Pd e Forza Italia, le verità negate

Ci sono verità che i Partiti continuano a fingere di non vedere. Nonostante siano sotto i loro occhi. Gli scenari stanno cambiando. E questa è l'ora del coraggio. Ma molti resteranno fermi

A quasi due mesi dalle elezioni politiche del 4 marzo la classe politica locale continua non soltanto a non effettuare l’analisi del voto, ma a negare l’evidenza di quella tornata.

Al netto del vento nazionale, alcune cose sono successe. Il Partito Democratico non ha avuto la forza di impuntarsi sul fatto che Francesco De Angelis doveva essere schierato nel maggioritario (è una macchina da voti, come ha dimostrato con la doppia elezione di Mauro Buschini e Sara Battisti). E che Francesco Scalia doveva essere capolista nel proporzionale alla Camera. Ritagliando un ruolo importante anche per Nazzareno Pilozzi.

In questo modo forse non si sarebbe arrestata l’onda grillina e del centrodestra. I risultati sarebbero stati diversi. Invece nessuna ribellione  e alla fine Matteo Renzi ha blindato soltanto i suoi dappertutto.

Adesso, davanti all’ennesima iniziativa “solitaria” di Matteo Renzi (leggi qui Zingaretti contro Renzi: «Non può consumare il Pd in questo modo»), i big dei Democrat annunciano battaglia.

 

E’ l’ora del coraggio, anche in provincia di Frosinone. L’ex segretario Simone Costanzo (che fa parte dell’area di Franceschini) ha la sua occasione per dire come la pensa sull’attuale guida del Pd, che veleggia di sconfitta in disfatta. Ma anche Nazzareno Pilozzi e Maria Spilabotte potrebbero dire la loro dopo essere stati sacrificati (unitamente a Francesco Scalia) sull’altra dei big romani e nazionali nella formazione dei listini proporzionale. Il reggente Domenico Alfieri, parafrasando Maurizio Martina, se la sente di continuare a guidare il partito in queste condizioni?

 

Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti devono scegliere una volta per tutte: Nicola Zingaretti o Matteo Orfini. Le posizioni dei due sono inconciliabili. Il presidente della Regione ha attaccato frontalmente Renzi, mentre Orfini sembra l’ultimo dei pasdaran dell’ex rottamatore. De Angelis non ha nulla da temere o da perdere: i voti sul territorio sono i suoi.

Ma pure Marino Fardelli, Lucio Fiordalisio, Norberto Venturi, Sarah Grieco, Barbara Di Rollo, Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Enrico Pittiglio, Germano Caperna e tutti gli altri dovrebbero effettuare una scelta di campo.

Anche Antonio Pompeo, che ha l’occasione di ricompattare e rilanciare l’area guidata da Francesco Scalia. Area della quale il punto di riferimento era Luca Lotti, ma è ormai evidente che il progetto politico di Renzi tende o all’isolazionismo oppure alla creazione di un partito nuovo, sull’esempio di Emanuel Macron.

 

I Cinque Stelle, dopo la fiammata alle politiche, alle amministrative non riescono ad incidere. In provincia di Frosinone è la stessa cosa: senza il voto di opinione sono un partito che difficilmente supera la doppia cifra.

Il centrodestra fatica a fare i conti con quanto è successo: la sconfitta di Mario Abbruzzese alla Camera sud si è consumata a Cassino. Il dato è solo quello, perché significa che c’è stata una resa dei conti in casa.

A Frosinone, per esempio, Nicola Ottaviani e Adriano Piacentini hanno votato e fatto votare Pasquale Ciacciarelli. Rompendo perfino l’accordo con Antonello Iannarilli. Le fibrillazioni al Comune di Cassino testimoniano non solo le difficoltà del sindaco Carlo Maria D’Alessandro, ma anche un nuovo capitolo nei rapporti all’interno del centrodestra.

 

La Lega di Francesco Zicchieri sta arruolando amministratori dappertutto e ha un’intesa forte con Fratelli d’Italia di Massimo Ruspandini e Paolo Pulciani. Forza Italia fatica a rispondere. Il rischio è, lo si vedrà alle Provinciali (dove votano sindaci e consiglieri), che la Lega faccia il pieno di voti ponderati. Per poi trasferire quel risultato alle politiche e alle europee.

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