Nella stessa settimana il presidente della Provincia ed il sindaco di Frosinone convocano gli eletti. Buona iniziativa. A patto però che non diventi un “ passaggio” per lasciare proprio i parlamentari con il cerino in mano. Perché le eccellenze sul territorio di sono. Ma senza buona politica sono destinate ad andare via
Nella stessa settimana. Dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, sul tema dei fondi alle periferie, e dal presidente della Provincia Antonio Pompeo, per quanto riguarda la proroga della mobilità in deroga. (leggi qui Vertenza Frusinate, tante scintille ed un’altra lettera inutile)
Parliamo degli eletti della provincia di Frosinone: senatori, deputati e consiglieri regionali. Intendiamoci, il coinvolgimento dei vari livelli istituzionali è positivo. A patto però che non diventi un “ passaggio” per lasciare proprio i parlamentari con il cerino in mano.
Inoltre, nelle varie riunioni ognuno continua a ragionare dall’ottica della sua parte politica. Ergo, il gioco di squadra neppure inizia.
Dal canto loro senatori, deputati e consiglieri regionali non possono far altro che assumere impegni. Si vedrà in un secondo momento se tutto questo si tramuterà in emendamenti, atti ufficiali e proposte di legge.
Nel frattempo, però, sia il sindaco Ottaviani che il presidente Pompeo hanno fatto mettere a “ verbale” quanto detto durante le riunioni. Impegnando i parlamentari a cercare di ottenere risultati.
Una cosa è certa però: a questo punto chi dovesse riuscire ad andare a dama, opzionerebbe non soltanto la ricandidatura, ma probabilmente la conferma.
Veniamo alla mobilità in deroga.
I deputati del Movimento Cinque Stelle Luca Frusone ed Enrica Segneri hanno detto che presenteranno un emendamento al governo. per il 2019.
Il tema del lavoro, peraltro, è di competenza del vicepremier e ministro Luigi Di Maio. La domanda è: con tutto quello che sta succedendo a livello nazionale sulla manovra economica, ci saranno gli spazi per i livelli locali?
Ecco perché bisognerà battere i pugni sul tavolo e magari anche urlare. E sarebbe diverso se ci fosse un’ unica voce del territorio.
Così invece non è. Perché il capogruppo regionale del Pd Mauro Buschini rivendica quanto fatto dalla Regione. Attaccando i Cinque Stelle. E viceversa.
Stesso ragionamento riguarda naturalmente i rapporti tra Lega e Democrat. In realtà, come al solito, prevalgono tattiche e strategie.
L’eccellenza resta fattore premiante
Ma non basta La U.S. Air Force (l’Aeronautica a stelle e strisce) ha scelto il gruppo Leonardo (ex Agusta) per una maxi commessa da 2,4 miliardi. Una fornitura di 84 elicotteri militari che verranno costruiti in parte a Philadelphia e in parte in Italia. (leggi qui Mozzi e pale dalla Ciociaria per la maxi commessa Leonardo in Usa)
Saranno interessati anche gli stabilimenti di Frosinone ed Anagni. Un riconoscimento alla competitività e alla qualità del prodotto, che non potrà non avere effetti positivi anche in provincia di Frosinone. Perfino per quanto riguarda l’indotto. A dimostrazione che la strada resta quella dell’eccellenza, perfino in periodi di crisi.
Il punto è che però non basta questo per il rilancio del territorio. Non basta perché le eccellenze sono poche e perché il tessuto connettivo dell’economia ciociara è rappresentata dalle micro, piccole e medie imprese.
È per questo che serve la politica. Per creare le condizioni logistiche, infrastrutturali, fiscali, burocratiche affinché si investa e si resti sul territorio. È in questa direzione che andrebbero concentrate le forze. Ad ogni livello. Invece ognuno guarda al proprio Comune, al proprio ruolo, al proprio futuro.
Manca una visione di prospettiva. E manca perfino un “grande capo”, capace di convincere e coinvolgere tutti gli altri. Dai sindaci ai parlamentari.
Nella scuola si formano i nostri figli
Il rapporto annuale di Cittadinanzattiva sulle scuole è da brividi. Anche in provincia di Frosinone, dove ne sono state prese in considerazione 20, tra infanzia, primaria e secondaria.
Nessuno di questi edifici ha mai fatto un Piano di verifica sul rischio alluvioni. Inoltre, solo 8 su 20 hanno effettuato la verifica sulla vulnerabilità sismica. Un istituto ha effettuato operazioni di adeguamento e miglioramento sismico.
La situazione è molto estesa, in tutta Italia, oltre che in provincia. Pure su temi come l’agibilità statica e il certificato per la prevenzione incendi. Servirebbe un piano straordinario di manutenzione degli edifici scolastici, come ha sottolineato il capogruppo provinciale di Forza Italia Danilo Magliocchetti.
L’obiezione è sempre la stessa. Ma ci sono le risorse economiche? Però forse bisognerebbe anche cominciare a introdurre un altro elemento di riflessione: quali sono le priorità?
Nelle scuole ci sono bambini e ragazzi. I nostri figli e i nostri nipoti. Magari, se proprio si deve attingere al deficit, allora che lo si faccia per la manutenzione di scuole, strade e ponti. Populismo? No, buon senso. E verità.
Forza Italia e Pd ancorate a schemi superati
Una settimana fa Silvio Berlusconi a Fiuggi ha attaccato i Cinque Stelle e bacchettato la Lega. In settimana è apparso chiaro che Matteo Salvini e Luigi Di Maio andranno avanti insieme nel governo del Paese. E perfino nello scontro con l’Unione Europea.
Berlusconi si è “inventato” il centrodestra in Italia e lo ha tenuto in prima fila per 25 anni. Adesso però avrebbe bisogno di… Forza Italia. Mentre i generali e i colonnelli del Partito non danno la sensazione di poter prendere in mano la situazione e di effettuare uno scatto vero.
Gli schemi, il linguaggio e i rituali sono sempre gli stessi. Quando occorrerebbe una rivoluzione vera considerando la velocità e la forza comunicazionale dei Cinque Stelle e della Lega.
Il Pd continua mangiare i pop corn, per usare l’espressione di Matteo Renzi. Senza che nessuno dia conto di sei milioni di voti persi in pochi anni. Ma un Partito che ha governato l’Italia fino a pochi mesi fa può affidarsi ad una strategia di opposizione fondata esclusivamente sulla speranza che gli altri si schiantino?
In questo clima la stagione congressuale rischia di trasformarsi in una sorta di Vietnam per una classe dirigente rimasta senza truppe. Naturalmente gli effetti si vedono pure a livello locale.