La bonifica che era del Pd e sarà di FdI

Progetti approvati nel marzo 2022 e gare d'appalto dopo otto mesi di commissariamento. Ora l'attesa bonifica dei primi nove siti ricadenti nel Sin della Valle del Sacco. Come a Ceccano, nell'ex saponificio Annunziata

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Dall’approvazione dei progetti all’affidamento dei lavori fino ad arrivare alla recente sottoscrizione dei contratti d’appalto. In poco più di un anno è stato fatto quello che si attendeva dal marzo 2018: dall’accordo di programma per la bonifica del Sin della Valle del Sacco.

Erano cinque anni che si aspettava uno squillo di tromba: da quell’intesa tra Ministero dell’ambiente e Regione Lazio. O, a contare bene, erano tredici anni: dall’allungamento del Sito di interesse nazionale (area potenzialmente inquinata e da bonificare) fino alla fine del fiume: tra Ceprano e Falvaterra. Ora, soltanto ora, stanno per partire per davvero la caratterizzazione e la Messa in sicurezza d’emergenza di nove siti industriali dismessi nella parte ciociara del Sin.

Tra questi c’è anche l’ex saponificio Annunziata di Ceccano, dov’è stato fatto un sopralluogo nelle scorse ore in vista dell’avvio di analisi e disinquinamento. Verranno investiti oltre 900mila euro, per ora a fronte della contaminazione da bi-benzopirene: sostanza inquinante dovuta soprattutto agli scarichi dei veicoli. Alla verifica dello stato dei luoghi, fatta dai tecnici della Regione e della ditta aggiudicataria, ha presenziato Amministrazione Caligiore bis.

Tra Zingaretti e Rocca

Francesco Rocca con Massimo Ruspandini e Roberto Caligiore

La svolta, cercando di buttarsi alle spalle quasi vent’anni di rinvii, è arrivata in una fase particolare: a cavallo tra le Giunte regionali guidate da Partito Democratico e Fratelli d’Italia. Ovvero tra il doppio mandato di Nicola Zingaretti e l’esordio del nuovo presidente Francesco Rocca. Il Caligiore 1 aveva presentato la documentazione tecnica richiesta dalla Regione Dem che criticava per i ritardi. Ora festeggia la prossima apertura del cantiere da parte della Regione firmata FdI.

Dopo il commissariamento del Sin, fortemente voluto dal Pd e contestato da FdI, si era arrivati alle gare d’appalto entro la fine del 2022. Il neo governatore Rocca, in carica da quattro mesi e mezzo, può ora aprire i cantieri: avvia le tanto vociferate bonifiche. C’è pur sempre una continuità amministrativa nella discontinuità politica. Il commissario Lino Bonsignore, dal canto suo, ha detto otto mesi fa: «Non so per quale ragione, ma in realtà gran parte del lavoro era pronto e bisognava finalizzarlo».

Wanda D’Ercole, dirigente regionale del Ciclo dei rifiuti, ha annunciato la contrattualizzazione delle bonifiche nel corso del recente convegno tecnico tenuto da Unindustria e Ordine dei geologi del Lazio. È arrivato dopo il lancio dei primi risultati del progetto “Indaco”, l’indagine epidemiologica sulla popolazione della Valle del Sacco, da parte di Asl Frosinone e Dipartimento regionale di Epidemiologia (Dep Lazio). (Leggi qui Valle del Sacco, il miracolo del Bonsignore)e poi qui Il dilemma: valle inquinata ma non “Valle dei veleni”).

Una Valle meno inquinata

Una veduta della Valle del Sacco (Foto: Pietro Scerrato)

È una Valle del Sacco a metà tra “Valle dei veleni” e “Valle dell’ipocondria”. Soffre di tanti mali accertati, vista l’alta mortalità per tumori legati allo smog e il famigerato B-Hch – lo scioglilingua Beta-esaclorocicloesano, la sostanza scarto dell’insetticida Lindano disperso da Colleferro – ancora circolante, pur sempre meno, nelle vene dei cittadini della Valle del Sacco.

Ma è una Valle che, dati alla mano, soffre di meno mali ipotizzati nel tempo. Non è vero, per esempio, che c’è un’incidenza tumorale più alta rispetto al resto del Lazio. A dirlo sono proprio i numeri raccolti per mesi dal progetto Indaco. E gli eccellenti prodotti del territorio, carni e latte prodotti nella Valle del Sacco, continuano a essere accuratamente controllati e commercializzati.

Le analisi delle aree agricole ripariali, che si accompagna alla serie di bonifiche e indagini sanitarie, serviranno per ricostruire l’inquinamento a quasi vent’anni dallo scoppio dell’emergenza ambientale e socio-economica nella Valle del Sacco. Il tutto tra i vari scaricabarile tra Ministero e Regione, la variazione da Sin a Sir e viceversa – cambio di competenza da statale a regionale, con meno potenza di fuoco a livello di investimenti, e ripristino previa battaglia legale tra Enti – e la pandemia che fermò il mondo.  

Alla ricerca di un colpevole

L’ex saponificio Annunziata, in via di bonifica nel Sin della Valle del Sacco

Da dieci anni, nel mentre, la conseguente perdita di investimenti. Chi investirebbe in una presunta “Valle dei veleni” piena zeppa di vincoli? A margine del convegno Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone, non le ha mandate a dire alla Politica: «Deve fare bene attenzione a non cavalcare il populismo, quel sentimento molto spesso antindustriale che si genera in questi casi, quando si cerca di fatto un capro espiatorio. Il responsabile dell’inquinamento è un colpevole che probabilmente oggi non c’è più».

Il responsabile dell’inquinamento, di certo, non c’è più nel fallito saponificio Annunziata: la storica fabbrica del sapone Scala, aperta dal 1929 al 1999 lungo le sponde del fiume Sacco. Da allora l’ex società è amministrata da un curatore fallimentare che «ha già svolto alcune attività di messa in sicurezza procedendo alla rimozione di materiali ferrosi, eternit e serbatoi contenenti sostanze chimiche». Per legge il curatore non era tenuto a bonificare, in quanto non responsabile dell’inquinamento.

Tutto il resto lo farà la Regione, per conto del Ministero dell’Ambiente, in sostituzione della società ormai fallita. Proprio perché non è stato accertato chi è il responsabile dell’inquinamento. Allora i soldi li mettono lo Stato e la Regione e, visto che si tratta di un’ex azienda, potrebbero riscattare parzialmente se non interamente l’ex saponificio insistente su un’area di 50mila metri quadrati. Di progetto concreto, se diventerà pubblica, c’è quello della “Città del cinema”. (Leggi qui Valle del Sacco, basta con le chiacchiere)

«Grazie a Rocca e Ghera»

Fabrizio Ghera (Foto: © Imagoeconomica, Silvia Lore’)

«Finalmente qualcosa si muove!», ha esultato il sindaco di FdI Roberto Caligiore via social e a mezzo stampa. Innanzitutto, ha voluto ringraziare il presidente Francesco Rocca e l’assessore regionale Fabrizio Ghera, delegato al Ciclo dei rifiuti. Li ringrazia perché «hanno dato corso all’accordo quadro per la bonifica della Valle del Sacco – così il sindaco di FdI -. Era fermo da marzo 2018 e entro 6 mesi avrebbe dovuto avere inizio».

Non il commissariamento voluto dal Pd bensì le sollecitazioni di FdI, a detta del primo cittadino di Ceccano, avrebbero sbloccato la questione. Quelle del deputato di casa Massimo Ruspandini, leader provinciale di Fratelli d’Italia, e dei neo consiglieri regionali Daniele Maura e Alessia Savo.

Immancabile nell’occasione Riccardo Del Brocco, assessore all’Ambiente e candidato in pectore a sindaco alle prossime Elezioni comunali. Salvo imprevisti, si svolgeranno nel 2025. Proprio quando, nel quadro della messa in sicurezza del Sin, dovrà essere conclusa la bonifica non solo dell’ex Annunziata ma anche dell’ex Snia-Bpd: con altri 1.2 milioni di euro, tra gli oltre 53 milioni destinati a bonifiche e controlli sanitari. Si trova nel Bosco Faito, il Monumento naturale ormai adottato dal Comune. (Leggi qui La Contea si riprende Bosco Faito: non un clima da faggio ma lui non lo sa).

«Frutto di sollecitazioni»

Il sopralluogo nel sito dell’ex Annunziata di Ceccano

Le sollecitazioni di Caligiore 2 e Onorevoli di FdI «stanno dando i loro frutti – commenta il sindaco di Fratelli d’Italia -. È chiaro che tutto questo non sarebbe stato possibile se nel 2016, a pochi mesi dall’inizio del mio primo mandato, non avessimo fatto e trasmesso, anche con l’ausilio dell’allora delegato all’ambiente Savoni, il progetto con la richiesta di bonifica dell’ex sito Annunziata».

È arrivata la svolta. «La trova oggi – dichiara Caligiorela bonifica della Valle del Sacco, tanto pubblicizzata dal centrosinistra al punto da far scendere a Frosinone nel marzo del 2018 l’allora presidente della Regione Zingaretti e l’ex ministro Costa per firmare in Prefettura il protocollo d’intesa, dopo il quale sarebbero dovuti partire entro sei mesi i lavori».

L’accelerazione, tra le gare d’appalto e le firme sui contratti, «è dovuta alla virtuosa filiera – conclude il sindaco di Ceccano – che si è creata con la Regione di centrodestra guidata dal presidente Rocca e al lavoro giornaliero svolto certosinamente dalla nostra amministrazione e dai nostri consiglieri regionali che ho già ringraziato per il loro impegno a favore della nostra terra». 

Dal Caligiore 1 al Caligiore 2

Riccardo Del Brocco, assessore all’ambiente di Ceccano

Nel Caligiore 1 l’assessore all’ambiente era Alessandro Savoni, oggi presidente del Consiglio comunale dopo mezzo mandato come capogruppo di FdI. Da oltre due anni e mezzo, in seno al Caligiore 2, è Riccardo Del Brocco. Anche lui ringrazia il presidente Rocca e l’assessore Ghera «per aver dato avvio a un procedimento che attendevamo da cinque anni». E rivolge un plauso al lavoro dei rappresentanti territoriali Ruspandini, in Parlamento, e Maura-Savo, in Regione.  

«Le cose iniziano a prendere la piega giusta – afferma l’assessore Del Brocco -. La riqualificazione dell’ex Annunziata rappresenta una delle grandi sfide della nostra città. Sono processi lunghi, iniziati nel 2016 grazie alla prima Amministrazione Caligiore e che solo oggi vedono qualcosa di concreto da parte della Regione Lazio».

Il Sindaco bis conclude con una massima: «Il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti toglie da dove sei. E noi oggi lo abbiamo compiuto, con determinazione e senza paura». Sembrano così lontani i tempi in cui se ne discuteva a parti inverse. (Leggi qui La bonifica? Merito mio. No, è il mio)