Elezioni a Sora: Massimiliano Bruni, leader politico e assistente dell’europarlamentare Nicola Procaccini spara ad alzo zero contro Vittorio Di Carlo ed Enzo Di Stefano. "Stanno tessendo una tela da cui uscirà un quadro vintage che i cittadini hanno già bocciato". Un dossier contro i sabotatori del centrodestra unito. FdI lavora alla formazione di tre liste: una di Partito e due civiche.
Un dossier con nomi, date, luoghi e circostanze. Per smascherare i sabotatori. Svelare chi puntava a distruggere l’amministrazione comunale retta da Fratelli d’Italia e consiglieri eletti in Forza Italia usciti dal Partito. La creazione di un blocco compatto di Centrodestra? Solo un pretesto per avvelenare il clima in Giunta, far cadere il sindaco Roberto De Donatis.
Non ha né dubbi né peli sulla lingua Massimiliano Bruni, assistente dell’europarlamentare Nicola Procaccini, leader di Fratelli d’Italia Sora, nonché consigliere comunale. Il dossier lo ha messo a punto lui e si prepara a presentarlo ai vertici del Partito.
La macchia: comparaggio con il Pd
Mette nel mirino il commissario di Forza Italia Sora, Vittorio Di Carlo. Che nelle ore scorse ha incontrato l’ex parlamentare Ue Alessandro Foglietta. Il quale frequenta una sensibilità politica interna a Fratelli d’Italia differente da quella del leader provinciale Massimo Ruspandini e di Massimiliano Bruni. (leggi qui Dopo le Comunali la campana suonerà per tutti).
Cosa c’è di male? Nulla, se non fosse che Vittorio Di Carlo guida quella parte di Forza Italia che intende fare squadra con una parte della Lega per candidare sindaco il leghista Luca Di Stefano, contro l’amministrazione uscente. Cioè contro Bruni e Fratelli d’Italia. (Leggi qui Patto della Coca Cola, ma Fratelli d’Italia non la beve e sta ai margini del tavolo e leggi anche A Sora la vendetta di Lega e Forza Italia per Terracina: rimette in gioco Di Stefano).
L’attacco di bruni a Vittorio Di Carlo è diretto e frontale. Nella sintesi politica gli dà del vecchio trombato. Lo fa ricordando al Commissario cittadino azzurro che è stato già bocciato dai cittadini nel 2016: non è stato rieletto in Consiglio. Gli rinfaccia di avere perso quelle elezioni per non aver lasciato alcun segno tangibile durante i suoi mandati di vicesindaco e consigliere provinciale.
Non meno duro verso Enzo Di Stefano, l’ex sindaco ed ex consigliere regionale del Lazio. È il papà del capogruppo della Lega. Ed è accusato di essere il grande tessitore occulto della manovra che sta minando l’attuale centrodestra. Lo definisce roba vecchia. Che non risponde più alle esigenze attuali. Gli fa notare di non avere titoli per fare liste di proscrizione rispetto a un progetto di Centrodestra. Perché ha avuto esperienze di governo con il centrosinistra e parla di civiche.
I veleni di Bruni
Una grave crisi economica e sociale investe il Paese. Lei l’Europa la tocca con mano. Come pensa possa essere utile alla ripartenza dell’Italia e in particolare del territorio provinciale e sorano?
«La storia ci insegna che dopo ogni crisi bisogna cogliere il momento per avviare la svolta. Pertanto anche chi è classe dirigente in politica deve essere attento. Attento a comprendere il momento e trovare le soluzioni. Sotto questo aspetto a medio e lungo termine un ruolo fondamentale lo giocherà l’Europa. A partire dalle misure economiche predisposte che nei prossimi mesi vedranno la luce».
Bene. Ma tutto ciò come si sposa con Sora?
«Gli enti pubblici potranno avere delle grandi opportunità. Ma a stretto giro dovranno avere capacità e forza di stare al passo con le nuove esigenze scaturite dall’emergenza Covid-19».
«Verranno adottate misure specifiche. Penso per esempio al Green Deal. Fondi strutturali 2021-2027 che saranno utili a rafforzare la governance urbana. E a garantire città inclusive e più verdi. Migliorarne la resilienza, la prospettiva, l’innovazione e la sostenibilità energetica. A tal proposito sto lavorando, con l’aiuto di un’equipe di tecnici locali, a un progetto con l’onorevole Nicola Procaccini. Progetto per farci trovare pronti alle prossime chiamate della Comunità Europea».
Nel frattempo c’è da decidere la strategia per le prossime elezioni. Il progetto di Centrodestra unito è saltato: la pregiudiziale è la presenza nel governo De Donatis. E lei, con Fratelli d’Italia, ne fa parte a pieno titolo. Pienissimo: è stato il delegato ai Lavori Pubblici per quattro anni. Siete stati tagliati fuori.
«Credevo nell’unità del Centrodestra. Ma da alcune prese di posizione del commissario di Forza Italia Vittorio Di Carlo e dell’ex sindaco Enzo Di Stefano è evidente che loro non hanno alcun interesse a tenere unito il centrodestra. Quando dicono che il loro progetto è contro l’attuale amministrazione mettono in campo un pretesto per non averci tra i piedi, tagliare fuori Fratelli d’Italia».
Se così fosse, qual è il vero obiettivo di Di Carlo e Di Stefano?
«Il loro primario obiettivo era quello di far cadere l’amministrazione De Donatis. Questo per poi andare avanti con questa cosa che si ostinano a chiamare progetto. Che però ha come unico scopo quello di fare terra bruciata attorno: tenere fuori Fratelli d’Italia. E per poter rimanere gli unici a dettare le condizioni».
Anche se fosse, sarebbe legittimo, non crede?
«Intanto bosogna vedere a chi le detteranno le condizioni quando saranno rimasti soli. Noi ci siamo fatti promotori di una visione. È visione politica che, partendo dalle amministrative di Sora, deve arrivare molto oltre. Perché come area di Centrodestra abbiamo il dovere di ridare un ruolo politico e amministrativo importante alla nostra città».
Di Stefano e Di Carlo dicono che il progetto di Centrodestra è quello loro. E che non deve includere FdI perché sta amministrando con De Donatis. Oltre che con una coalizione che vede anche la presenza del Pd.
«Innanzitutto loro non hanno alcun titolo per disquisire di Partiti. Non lo hanno perché hanno già annunciato la nascita di civiche: non presenteranno liste di Partito. A tal proposito è pronto un dossier che presenterò a Fratelli d’Italia. Ricostruisce nei dettagli tutto quello che è successo nella politica di Sora durante gli ultimi mesi. Rappresenta la prova che non vogliono costruire il Centrodestra a Sora. Fratelli d’Italia ci sta lavorando da molto tempo. Il loro fantomatico progetto di centrodestra monco è rappresentato da un portavoce civico con esperienze politiche di centrosinistra».
Si riferisce a Enzo Di Stefano. E’ evidente.
«Ovviamente si. Negli ultimi 15 giorni ha messo in atto vari tentativi di limitazione del progetto che stiamo costruendo da un anno e mezzo. Parla di cornici da creare e su cui poi tessere la sua tela. Parla della necessità di avere la collaborazione di tutti e allo stesso tempo pone limitazioni. Senza peraltro averne titolo. Così facendo rischia di realizzare un quadro vintage che potrebbe anche risultare bello. Tuttavia non attuale e non contestuale alle esigenze di oggi».
Nel progetto lanciato dalla Lega e sposato da FI si parla di necessità di idee nuove con persone nuove. Tant’è che vi vogliono tagliare fuori. Alla luce di ciò perché lei li definisce vintage?
«È presto detto. Loro sarebbero il nuovo? E’ noto che il regista nemmeno troppo occulto Enzo Di Stefano è stato due volte sindaco e quasi due volte consigliere regionale. Questo per poi lasciare la politica una ventina di anni fa. Suo figlio Luca si è candidato 4 anni fa contro di noi ed ha perso in un contesto civico. Fra l’altro in coalizione con lo stesso Ernesto Tersigni. Che ora gli spara contro ad alzo zero per interposta persona».
Passi il Vintage per Enzo Di Stefano. Ma Vittorio Di Carlo?
«La posizione politica è ancora più grave per Vittorio Di Carlo e per Umberto Geremia. Di Carlo è stato l’azionista di maggioranza della Piattaforma Civica. Cioè del progetto politico che quattro anni fa ha condotto all’elezione di Roberto De Donatis a sindaco di Sora. È innegabile che lui nel 2016 è stato uno dei primi firmatari dell’accordo a sostegno di De Donatis per conto di Forza Italia. Salvo poi varcare il Rubicone».
«Non è colpa nostra se quattro anni fa non ha avuto la fiducia della gente che non lo ha votato. Non ho ricordi importanti del periodo in cui è stato vice sindaco e consigliere provinciale. Cosa ha lasciato alla città? I sorani se ne sono accorti già nel 2016, infatti non lo hanno votato. Ora vuole ritentare. Io glielo auguro perché in forza della sua decennale esperienza amministrativa sicuramente potrà dare qualcosa in più».
«Noi, invece, siamo stati votati e stiamo amministrando. Nonostante secondo loro amministrare sarebbe un demerito. Ma anche stavolta sarà la gente a giudicare. Visto che è molto attenta e obiettiva nel valutare le persone e i progetti».
Viste queste premesse, FdI cosa farà da grande? Circolano indiscrezioni circa una vostra terza lista, oltre alla civica Alleanza per Sora e alla lista con il simbolo di FdI.
«Confermo che presenteremo la lista di Fratelli d’Italia e quella di Alleanza per Sora. ApS che già nel 2016 era riconducibile a Fratelli d’Italia. Confermo anche che ci sarà una terza lista civica. Avrà lo scopo di aggregare le anime meno marcate politicamente».
Si Bruni, ma non ha detto cosa farà Fratelli d’Italia …
«Lavorare alla composizione di tre liste è impegnativo e faticoso. Mi sembra che stiamo già facendo abbastanza. Per ora».