Quattro fatti riaprono le trattative per la soluzione della crisi politica a Cassino. Si andrà ad una Verifica Programmatica: possibile azzeramento di fatto (ma non di nome) e rimpasto lampo con rassegnazione delle deleghe. Ma se non ci sono i numeri si va subito a casa
La soluzione della crisi politica in atto a Cassino inizia a prendere forma. Nelle ore scorse ci sono stati 4 episodi chiave. Avvenuti in quattro luoghi diversi.
Lunedì sera, Municipio di Cassino
Scenario numero uno. Lunedì sera, municipio di Cassino. Nella Sala Restagno è in corso la presentazione del libro Quel Chilometro in Più, storie di cancro e dintorni. Il protagonista è il consigliere comunale Carmine Di Mambro con la sua malattia raccontata da Bruno Di Placido. Ci sono tutti.
Poi però ad un certo punto in due spariscono: sono i personaggi chiave della crisi politica in atto. Uno è il vice responsabile nazionale degli Enti Locali di Forza Italia, Mario Abbruzzese; l’altra è la capogruppo Rossella Chiusaroli, una dei tre dissidenti di Forza Italia (gli altri sono il presidente d’Aula Dino Secondino ed il presidente di Commissione Gianluca Tartaglia) che hanno reclamato un azzeramento e la ridistribuzione degli incarichi. Il sindaco gli ha detto no e loro gli hanno tolto la maggioranza: o si risolve in fretta o non ci sono i numeri per approvare il Bilancio Stabilmente Riequilibrato. E si va tutti a casa.
C’è un terzo personaggio. Protagonista involontario è l’ex presidente della Provincia di Frosinone Giuseppe Patrizi. È reduce da un pranzo con due noti professionisti: baccalà in due diverse interpretazioni dello chef, accompagnato da un paio di calici di Mammut Montepulciano d’Abruzzo. Il presidente emerito esce dalla sala e si incammina su un corridoio per salutare. Dietro una porta sente, in maniera del tutto involontaria, la capogruppo Rossella Chiusaroli mentre dice «Mario o trovate una soluzione entro un paio di giorni oppure è meglio per tutti se andiamo a casa. La spina o la staccate voi o la stacchiamo noi».
L’altra voce è quella di Mario Abbruzzese. Non è concitato, piuttosto sembra suadente. «Rossella, mi sembra chiaro che un sindaco, prima di un passo del genere, abbia il dovere politico ed amministrativo di fare una ricognizione, una verifica di maggioranza. Se c’è la volontà di risolvere e ripartire tutti insieme è quella la sede. Secondo me i margini e la volontà ci sono. Se poi dovesse emergere anche lì che non c’è soluzione, meglio per tutti andare a casa e in fretta.. Ma io sono convinto che i margini ci siano».
In pratica. Il sindaco Carlo Maria D’Alessandro entro un paio di giorni convocherà una riunione di maggioranza per effettuare una ricognizione e se non ci saranno i numeri per governare ne prenderà atto. In questo momento però l’assessore alla Cultura Maria Iannone ha rimesso il mandato nelle sue mani e la stessa cosa ha fatto l’assessore ai Servizi Sociali Benedetto Leone; il presidente di Commissione Gianrico Langiano ha rinunciato a rivendicare assessorati. (leggi qui Abbruzzese: soluzione in un paio di giorni o Carlo si deve dimettere).
A questo punto, le condizioni per un azzeramento lampo ed un rimpasto ci sono tutte. Spacchettando la maxi delega a Franco Evangelista, lasciandogli la manutenzione e cedendo i Lavori Pubblici. Che è uno degli elementi chiave della crisi. (leggi qui La grande manovra per disinnescare i dissidenti usando Evangelista).
Tutti ne uscirebbero con la faccia più o meno pulita.
Lunedì, tarda mattinata
Scenario numero due. Cassino, a ridosso del Municipio. Tutto lavora per una soluzione della crisi. C’è un modo per rendere ancora più fattibile l’azzeramento chiesto dai dissidenti, senza che il sindaco Carlo Maria D’Alessandro sia obbligato a farlo. Ma tutto appaia come una necessità.
Cosa accade? Che il consigliere comunale di lungo corso Giuseppe Sebastianelli, spesso ritenuto una stampella della maggioranza, annuncia che chiederà le dimissioni del presidente d’Aula Dino Secondino.
In realtà è una manovra che salva la faccia al sindaco. Che non vuole cedere alla richiesta di azzeramento. Ma se viene protocollata una richiesta di dimissioni ed il presidente del Consiglio Comunale dovesse accettarle, va da se che Carlo Maria D’Alessandro è obbligato a procedere con la sostituzione.
Azzeramento di fatto.
L’atto d’accusa predisposto da Giuseppe Sebastianelli sostiene che «Il Presidente del Consiglio Comunale di Cassino ha dimostrato di non avere più la giusta lungimiranza e la lucidità politica necessarie per svolgere l’incarico che gli è stato assegnato (…). Il mancato invito del Presidente della Repubblica, che l’undici marzo sarà all’Università ma non passerà nella casa dei cittadini, il Palazzo Municipale, dimostra tutta la scarsa sensibilità di Dino Secondino».
Alla fine, sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a togliere le castagne dal fuoco a Carlo Maria D’Alessandro.
Lunedì mattina, Palazzo Iacobucci
Scenario numero tre. Frosinone, Palazzo Iacobucci. Sede dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone.
La mattinata era cominciata in maniera molto concitata. Dai telefoni della Provincia partono una serie di chiamate per la Prefettura ed alcuni esperti in diritto amministrativo. Alessioporcu.it ha appena diramato una delle ‘note agli abbonati‘ (gli articoli riservati solo agli iscritti) in cui si riferisce che sono sbagliati i conti riportati finora sugli organi di informazione. E che è stato dimenticato un dettaglio nel conteggio dei giorni entro i quali rassegnare le dimissioni per agganciare la finestra di maggio per le nuove elezioni.
Il bollettino riferisce il precedente di Anagni: la data da tenere in considerazione non è quella delle dimissioni ma quella del decreto di scioglimento del Consiglio Comunale. Solo in quel momento l’amministrazione è decaduta. Insomma, rischiano di ritrovarsi con un anno di commissariamento.
Le verifiche confermano la ricostruzione. Se si vuole tornare alle urne, evitando un anno di commissariamento della città, si deve accelerare. È anche per questo che in serata Rossella Chiusaroli indica il suo ultimatum a Mario Abbruzzese: una soluzione entro mercoledì.
Sabato, Grattacielo Edera, 13° Piano, Frosinone
Scenario numero quattro. Sabato pomeriggio. Al tredicesimo piano del grattacielo Edera a Frosinone, nell’ufficio di Francesco De Angelis, Commissario per la fusione dei Consorzi industriali del Lazio.
Tre esponenti del centrosinistra Cassinate fanno il punto sulla situazione. Hanno appena letto le anticipazioni di Alessioporcu.it secondo le quali a Cassino il candidato del centrosinistra verrà individuato con le Primarie. Lo prevede il perimetro tracciato con il segretario cittadino del Partito Democratico Marino Fardelli nel momento in cui ha accettato di entrare nella componente Dem Pensare Democratico di De Angelis.
I tre esponenti del centrosinistra si sono precipitati a Frosinone, senza appuntamento. E si sono infilasti nell’ufficio del presidente.
Hanno fatto presente al leader che potrebbe esserci un nome in grado di mettere tutti d’accordo. E di evitare la conta.
Francesco De Angelis ascolta il nome, poi muove lo sguardo intorno alla stanza, come se avesse orecchie invisibili e dice: “Speriamo solo che Alessioporcu.it ci faccia la cortesia di non bruciare il nome“.
Il presidente dice che per lui va bene “A condizione che vada bene per tutti. Non c’è spazio per le divisioni, questa volta“. E lo dice alzando, istintivamente, il tono della voce.
Sulla porta, mentre congeda gli interlocutori, avverte ancora una volta: “Se però esce qualcun altro, noi le Primarie le facciamo, sia chiaro“.
Se entro giovedì ci sarà la verifica di maggioranza ipotizzata da Abbruzzese, se il sindaco verificherà che ci sono le condizioni per un rimpasto ampio senza procedere ad azzeramenti, non ci sarà bisogno di candidati.