufficializzata la sua candidatura lo hanno sempre dato automaticamente al ballottaggio.

Un ritiro perché l’attività di sindaco non è conciliabile con quella di medico? No, per la linea presa dalla Lega: per Ruggeri andava interpretata come un chiaro segnale di sfiducia personale e di volontà d’andare su un altro nome.  

Se telefonando… si salva Ruggeri

Pasquale Ciacciarelli (Foto Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

A conferma di tutto ciò c’è la telefonata di fuoco di cui si narra fra il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone e quello della Lega Claudio Durigon. “Non sei in grado di reggere i tuoi – avrebbe detto Fazzone a Durigon -. A Sora Abbruzzese (Mario, coordinatore regionale di Coraggio Italia – n.d.r.) sta facendo saltare la candidatura di Ruggeri”.

E ancora: “A Sora non avete il controllo del Partito perché Caschera risponde ad Abbruzzese e Ciacciarelli. Zicchieri mette i like sotto i post di altri candidati a sindaco (leggasi Luca Di Stefano – n.d.r.) e Francesca Gerardi ha piazzato i candidati nelle sue liste (leggasi sempre Di Stefano)”. La telefonata sarebbe finita con un “decidete cosa volete fare”.

L’atteggiamento di cui si accusa la Lega oltre che Forza Italia avrebbe infastidito anche Fratelli d’Italia. Al punto tale che il senatore Massimo Ruspandini a sua volta ha telefonato al coordinatore provinciale Nicola Ottaviani.

Poi la chiamata fatta da Pasquale Ciacciarelli. Lino Caschera è andato in ambulatorio dal dottor Ruggeri. E lì hanno chiarito: faccia il sindaco come vuole, se è capace di conciliare tutto buono per lui. Ma il candidato sindaco, almeno quello, deve farlo a tempo pieno. Poi lo scatto con lo smartphone: che ha messo fine ad una giornata ad altissima tensione.