Per mandare via Paola Villa hanno rinunciato a 2 milioni

Per mandare a casa il sindaco Paola Villa e la sua amministrazione, Formia ha rinunciato a 2,369 milioni di euro. Quelli che avrebbero riequilibrato il Bilancio. Lo rivela la relazione che farà scattare ora lo scioglimento del Consiglio. Le accuse del sindaco.

Si poteva salvare. L’amministrazione del sindaco Paola Villa era nelle condizioni contabili di arrivare fino alla fine del suo mandato nel 2023. Non c’è stata la volontà politica di salvarla: c’è stata la chiara intenzione di staccarle la spina. Non lascia spazio a dubbi la relazione del commissario Maurizio Alicandro, inviato dal prefetto di Latina ad esaminare i Bilanci dopo che il Consiglio Comunale non ha provveduto al riequilibrio dei conti. (Leggi qui Formia, Paola Villa affonda: “Si va a casa con dignità”).

Cosa significa? Dal punto di vista tecnico: i conti del Comune di Formia non erano in equilibrio per via del Covid che ha cambiato la vita delle persone, fatto crollare le entrate, moltiplicato le uscite per sostenere famiglie e negozi. Dal punto di vista politico: sarebbe bastato dire a cosa si intendeva rinunciare nel 2021 per riequilibrare il Bilancio e tenere in vita l’amministrazione. Non approvare il riquilibrio è stato il segno di una chiara volontà politica di tornare alle urne.

Le accuse di Paola Villa

Paola Villa

Troppo semplice. Troppo lineare. E anche troppo limpido per una consiliatura finita nei veleni. Ad alimentarne altri è stata la sindaca Paola Villa. Lo fa con un lungo post sulla sua bacheca Facebook.

Lancia precise accuse politiche, Paola Villa. «È doveroso sottolineare che la variazione di Bilancio proposta per il Consiglio garantiva il mantenimento degli equilibri. Lo garantiva in quanto consentiva la copertura delle mancate entrate legate all’emergenza covid-19. (Tosap, Imu per immobili turistici, sanzioni codice della strada, introiti parcheggi, tassa di soggiorno)».

«Come sappiamo, la delibera in questione non ha trovato la maggioranza dei consiglieri comunali favorevoli».

Poi la prof passa ai numeri: «Le minori entrate del Comune di Formia ammontano a 1.249.698.06 euro. Queste sarebbero state coperte con i fondi assegnati dal Governo al Comune di Formia, pari a 2.369.689,38 euro. Mentre la differenza di 1.119.991,32 euro sarebbe andata a costituire un “risultato positivo” di amministrazione, vincolato al Covid. Il quale sarebbe stato utilizzabile a tutto vantaggio della città».

Il rammarico ed i 2 milioni saltati

Paola Villa e Pasquale Di Gabriele. Foto: Andrea De Meo

Qui scatta il rammarico che è accusa precisa. sarà la frusta che userà sui palchi nella prossima campagna elettorale. «Purtroppo, però, non avendo il Consiglio approvato la variazione di bilancio, questi fondi assegnati giacciono ora in banca e non possono essere usati». In pratica: i soldi ci sono, possono fronteggiare l’emergenza, però non è stata approvata la sua proposta di Riequilibrio e allora il denaro non potrà essere sbloccato.

Non ci sta ad essere additata come una incompetente. Lei la soluzione l’aveva trovata. I suoi conti stavano in piedi. Perché il problema di Formia è lo stesso avuto da tutti i Comuni italiani. Il Covid. E non un’incapacità nel prevedere le spese. «Nel 2020 lo squilibrio è stato riportato dalla quasi totalità dei comuni italiani. Tanto che la Camera dei Deputati il 16 settembre scorso ha istituito un fondo di 3,5 miliardi di euro. Questo per “assicurare ai Comuni, alle Province e alle città metropolitane le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali. Anche in relazione alla possibile perdita di entrate locali connesse all’emergenza Covid“».

‘Ripartiamo’? Degli irresponsabili

Quei 3,5 miliardi erano l’ancora di salvezza, il contrappeso per rimettere tutto in equilibrio. «Queste risorse, assegnate ed usate dai diversi comuni italiani, – spiega Paola Villa – hanno consentito alle amministrazioni locali di approvare la salvaguardia degli equilibri entro dicembre. E mettere così in ordine i conti. Il fatto che ciò non sia avvenuto per il Comune di Formia, costretto a riportare un disavanzo della gestione di competenza, mentre le risorse restano inutilizzate in banca, sta ad indicare una cosa. Cioè la gravità del gesto di alta irresponsabilità politica da parte di chi ha deciso di bocciare la delibera».

Maurizio Costa, leader di ‘Ripartiamo’

L’elenco delle aggravanti per Villa è lungo. Sul banco degli imputati mette il gruppo Ripartiamo con Voi. Le hanno fatto mancare i voti fondamentali «Pur appartenendo alla maggioranza, pur avendo approvato il Bilancio di previsione 2020. E pur avendo votato la delibera degli equilibri di bilancio in commissione consiliare poche settimane prima del consiglio del 28 dicembre.

Commissario ‘scattista’, Villa addio

Lunedì intanto il commissario ad acta Maurizio Alicandro ha fatto il suo dovere e lo ha fatto con piglio speed. Gli sono bastati 11 giorni per mettere a nudo la politica. Quella politica che avrebbe dovuto fare e invece è stata inadempiente per oltre un mese. È chiaro che sia stata una scelta: un modo per dire basta a Paola Villa ed al suo metodo di governo. (Leggi qui Commissarimento speed per Formia: si farà in fretta).

Ha approvato d’autorità la delibera di salvaguardia degli equilibri di bilancio. È il documento che avrebbe dovuto varare il Consiglio comunale di Formia entro il 30 novembre.

La relazione che ha fatto la differenza è quella sulla situazione patrimoniale dell’ente. L’ha scritta il dirigente dell’area Finanziaria di Formia Daniele Rossi. Individua una serie di «criticità gestionali». E fissa ad un 1,249 milioni il disavanzo nella gestione dell’esercizio 2020 del comune di Formia. Rossi scrive nella relazione ad Alicandro che «il dato non è definitivo. Essendo ancora le operazioni di chiusura dell’esercizio 2020».

Emerge con nitidezza la volontà politica di mandare a fondo l’amministrazione Villa. La maggioranza politica avrebbe potuto risolvere benissimo il problema di quadrare il Bilancio comunale. Bastava approvare una variazione di bilancio contestualmente al varo della salvaguardia del documento contabile.

Danno, beffa e “suicidio”

Il consiglio Comunale di Formia

È vero quello che dice Paola Villa? I soldi resteranno fermi sui conti e non potranno essere utilizzati?

Tutto vero. Il Comune aveva a disposizione 2 milioni e 370 mila euro come provvedimenti normativi ed economici anti Covid. Ma per poterli sbloccare doveva prima approvare la Salvaguardia. 

Passaggio palesato dal dirigente Rossi. «La situazione epidemiologica ha portato il governo all’assunzione di vari provvedimenti. Atti di ristoro delle perdite di gettito stimate per  i tributi locali. Ed all’assegnazione  agli enti locali di un fondo per garantire le funzioni fondamentali. Tuttavia queste risorse, per effetto della mancata variazione al bilancio, non hanno prodotto effetti per il bilancio del comune di Formia».

La proposta di scioglimento del Consiglio comunale avviata ora dal commissario Alicandro fa leva su questo punto.

Se sia stata una scelta dolorosa, se fosse il giusto prezzo da pagare per togliersi dai piedi Paola Villa, se sia stato un gesto al limite del masochismo, è materia che decideranno gli elettori.

Via all’iter di scioglimento

Maurizio Alicandro

La delibera approvata dal dottor Alicandro è stata inviata a mezzo pec nella  tarda serata di lunedì al Prefetto Falco. Che già in questa mattina l’ha avuta alla sua attenzione.

Ora lo segnalerà al Ministero dell’Interno per gli atti conseguenti. Il Ministero sospenderà il Consiglio ed infomerà il Governo. Se ne prenderà atto nel giro di qualche giorno, dichiarando decaduto il consiglio comunale.

A quel punto partirà la nomina di un commissario prefettizio che potrebbe essere a Formia entro una decina di giorni. Sarà il momento in cui cominceranno a scorrere definitivamente i titoli di coda sulla prima amministrazione Villa. Ed inizierà una campagna elettorale con due incognite su tutte. Cioè la data ancora incerta del voto a causa dell’emergenza Covid e la totale confusione in cui si trova il panorama politico. (Leggi qui Grande caos Formia: tutti contro tutti nel centrodestra).

Una certezza, in effetti, già c’è: la ricandidatura del sindaco. Si partirà da lì.