Piacentini a muso duro: “Non ho fatto un colpo di Stato per guidare Forza Italia”.

Il coordinatore provinciale: “Non ho “vice”, non capisco perché Del Brocco si definisca tale. Cerchi le risposte dal suo mentore, ma avrebbe fatto meglio a tacere”. Intanto, dopo Cassino, situazione complessa anche ad Anagni.

La bufera sta arrivando. E Adriano Piacentini, coordinatore provinciale di Forza Italia, lo sa perfettamente. Il 31 gennaio termina il tesseramento, quindi dal giorno dopo tutta l’attenzione sarà per la convocazione del congresso provinciale.

Toccherà al coordinatore regionale Claudio Fazzone indicare modi e tempi. Se l’appuntamento si terrà a febbraio, avrà vinto Mario Abbruzzese, se invece dovesse slittare, allora sarà un punto a favore dello stesso Piacentini.

Nel frattempo, però, la polemica all’interno del Partito infuria. I video sui social network con i quali Riccardo Del Brocco sta attaccando l’operato politico del coordinatore Piacentini hanno ormai una cadenza quotidiana. (leggi qui La sfida di Riccardo Del Brocco che rischia di incendiare Forza Italia)

Adriano Piacentini dice: “Sono in politica da tempo, so distinguere tra chi parla in prima persona e chi si esprime per conto terzi. Quello che so è che non ho vice coordinatori provinciali, non capisco quindi per quale motivo Del Brocco si lasci qualificare con questo titolo. Ma ognuno si sente importante come vuole».

In uno degli ultimi video, Riccardo Del Brocco, ex vice coordinatore provinciale ed ex candidato alla Segreteria (leggi qui Coordinatore di Forza Italia, il nome è Riccardo Del Brocco) ritiratosi per evitare spaccature proprio con l’ala di Piacentini (leggi qui A pranzo Del Brocco ritira la candidatura: «Non spacco il Partito») accusa il Coordinatore uscente di non avere organizzato alcun gazebo in provincia. Niente gilet a Frosinone. perché?

Ribatte Piacentini «Tutte le domande che rivolge al sottoscritto, in realtà dovrebbe girarle al suo mentore. Cerchi risposte in quella direzione. La realtà è che ha perso l’ennesima occasione per stare zitto e per non alimentare polemiche gratuite in un momento assai delicato. Non ho effettuato un “colpo di Stato” per guidare il Partito: è stata una decisione del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale. Una decisione della quale era stato naturalmente e preventivamente informato il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente nazionale Antonio Tajani».

Già, ma adesso c’è il bivio del Congresso provinciale. Se si tiene a febbraio passa come una vittoria per Abbruzzese. Che ha chiesto il rinnovamento totale di Forza Italia, trasformandolo finalmente da un Partito Azienda ad un Partito nel quale ci si confronta e ci si conta. Le tessere – nella dottrina Abbruzzese – sono lo strumento attraverso il quale, da sempre, si è pesato il consenso interno. Se Fazzone blocca il Congresso, rischia che passi come una ritorsione per la richiesta di esautorarlo avanzata nei giorni scorsi da tre consiglieri regionali. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone) .Alla quale Mario Abbruzzese giura di essere estraneo. Ma nessuno gli crede.

Adriano Piacentini non forza la mano. «Sarà il partito a decidere il da farsi sui congressi e su tutto il resto. Da sempre sono abituato a rispettare le decisioni del partito. Non vivo il ruolo come un’ ossessione, ma come un servizio. E so che in questa fase le polemiche sono dannose. Così come i tentativi di tirare per la giacchetta i leader. Dobbiamo lavorare per unire e per ricucire. Non per dividere».

Il Coordinatore sente aria di spaccatura. «Se c’è questa bramosia di voler prendere la segreteria provinciale per quattro amici al bar lo facessero, non serve svenarsi per il tesseramento… »

Parole destinate a pesare quelle di Adriano Piacentini, che in queste ore è impegnato anche su un fronte diverso. Quello di Anagni. C’è un assessorato da assegnare (quello lasciato da Simone Pace in attesa di chiarire la sua posizione in un’inchiesta per ‘violenza privata’ leggi qui Il decreto che non è una condanna: le vie di Natalia per salvare (la) Pace in giunta) e ci sono sensibilità diverse in campo: c’è una parte di Forza Italia che spinge il sindaco Daniele Natalia per un rimpasto più ampio, c’è l’altra parte di Forza Italia che spinge per rispettare alla lettera il patto pre elettorale e sostituire sic et simpliciter il nome dell’assessore.

Piacentini teme una situazione che potrebbe assumere connotazioni politiche difficilmente gestibili sul piano politico. Peraltro con Forza Italia alle prese pure con il caso intricato di Cassino.

La bufera sta arrivando: lo scontro tra Adriano Piacentini e Mario Abbruzzese è inevitabile.