Quello scatto sul territorio che manca alla Lega in Ciociaria

La vicenda di Acqualatina è stata emblematica: nel Basso Lazio il Carroccio paga la mancanza di sindaci eletti. E in provincia di Frosinone la questione è ancora più seria. Negli ultimi giorni chat politiche dedicate alle polemiche al vetriolo, mentre il partito arranca nelle trattative con gli alleati. E prima o poi la vicenda arriverà sul tavolo di Matteo Salvini.

L’ultima dimostrazione in ordine di tempo arriva dalle votazioni per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione di Acqualatina: Claudio Fazzone ha mantenuto presidente e consigliere, un seggio a Fratelli d’Italia; nulla alla Lega: che paga la mancanza di sindaci eletti. E se questo vale per la provincia di Latina, figuriamoci per quella di Frosinone.

In questi giorni l’aspetto sta venendo fuori in maniera marcata per il Carroccio. Anche perché nelle chat politiche locali del Partito lo scontro è incandescente da giorni, da quando cioè è saltato l’annuncio dell’adesione di Gianluca Quadrini. (Leggi qui Quelli che non hanno capito chi comanda nella Lega).

Le differenze interne alla Lega

Nicola Ottaviani

La Lega esprime diversi sindaci, ma tutti eletti altrove e quasi tutti in Forza Italia: Nicola Ottaviani, Anselmo Rotondo, Antonio Corsi, Riccardo Frattaroli, Franco Moscone. Difficilmente riuscirà a indicare un proprio candidato a Sora, mentre ad Alatri Maurizio Cianfrocca non è del Carroccio.

Stanno infuriando le polemiche su chi ha favorito il possibile ingresso di Gianluca Quadrini. E stanno infuriando perché alla fine in gioco c’è il posizionamento, passaggio obbligato per arrivare poi alle candidature che contano. Oggi nella Lega il quadro regionale è definito bene. Il coordinatore è Claudio Durigon, sottosegretario al Mef. A livello locale il dominus è Nicola Ottaviani che è il Coordinatore provinciale. Ma al suo fianco c’è una sensibilità politica storicamente diversa dalla sua: è quella di Pasquale Ciacciarelli che è responsabile Organizzazione provinciale.

Ciacciarelli ha già cominciato la lunghissima volata per le Regionali del 2023 e nel frattempo ha migliorato il radicamento negli ambienti romani; la presentazione del suo libro al Tempio di Adriano con Matteo Salvini, Claudio Durigon, il direttore del Tg2 e dell’agenzia AdnKronos è un segnale chiaro.

La mancanza di radici

Gerardi e Quadrini

L’onorevole Francesca Gerardi non ha mai affrontato direttamente una competizione Regionale: lì servono le preferenze in ogni Comune e ne occorrono pure tante. È per questo che era favorevole all’ingresso di Quadrini, confidando in un tandem con lui alle Regionali.

Francesco Zicchieri si è allontanato dal territorio per assolvere alla sua funzione di responsabile per il radicamento nel Centro e Sud d’Italia. Mentre Gianfranco Rufa cerca di capire quale potranno essere le successive evoluzioni: Durigon lo ha voluto a Latina come Commissario provinciale ed è impegnato lì nelle difficili trattative con gli alleati per le comunali.

Ottaviani viene dalla sensibilità democristiana di Forza Italia, Ciacciarelli da quella di Alleanza Nazionale: le loro vedute erano per alcuni aspetti differenti già ai tempi in cui militavano in Forza Italia, continuano ad esserlo anche ora. Il caso emblematico sono le Comunali di Sora: Ottaviani è favorevole all’accordo unitario del centrodestra, sostenendo un candidato sindaco espresso da Fratelli d’Italia; Ciacciarelli preferisce valorizzare al massimo il bacino di voti che ha in città, strategico per la sua rielezione in Regione. E per questo avrebbe preferito un nome più leghista, oppure usare il primo turno di voto come se fossero delle Primarie.

Ognuno è isolato

Ciacciarelli e Salvini

In questo quadro, ciascuno si trova isolato: tanto il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani quanto Pasquale Ciacciarelli e tutti gli altri.

Nessuno sembra concentrarsi sul fatto che se la Lega continua a non eleggere sindaci, alla fine si troverà in difficoltà in contesti come quelli di Acqualatina in provincia di Latina. I segnali si vedono pure in Ciociaria. Dove Claudio Fazzone (Forza Italia) si muove meglio di chiunque altro sul terreno degli enti intermedi. E dove Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) può contare su uno zoccolo duro radicato e molto forte.

La campagna di adesione della Lega, pur sotto le aspettative, qualche risultato lo ha dato. Ma la casella dell’elezione dei sindaci rimane vuota. E prima o poi Matteo Salvini tornerà a chiederne conto.