Se il “cacciavite” serve anche al centrodestra ciociaro

In autunno si voterà in 23 Comuni e alle provinciali. La coalizione non è pronta e continua ad andare in ordine sparso. Eppure Nicola Ottaviani (Lega), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia) e Mario Abbruzzese (Cambiamo) sanno di non poter andare avanti in questo modo. Inevitabile la traversata nel deserto.

In autunno ci saranno appuntamenti elettorali importanti anche in questa provincia: le amministrative in 23 Comuni (si aggiungerà Arce) e poi le Provinciali, dove alle urne si recheranno sindaci e consiglieri dei 91 centri della Ciociaria. Un appuntamento importante, al quale il centrodestra non può non guardare con un unico obiettivo: provare a vincere in centri strategici come Sora e Alatri. Ma anche in altri Comuni di un certo peso. Per fare questo però occorrerebbero strategie, organizzazione, liste e candidati.

Il centrodestra diviso

Nicola Ottaviani e Massimo Ruspandini

Se alle urne si fosse andati tra aprile e maggio (come peraltro era previsto) il centrodestra sarebbe stato oggettivamente impreparato. Perché nonostante raffiche di annunci e tonnellate di buone intenzioni, i leader dei diversi Partiti non si incontrano. E quando lo hanno fatto si sono limitati alla superficie. E basta.

Eppure Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo hanno i numeri per essere largamente maggioritari in Ciociaria. Lo sanno bene i referenti provinciali, cioè Nicola Ottaviani (Lega), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia), Mario Abbruzzese (Cambiamo). I quali però faticano a ragionare da coalizione.

L’ultima volta che il centrodestra si è riunito davvero per elaborare una strategia unitaria e comune è stato per l’elezione del presidente della Provincia, in programma ad ottobre 2018. Venne individuato Tommaso Ciccone, ma nel giorno della verità fu impallinato dai franchi tiratori che regalarono il trionfo ad Antonio Pompeo su un piatto d’argento.

Un cacciavite per riunire

Claudio Fazzone e Mario Abbruzzese

Da quel momento in poi qualcosa si è rotto e i fili non sono mai più stati riannodati. Occorrerebbe una tre giorni in qualche abbazia per provare a riprendere il discorso. Ma ora non si può per la pandemia da Covid-19. Però il centrodestra provinciale ha due alternative. O continuare ad andare avanti in questo modo (mettendo in conto il rischio di spaccature forti nei Comuni e alla Provincia, con un possibile effetto domino anche sulle future candidature a Camera, Senato e Regione) oppure cercare di mettere mano anche su questo versante a “cacciavite” e “anima”.

Diciamo la verità: tra Nicola Ottaviani (Lega) e Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) il feeling non c’è. In Forza Italia bisognerebbe capire bene la strategia di Claudio Fazzone. E Mario Abbruzzese dovrebbe chiarire se è il referente di Cambiamo o se invece si sta già muovendo in ottica Lega. (Leggi qui Mancano i nomi per la Lega: ci pensa Mario Abbruzzese).

Non sarà semplice, sarà una traversata nel deserto. E occorrerà tanta acqua.