L’ora del consiglio dalle grandi tensioni. Tutte interne.

Foto © Ettore Cesaritti

Si riunisce domani il consiglio comunale di Anagni. Nel quale le tensioni sono tutte interne ai due blocchi. Il sindaco è dirigente provinciale di Forza Italia, ma proprio da lì arrivano le tensioni. Le sirene della Lega. I dubbi di Tagliaboschi

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Il consiglio comunale che si terrà ad Anagni domani mattina dalle 10.30 in poi rischia seriamente di essere uno dei più seguiti e spettacolari degli ultimi tempi. Al netto delle prevedibili polemiche che arriveranno dalle questioni relative al Bilancio presenti all’ordine del giorno (e che finiranno per rimettere in evidenza, come già accaduto, la figura dell’assessore Carlo Marino), l’assise in programma domattina presenta almeno due grandi motivi di interesse per la politica locale (e non solo); uno riguardante la maggioranza ed uno l’opposizione.

Il sindaco Daniele Natalia al tavolo del Coordonamento Provinciale

Per la maggioranza, il consiglio di domani si svolge dopo la riunione del Coordinamento provinciale di Forza Italia che si è tenuta l’altra sera ad Arpino. Alla presenza di tutti i pesi massimi del Partito, da Quadrini in giù. Scopo della riunione: serrare le fila in vista delle prossime scadenze politiche. E dare un’immagine di coesione ed unità. Ma è stata (leggi qui La rabbia di Forza Italia: “Ci hanno lasciati soli”).

Al coordinamento c’era anche il sindaco di Anagni Daniele Natalia, nella sua veste di sub commissario provinciale responsabile per l’area Nord della provincia. Proprio da Forza Italia, cioè il Partito del quale è tra i massimi dirigenti provinciali, stanno arrivando le principali tensioni interne per il sindaco.

Le tensioni interne

Quali tensioni? Quelle legate alla posizione di Pierino Naretti che qualche giorno fa ha riconsegnato la sua delega consiliare; ufficialmente per motivi di salute; in pratica per una serie di contrasti tra lo stesso Natalia ed il referente locale di Forza Italia, quel Guglielmo Rosatella che avrebbe voluto diventare assessore ai Lavori Pubblici, ma è stato stoppato nelle sue ambizioni proprio dal primo cittadino.  

Poi quelle relative al rapporto con la Lega; il vicesindaco Vittorio D’Ercole da tempo tende a manifestare la sua diversità dalla maggioranza di cui pure fa parte. Il suo ruolo di referente della Lega lo rende l’interlocutore naturale per buona parte degli scontenti in fuga da Forza Italia. Cioè il Partito del sindaco del quale lui è vice.

Il consigliere Pierino Naretti. Foto © Ettore Cesaritti

Tra quelli che in questi giorni hanno interloquito c’è proprio Pierino Naretti. Che, qualche giorno fa, è stato visto prendere un caffè con D’Ercole e con lo stesso Rosatella, appena qualche ora dopo la riconsegna delle deleghe consiliari. Insomma la Lega potrebbe legittimamente espandersi in città. A discapito di Forza Italia. Legittimo, ma certamente non salutare per gli equilibri della maggioranza anagnina.

Il ruolo di Marino

Una maggioranza che deve metabolizzare anche il caso Marino; l’assessore al Bilancio è da qualche tempo al centro di una serie di polemiche e discussioni. Come il caso dei manifesti natalizi colmi di errori (leggi qui); il consiglio delle variazioni al Bilancio degenerato in polemiche che hanno portato all’uscita della minoranza dall’aula consiliare (leggi qui); l’assenza durante la commissione Bilancio di qualche giorno fa, con relativa discussione, culminata nella frase “le commissioni consiliari così come sono non servono a niente” ( cit. anagnia.com), che ha creato parecchie discussioni.

Ce n’è abbastanza per pensare ( e qualcuno in maggioranza lo sta facendo) ad una rivisitazione del ruolo di Marino.

Se Sparta piange…

Per l’opposizione invece, la discussione riguarda la sorte ed il destino politico di Sandra Tagliaboschi, consigliere comunale del Pd e candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra alle comunali del 2018. Quelle finite con un tracollo, che in molti hanno provato ad addebitare proprio alla Tagliaboschi.

Sandra Tagliaboschi

Da allora in poi il consigliere ha esercitato il suo ruolo in maniera inappuntabile. Il problema politico è l’assenza di un vero raccordo con la sezione Dem cittadina, unito al disinteresse della segreteria provinciale Pd a ricostruire un grande polo ad Anagni. Il che sta portando a far emergere solo la figura del consigliere. Non il ruolo politico del Pd.

Manca poi una vera e propria attività d’opposizione collettiva. Anche perché, va riconosciuto, mettere assieme Pd e Casapound non è obiettivamente facile.

Ora. Nel consiglio di domani la Tagliaboschi sembra non ci sarà. Ufficialmente per una questione personale. Ma in tanti sembrano già pronti, se l’assenza fosse confermata, ad imputarla ad una progressiva disaffezione della consigliera dal suo Partito.

Del resto, è dal momento in cui è iniziata l’avventura di Italia Viva, e dopo il passaggio al partito di Renzi dell’ex segretario locale del Pd Teresa Neri, che si parla di un possibile passaggio della Tagliaboschi e di tutta la sua famiglia) al gruppo renziano. (Leggi qui Anagni, via alla grande fuga dal Pd)

Che tra i Tagliaboschi ed una parte consistente del Pd anagnino non corra buon sangue non è un mistero per nessuno. Che i contatti con i renziani ci siano stati e ci siano ancora, non è ignoto. L’assenza di domani, sempre se confermata, potrebbe essere un passo avanti ulteriore in tal senso.