Ranaldi paciere e Russo implacabile: “4 anni di Salera insoddisfacenti”

Salera abbraccia Di Rollo, prove tecniche di distensione in maggioranza. Russo debutta e attacca il sindaco, Fardelli vota contro. Il centrodestra si compatta solo su Ranaldi

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Prove di disgelo in sala Di Biasio. Nell’ultimo Consiglio comunale di Cassino prima della pausa estiva ci pensa il capogruppo del Pd Gino Ranaldi a stemperare la tensione. Al termine dell’assise abbraccia calorosamente la presidente del Consiglio Barbara Di Rollo. “Non abbiamo mai interrotto i rapporti” spiega il capogruppo Dem ai giornalisti. La presidente resta sulle sue, ma quando arriva il sindaco Salera non si nega per un’altra foto: “Ne abbiamo tante insieme, qual’è il problema!”. Salera sorride, la miss preferenze del Pd un po’ meno.

Una cosa è certa: Enzo Salera ha iniziato la lunga marcia di riavvicinamento con la sua presidente d’Aula. Entrambi del Pd ma su due sensibilità diverse: lei con Pensare Democratico di Sara Battisti e lui con l’area contrapposta di Antonio Pompeo. Le lacerazioni nell’ultimo anno sono state tante: il plateale no di Salera alla firma per sostenere la candidatura parlamentare di De Angelis, la clamorosa spaccatura sui candidati a presidente della Provincia, i voti su due candidati differenti alle Regionali.

Non è stata una divisione serena. Ma rancorosa ed astiosa. Come si conviene a chi la politica la fa di pancia e di passione.

La Comunali sono una partita diversa. Enzo Salera sa che le distanze sono tante. Personali più che politiche: a Barbara Di Rollo non ha fatto gli auguri quando è diventata Consigliere Regionale del Lazio; di lei ha detto che i voti erano frutto del gioco di squadra per portarla in alto. Le signore, anche quando fanno politica, non dimenticano. Salera ha iniziato la marcia per colmare le distanze: non si sa se arriverà fino al traguardo ed eventualmente cosa ci troverà. Ma si è messo in marcia.

Il ricordo di Ranaldi mette d’accordo tutti

Gianrico Ranaldi

L’opposizione, compatta, ha chiesto di intitolare un luogo di Cassino alla memoria dell’avvocato Gianrico Ranaldi, scomparso nelle scorse settimane. Occorre una deroga per chi è morto da così poco tempo. Si tratta di un’iniziativa a cui il sindaco stava già lavorando. Del resto vantava un rapporto di stretta amicizia e reciproca stima con il principe del foro che nel 2018 fu candidato alla Camera dei Deputati nella coalizione di centrosinistra. (Leggi qui: Cosa ci ha lasciato Gianrico Ranaldi e dove sta nascosto).

Quello dell’opposizione è parso quasi un sorpasso. Il sindaco ha provato a spiegare che già c’erano altre iniziative in campo ma è stata proprio la presidente del Consiglio comunale a chiedere di poter mettere la firma in calce all’Ordine del giorno dell’opposizione: alla fine tutta la maggioranza si è aggregata.

Quindi si è proceduto alla surroga: Armando Russo ha fatto il suo debutto in assise al posto del dimissionario Giuseppe Golini Petrarcone. Che ha lasciato l’aula proprio per dare spazio al primo dei non eletti nella sua lista. Russo ha ringraziato l’ex sindaco e ha colto l’occasione per ricordare anche un altro ex consigliere comunale, Salvatore Fontana, che nei giorni scorsi è stato colto da un malore. E che si trova adesso ricoverato all’ospedale ‘Spaziani’ di Frosinone.

Poi il figlio dello storico dirigente del Psi di Cassino Luigi Russo ha toccato le corde della politica e per il sindaco Salera la musica è stata tutt’altro che bella da ascoltare.

Tutti i nodi al pettine di Salera

Armando Russo

“Questi suoi quattro anni di amministrazione non sono stati soddisfacenti. Cassino è una città senz’anima e senza visione” ha attaccato Russo. Qualche esempio? L’ex vice segretario del Pd ai tempi della segreteria Fardelli rispolvera i titoli dei giornali. “Basti pensare alla movida senza controlli – dice – , ai problemi della viabilità. Poi alle periferie abbandonate, alla carente programmazione estiva, alla mancanza di attrattive per i giovani, alla perdita del ruolo politico di guida di tutto il cassinate. Questo ha spiegato Russo rivolto al cittadino. Poi ha rivolto lo sguardo al futuro, facendo intendere che per quel centrosinistra a cui lui appartiene, non c’è possibilità di collaborazione con quest’amministrazione.

Spiega Russo: “Cassino ha bisogno di uscire da questa impasse di odio, di esclusività e di scontro che ha contraddistinto il dibattito politico in questi anni. E che ha trasformato molti cittadini in supporter agguerriti di questa o di quella fazione politica. Sindaco, si faccia portavoce di questo messaggio, cerchi una rappacificazione con l’intera città, coinvolga di più questa aula e i nostri concittadini nelle sue scelte, abbandoni l’uomo solo al comando che ha contraddistinto questi suoi anni di amministrazione”.

De Sanctis: “Fateveli da soli, i Consigli!”

Renato De Sanctis

Enzo Salera ascolta senza replicare. Intanto si susseguono interrogazioni e mozioni. Il sindaco snobba gli interrogativi di Renato De Sanctis che minaccia di abbandonare l’Aula: “Non è possibile che non vi degnate di non dare neanche una risposta, si tratta di buona educazione. Altrimenti la prossima volta i consigli comunali fatevi solo voi della maggioranza, non invitateci proprio. Così tuona l’attivista No Acea. Gli fa eco l’altra consigliera di opposizione, Laura Borraccio, che poi duella con il capogruppo della lista ‘Salera sindaco’ Edilio Terranova

Arriva poi il punto riguardante i riequilibri di bilancio. Il sindaco annuncia un piano da 2 milioni di euro per il rifacimento di strade e marciapiedi. Il dato politico è che un altro consigliere civico ex Pd, Luca Fardelli, vota contro. Se si tratta di un segnale in vista delle prossime comunali, è stato fin troppo esplicito. Il sindaco mette agli atti.

 Si conclude con un altro botta e risposta tra Edilio Terranova e Franco Evangelista. Il consigliere di FdI spiega al capogruppo della lista ‘Salera sindaco’ che non è più tempo di proclami e di parlare al futuro. Il tempo sta per scadere, “e tra qualche mese non riderà più” dice sornione il consigliere di Sant’Angelo.

La grinta e i “guai” di Evangelista

Franco Evangelista

In realtà il consigliere ribattezzato ‘il sindaco di Sant’Angelo’ sa bene che la strada è tutt’altro che in discesa per il centrodestra. Nel suo Partito, Fratelli d’Italia, le acque sono agitatissime. Non è un caso che al Consiglio non abbia presenziato l’altro consigliere, Michelina Bevilacqua. Nei giorni scorsi insieme a Gabriele Picano ha incontrato a Roma Arianna Meloni, strategica responsabile del tesseramento. I rapporti con l’altra anima del centrodestra, quella che invoca le Primarie di coalizione, sono ancora più tesi.

A Roma sembra che questa volta non abbiano intenzione di lasciar decantare. Ma abbiano maturato la convinzione che sia arrivato il momento di intervenire. Perché la frattura ormai non è politica ma è personale. Un po’ come accadde a Ceccano quando nel Pci nacque una diatriba su quale fazione fosse più comunista dell’altra. In realtà la questione era umana e non politica e non ci fu altra soluzione che lascia formare due Sezioni.

Fratelli d’Italia non ha intenzione di seguire quella strada. Ma sta valutando se inviare un commissario con la missione di superare le divisioni e pacificare. Serve un nome di spessore regionale ma riconosciuto dal territorio. Si sta riflettendo.

Il dibattito interno

Giuseppe Di Mascio

Un commissariamento che sterelizzerebbe lo scenario. Nel quale proprio l’altro giorno erano cominciati a circolare i primi nomi di calibro da sondare per una possibile canmdidatura unitaria. (Leggi qui Salera, Storace e D’Alessandro: il dossier del centrodestra).

Oltre a quello dell’avvocato Sandro Salera e dell’ex governatore del Lazio Francesco Storace è rispuntato il nome dell’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro. Di recente ha partecipato ad alcuni incontri alla presenza, tra gli altri, dell’ex consigliere comunale Giuseppe Di Mascio. Che però non sarà un suo supporter: nulla contro l’uomo, massima stima. Ma i tempi sono cambiati, le condizioni che otto anni fa portarono all’elezione di D’Alessandro ora non ci sono. E lo stesso D’Alessandro controfirma il concetto.

Spetterà al plenipotenziario di Fratelli d’Italia riannodare i fili del discorso. Partendo da un punto essenziale: se l’obiettivo è vincere le elezioni o far prendere voti al centrodestra. nel primo caso l’allargamento ai civici, alla società civile ed agli scontenti Pd è percorso obbligato. Nel secondo caso no. La strada per costruire l’alternativa a Salera è insomma ancora in salita, soprattutto se dopo gli abbracci di queste ore tornerà il sereno con Barbara Di Rollo