“Se votate il Bilancio salta il patto”: centrodestra appeso ai conti

Il patto di centrodestra a Sora appeso al filo del voto sul Bilancio. Se FdI lo vota allora Forza Italia fa saltare l'intesa unitaria per le elezioni. Scontro in riunione di maggioranza. Apparsa una replica del confronto Renzi - Conte

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

«Se votate il Bilancio salta il patto». Sta tutta in questa frase la debolezza dell’accordo di centrodestra per le prossime elezioni comunali a Sora. L’ha pronunciata venerdì pomeriggio il commissario cittadino di Forza Italia Vittorio Di Carlo rivolgendosi al consigliere comunale di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni, qualche ora prima del vertice di maggioranza convocato dal sindaco Roberto De Donatis.

Un vertice convocato per discutere dello Schema Triennale delle Opere Pubbliche e di altri atti propedeutici al Bilancio di previsione. La riunione è stata lo scenario per l’ennesimo scontro politico fra il primo cittadino ed il consigliere Bruni. Fratelli d’Italia non vuole avallare quella che è stata definita «la lista della spesa presentata da Lino Caschera per poter poi fare campagna elettorale».   

Il libro dei sogni
Roberto De Donatis

Il vertice di maggioranza, rigorosamente da remoto, è iniziato verso le 19 e 45. Tutti presenti tranne il presidente del Consiglio Antonio Lecce. Aveva un impegno di lavoro.

Per una mezz’oretta circa si è assistito all’intervento del sindaco Roberto De Donatis. Titolare ad interim della delega ai Lavori Pubblici dal maggio 2020 – quando l’ha tolta a Bruni – ha illustrato l’elenco triennale delle opere

Lo ha aspettato al varco Massimiliano Bruni. Quella delega la conosce in ogni angolo, l’ha tenuta per quattro anni. Ha aspettato che il sindaco finisse la sua relazione. E poi ha chiesto la parola a nome di tutto il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Ha contestato quello che è stato definito «il libro dei sogni» di De Donatis.

Perché? Si vota a maggio, per FdI meglio sarebbe presentare lo stesso piano triennale del 2020, approvato fra l’altro non più di due mesi fa. Meglio sarebbe «concentrarsi sulle opere già in corso per terminarle, visto che la consiliatura è praticamente finita». Il sindaco non si dice d’accordo, «potrebbero arrivare finanziamenti» e quindi è necessario avere l’elenco.

Ma FdI incalza: «Non è corretto fare campagna elettorale con il Libro dei sogni e prendere in giro i cittadini. Non è opportuno modificare il piano perché il momento politico è delicato. E poi, i progetti sotto i 100 mila euro, non ci possono stare nel piano». E il sindaco: «Ti ergi a professore. C’erano anche quando la delega l’avevi tu».

Bruni sta a De Donatis come Renzi sta a Conte
Massimiliano Bruni

Fratelli d’Italia non molla l’assedio. «Come se si stesse iniziando ad amministrare oggi: faremo, faremo, faremo»

Nel corso della Riunione di Maggioranza sembra di assistere ad una riedizione in miniatura sorana dello scontro a distanza tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Il parallelo è a tratti identico all’originale: accade quando Massimiliano Bruni parafrasa l’intervento della sua leader Giorgia Meloni alla Camera dei deputati. Definisce De Donatis Barbapapà Due.

Il problema non è soltanto amministrativo. È politico. Bruni accusa il sindaco di cambiare sponda in base alla convenienza del momento. Parla di «giravolte politiche»: prima di sinistra, poi portavoce di Renzi, poi socialista, poi civico, poi federatore di centrodestra, poi ancora civico. (leggi qui “Prima gli uomini, poi la politica: così abbiamo tenuto unita Sora”).

Lo scontro sul piano e il piano dello scontro

FdI per bocca di Bruni contesta il piano: deve rimanere così come è. E pure il Bilancio, legato alla questione del cimitero e del decreto ingiuntivo di oltre un milione di euro. Che poi è il motivo per cui si rende necessario anticipare l’approvazione del documento contabile. E annuncia che chiederà spiegazioni per iscritto agli uffici.

Il sindaco sottolinea che ci penserà lui a mettere tutti a conoscenza della questione con una riunione di maggioranza. E accusa Bruni di non avere «onestà intellettuale». In pratica gli fa notare che il suo è soltanto un pretesto politico, che cerca un modo per smarcarsi dalle sue responsabilità amministrative.

Roberto De Donatis e Massimiliano Bruni

Alla parola onestà Bruni lo interrompe. I toni del sindaco si fanno più alti. Da scontro. Il consigliere di FdI lo invita a far rimanere la discussione sul piano politico. «E non mi interessa se qualcuno sta registrando. Sto dicendo quello che pensano in molti». Bruni chiarisce che non mette in dubbio quanto il sindaco dirà al proposito ma in qualche modo vuole «verificare ufficialmente» quelle che definisce «discrasie che ho trovato». Secondo lui potrebbero esserci «responsabilità da accertare che esulano dalla politica».

Bruni fa notare anche che la riunione sarebbe stato meglio farla in presenza. E che il collegamento da remoto è solo una scusa del sindaco per sfuggire meglio alla realtà dei fatti. Oltre a permettere che da un po’ di tempo a questa parte alle riunioni di maggioranza partecipi anche la minoranza, agevolata proprio “dai collegamenti remoti di qualcuno che sta facendo il doppio gioco”.  

Non si fa attendere la risposta del primo cittadino: «Vengo dalla strada. Se fossimo stati in presenza ti sarei venuto incontro». «Anch’io vengo dalla strada – ribatte Bruni – E se fosse accaduto non avrei arretrato».

Il clima è pesante. E la cosa ormai da politica è diventata personale.

Il bilancio: aspetto politico

In discussione c’è pure il Previsionale del 2020: anche a causa dell’emerga Covid, è stato votato a ridosso della fine dell’anno. Poi c’è il Bilancio previsionale 2021: potrebbe essere portato in Consiglio già a metà febbraio. Ma votarlo, per FdI rappresenterebbe una pregiudiziale all’accordo di centrodestra. Chi vota il Bilancio 2021 dà fiducia a questa amministrazione: per Forza Italia chi lo vota è fuori dall’accordo di centrodestra unito per le prossime Comunali.

Lino Caschera

 Il consigliere di maggioranza Lino Caschera ha lasciato intendere che lo vota. È stato indicato come responsabile cittadino della Lega dal coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. Ha delegato lui insieme a Filippo Porretta.

Forza Italia, che è all’opposizione, non ha alcuna intenzione di votare il Bilancio. Anzi, poco prima della riunione di maggioranza il coordinatore di Sora Vittorio Di Carlo, ha riferito a Bruni che «se Fratelli d’Italia lo vota salterà l’accordo elettorale in corso».

Fratelli d’Italia ora vuole portare la questione sul tavolo provinciale e regionale della coalizione. Che significa questo? Non votare il Bilancio per garantire la nascita del centrodestra unito alle prossime comunali di Sora significa far cadere l’attuale Amministrazione in carica? Allora questa è una responsabilità che FdI non vuole far ricadere soltanto sulle proprie spalle. Se al contrario votarlo, significa far saltare l’accordo, vale lo stesso discorso.

Il bilancio: aspetto amministrativo
Vittorio Di Carlo

«Chiedi agli altri presenti se te lo votano». Le parole di Bruni a De Donatis a proposito sempre del prossimo Bilancio previsionale. Ne è seguito un silenzio tombale. Eccezion fatta per Lino Caschera e Bruno Caldaroni che hanno lasciato intendere che lo votano. Ancora una volta il consigliere di FdI ha voluto rimarcare che il suo Partito non è l’unico a lavorare per un altro progetto amministrativo, contrario ad un bis per il sindaco uscente. E ha di nuovo invitato il sindaco a dimettersi. Lo aveva fatto anche nella precedente riunione di maggioranza.

De Donatis gli ha replicato che non può farlo «per senso del dovere». Poi: «ti auguro che un domani tu possa ricoprire analogo ruolo, così capirai».  Ne segue l’ovvio, il riferimento di Bruni al suo comportamento in Aula anche dopo il ritiro della delega ai Lavori pubblici. «Non sei tu a darmi lezioni di responsabilità nei confronti della città. Il mio voto risulta determinante da maggio 2020 a oggi. E dunque sono di esempio. Altri al posto mio avrebbero assunto atteggiamenti diversi».

Nemmeno con l’oro in mano …

Ma perché Fratelli d’Italia contesta la modifica all’elenco delle opere pubbliche da approvare e il bilancio? Il motivo in realtà è politico ed elettorale. E va analizzato sotto una duplice veste.

In primo luogo l’accusa che viene rivolta al sindaco è di aver «accolto la lista della spesa presentata da Caschera» come prezzo da pagare per l’annunciato sostegno alla ricandidatura. Anche per questo è scattato il veto posto da Forza Italia. Se passa il Bilancio salta il patto.

Per salvare il rapporto con Forza Italia, FdI potrebbe votare il Bilancio «soltanto se sarà asettico e finalizzato unicamente ad arrivare a fine mandato».

Matteo Renzi e Giuseppe Conte, ‘ispiratori’ del duello De Donatis Bruni

Insomma niente assist che permettano ad altri di fare campagna elettorale con in mano il previsionale votato anche da FdI. E sul punto il gruppo consiliare parla una lingua sola.

Fratelli d’Itala Deve trovare un modo per uscire dall’imbarazzo del doppio ruolo: quello di Partito di maggioranza in amministrazione e quello di Partito capofila nel progetto di centrodestra, aperto alle civiche e avverso a De Donatis. È quello che il sindaco ha fatto notare durante la riunione.

E la sensazione che si ha è che si stesse ripentendo, in piccolo, quanto visto a Roma nelle scorse settimane. Cioè con il presidente del Consiglio Conte che cede su alcuni fronti e Renzi che alza la posta in palio. Perché Fratelli d’Italia sta aspettando l’occasione per rompere. E come fa notare una fonte autorevole interna al Palazzo municipale «se anche De Donatis gli avesse messo l’oro in mano, Bruni avrebbe comunque cercato un pretesto per sganciarsi».

Il sindaco di Sora, invece, in qualche riunione, avrebbe espresso un concetto che più o meno suona così: «Se percepisco di non avere sostegno finisco il mandato e mi ritiro con dignità».