FdI si ricompatta con 17 firme. Sindaco di centrodestra o a lui gradito (quindi pure De Donatis)

Diciassette firme sotto un documento ricompattano Fratelli d’Italia a Sora. Passa la linea che tiene aperte tutte le porte: il candidato sindaco deve essere espressione del centrodestra. Ma può essere anche un civico che però accetti di farsi “battezzare” dal centrodestra. In pillole: nessuna preclusione per nessuno. Pure De Donatis

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il faccia a faccia fra i quattordici componenti del direttivo di Fratelli d’Italia di Sora ed i tre consiglieri comunali che formano il gruppo consiliare è iniziato alle 21.25 di mercoledì 8 luglio. Circa tre ore di confronto. Per affrontare di petto una crisi interna, evitare che potesse culminare in una spaccatura. Chi dice che è stato un dibattito interno dai toni pacati non racconta la verità, chi sostiene che siano volati gli stracci racconta una bugia. Ci sono stati momenti con i toni accesi: normale che in politica ci si appassioni. Ma alla fine è passata la linea dell’unità: “Chi voleva dividerci non ci è riuscito nemmeno questa volta”.

La ritrovata unità mette fine a quattro giorni di fibrillazioni. Provocate dalle parole dei consiglieri Antonio Lecce e Simona Castagna. Avevano additato il collega di Partito Massimiliano Bruni. Accusandolo di aver sbarrato la strada a una ricandidatura del sindaco uscente Roberto De Donatis. Rimarcando che su questo tema «Bruni parla per se. Non se n’è ancora discusso all’interno del Partito»

Il motivo dello scontro

SIMONA CASTAGNA

Ma da cosa erano scaturite le dichiarazioni di Bruni, causa della reazione di Lecce e Castagna?

A turbare la calma apparente era stata un’esternazione del sindaco, durante un incontro che si è svolto circa una settimana fa tra lui e il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Doveva servire a chiarire le tensioni emerse nelle scorse settimane e ribadire che il problema lui non lo ha con FdI ma con Bruni.

Invece quell’incontro aveva gettato altra benzina sul fuoco delle polemiche infiammando ancor più gli animi (leggi qui De Donatis senza tessera punta a farsi rieleggere dal Centrodestra). Come? Sostanzialmente il sindaco confermava le previsioni di Alessioporcu.it circa l’esistenza di un progetto finalizzato a riproporre la Piattaforma Civica come modello per le prossime comunali. In pratica: quattro anni fa Roberto De Donatis era riuscito nell’impresa di aggregare pezzi di centrodestra e di centrosinistra, unendoli intorno ad un progetto amministrativo (il suo) e portandoli ad ammainare i simboli di Partito. Ora la conferma: il sindaco è pronto ad un bis, sulla base dello stesso schema politico. (leggi qui Ciacciarelli traghetta la Lega in maggioranza a Sora).

Lo scontro con Massimiliano Bruni nasceva per il progetto diametralmente opposto al quale il consigliere FdI stava lavorando, fosse uno degli uomini più in vista in questa amministrazione. Il progetto Bruni era una candidatura politica, sostenuta dal cartello unito del centrodestra: Lega, FdI e Forza Italia. Invece, in quella riunione il primo cittadino ha spiegato a Bruni il proprio progetto: farsi ricandidare dal centrodestra senza tesserarsi.

Il nodo era stato il caso Bruni

Massimiliano Bruni

«A questo punto ripristini l’accordo con Fratelli d’Italia e mi restituisci la delega ai Lavori pubblici». Così aveva sbottato Bruni, proponendo di affidarla a Simona Castagna. «Questo non è possibile», aveva ribadito il primo cittadino leggendo la richiesta di Bruni come una sorta di forzatura politica.

Ne era seguita un’affermazione di Bruni che aveva annunciato a quel punto la necessità di un chiarimento all’interno del Partito. Chiarire cosa. Con chi sta Fratelli d’Italia? Con il sindaco Roberto De Donatis? O con Massimiliano Bruni? Intende portare avanti il progetto di Piattaforma Civica bis, seppure di centrodestra? O vuole un candidato nuovo, sostenuto da una coalizione politica?

Un chiarimento a rischio. Il sindaco che tiene in piedi la sua maggioranza con un solo voto in più rispetto all’opposizione. Una maggioranza che per un terzo (tre consiglieri su nove) è rappresentata proprio da Fratelli d’Italia.

Mercoledì sera l’epilogo che ha confermato l’unità del Partito. Almeno sulla carta, almeno dal punto di vista formale. Così come era già accaduto  quando il primo cittadino a metà dello scorso maggio aveva revocato a Bruni le deleghe ai Lavori pubblici. (leggi qui Terremoto in municipio a Sora: ritirate le deleghe a Bruni e qui Deleghe? No grazie Robè, il cerino acceso resta a te ).

Una unità che si è manifestata con la firma unanime dei diciassette presenti in calce a un documento. Un atto sul quale la premessa ricostruisce tutte le fasi politiche del Partito. Fasi che vanno dall’accordo della Piattaforma civica del 2016 fino alla chiara presa di posizione già dal giugno del 2019. Proprio quando si auspicava l’unità del centrodestra.

Il concetto chiave

Massimiliano Bruni con il sindaco Roberto De Donatis

Si va verso la Piattaforma bis o il cartello di centrodestra?

Intanto il testo di mercoledì sera ribadisce un concetto chiave. Nel primo punto della parte finale del documento. «Continuare a lavorare per l’unità del centrodestra alle prossime elezioni». Una posizione che ormai da oltre un anno Massimiliano Bruni aveva ribadito in tutte le salse sostenendo sempre la necessità di «ridare un ruolo alla politica e portare Sora sui tavoli che contano». Tradotto: possiamo anche amministrare bene la città ma il modello Civico ci isola da tutti gli altri contesti al di fuori della città, sia dalla Provincia che dalla Regione e dal Parlamento perché non siamo nè carne né pesce. E infatti l’amministrazione comunale di Sora non è stata in grado di eleggere un suo Consigliere Provinciale. Mentre la vicina Isola del Liri, con meno abitanti, ha il sindaco Massimiliano Quadrini in posizioni chiave in Provincia.

Ma Sora ha un quadro politico frantumato. Senza alleanze non si vince. Quindi il centrodestra potrebbe non essere sufficiente.

Senza quadra si va alle primarie

Il Consiglio comunale di Sora

Allora c’è il secondo concetto chiave: il metodo per l’individuazione del candidato sindaco.

Al secondo punto del documento si spiega il metodo. «Dovrà essere il frutto di una scelta condivisa di tutta la coalizione di centrodestra». Che tradotto dal politichese potrebbe suonare più o meno così: nessuna preclusione a chiunque aderisce al centrodestra. Dunque nemmeno al sindaco uscente. Capolavoro di moroteismo: roba che si avvicina alle insuperate convergenze parallele.

Un passaggio fondamentale, quello del metodo di individuazione della candidatura a sindaco. Metodo che era alla base delle frizioni interne e che è stato ulteriormente evidenziato nel terzo punto del documento. In esso Fratelli d’Italia si fa promotore anche presso gli altri alleati.

La via per De Donatis

Di cosa? Della opportunità di ricorrere alle elezioni primarie qualora non si trovi un accordo sul nome.

Questo anche per allargare la coalizione ad eventuali civici che non se la sentissero di imbracciare una bandiera politica. Tutto purché si riconoscano nei principi e nei valori fondanti del centrodestra.

Eccola l’apertura a Roberto De Donatis: il candidato sindaco deve essere di centrodestra oppure ad esso gradito.

È la riabilitazione di Bruni. Il concetto, quello delle primarie, proprio Bruni aveva anticipato come uno dei metodi possibili di selezione, già lo scorso gennaio 2020  (leggi qui FdI: “Di Stefano o Porretta candidati? Buoni ma si riunisca il tavolo”).

Massimiliano Bruni ha più volte ribadito un concetto. Che le sue esternazioni circa il metodo di individuazione del candidato sindaco non erano frutto di una visione personale ma di una linea. Linea tracciata già dal giugno 2019 con il Partito locale e con i vertici provinciali, regionali e nazionali.

E prima della firma?

Roberto Mollicone

E oltre il documento? «Sono stati chiariti anche aspetti organizzativi e comunicativi». Questa la laconica dichiarazione ufficiale oltre la quale nessuno si sbilancia.

Del resto dopo aver sventato il rischio spaccatura nessuno ora ha interesse a gettare benzina sul fuoco.

In realtà la capogruppo consiliare di Fdi Simona Castagna avrebbe invece posto l’accento sul ruolo di Roberto Mollicone. Un tema che già in passato era stato motivo di scontro (leggi qui Fratelli (d’Italia) e coltelli (alla schiena): lo strano ruolo di Roberto Mollicone).

Al termine di un acceso dibattito si è arrivati alla conclusione che tutte le comunicazioni del Partito vanno concordate, condivise e poi divulgate nel rispetto dei ruoli. Che tradotto dal politichese significa che parla il coordinatore cittadino Massimiliano Contucci.  

«Ha prevalso il buon senso», ha detto il presidente del Consiglio Antonio Lecce. Lo ha detto facendo notare come si sia trovato «un punto d’incontro su una linea che non chiude la porta in faccia a nessuno».

Come vanno lette le prese di posizione?

Roberto De Donatis e Antonio Lecce

 Nei giorni scorsi si è seriamente temuto di essere arrivati al capolinea della Consiliatura. Visto il tono dello scontro politico, soprattutto fra Bruni e il sindaco De Donatis.

La verità probabilmente sta nel fatto che nessuno si può permettere di far cadere ora l’amministrazione in carica. Perché nessuno è pronto per le elezioni. Che in caso di scioglimento del Consiglio si sarebbero potute svolgere già il prossimo settembre.

E soprattutto non si è voluto chiudere la porta in faccia a nessuno. Nemmeno a De Donatis. Da qui a sette o otto mesi di acqua sotto i ponti ne passerà tanta. E a Sora ne sanno qualcosa, vista la presenza del fiume Liri che attraversa la città e dei suoi numerosi ponti. Potrebbero ritrovarsi a dover necessariamente dialogare con De Donatis. E dunque è opportuno mantenere un certo equilibrio.

Inutile sottolineare che nessuno degli esponenti di Fratelli d’Italia ha nemmeno tentato di nascondere la soddisfazione per il risultato politico raggiunto. Trovando cioè una sintesi in appena quattro giorni. E «mandando a vuoto il tentativo di chi ha giocato a spaccare».