Perché I big sono costretti a cercare le candidature blindate. Chi può stare sicuro e chi invece dovrà pedalare se vuole sperare nell'elezione. Sullo sfondo: l'esplosione del 'civismo' che restringe i partiti e fa fluttuare i voti
Non ci sono spazi per tutti, soprattutto non ci sono spazi eleggibili per tutti. Non alla Camera e al Senato, non alla Regione Lazio.
Soltanto i big potranno dormire sonni relativamente tranquilli: Mario Abbruzzese (Forza Italia), Francesco Scalia e Francesco De Angelis (Pd), Luca Frusone (Movimento Cinque Stelle). Tutti gli altri dovranno sudarsela, compresi i vice-big come Mauro Buschini, Nazzareno Pilozzi, Antonello Iannarilli, Pasquale Ciacciarelli, Danilo Magliocchetti.
Però i voti dovranno prenderli tutti, anche chi è certo di un seggio parlamentare o di uno scranno regionale. Il punto è proprio questo: colonnelli, capitani (più o meno coraggiosi), tenenti, caporali e soldati semplici quanto saranno disposti a correre senza avere alcuna prospettiva di potercela fare. E’ un discorso che riguarda in primis i sindaci: Nicola Ottaviani, Carlo Maria D’Alessandro, Giuseppe Morini, Fausto Bassetta e tutti gli altri. Dal Comune più grande a quello più piccolo.
Perché alla fine in questa Italia che non riesce a non rimpiangere la Prima Repubblica, che ha visto naufragare la Seconda e che non può intravedere, neppure con il binocolo, la Terza, quello che manca nella politica è la capacità di mobilitazione. Perlomeno degli iscritti, dei dirigenti, dei quadri.
Se l’affluenza continua a scendere perché la gente ha visto sgretolarsi le certezze lavorative, sanitarie, contributive e sociali, i partiti sono ridotti all’ombra di quelli che erano un tempo per l’incapacità di fare squadra sul serio.
Aree, correnti e componenti varie la fanno da padrone, perfino nelle consultazioni comunali. Il caso di Frosinone è emblematico per il Partito Democratico. E’ questo un aspetto che i leader locali non considerano con la necessaria attenzione, convinti che tanto poi quando si tratterà di votare per Camera e Senato basterà il coinvolgimento in prima persona dei vari Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo e tutti gli altri.
Così non è e l’esplosione del “civismo” anche nella nostra provincia significa proprio che i voti possono fluttuare da una parte all’altra senza grossi sconvolgimenti.
Perciò alla fine i big cercando candidature blindate.