Pompeo: «Per una Regione che sia Casa delle Province»

Antonio Pompeo è ormai un brand: l'emblematica chioma bianca. Si è emozionato perché gli hanno detto che sarà sempre "Il Presidente". La Provincia di Frosinone, però, è ormai alle spalle: vuole diventare Consigliere regionale del Lazio ed essere anche «funzionale al cambiamento del Partito Democratico». L'appunto a De Angelis: «Niente correntismo esasperato nel Pd? Quantomeno fantasioso»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«La mia candidatura nasce tra le comunità del nostro territorio che mi hanno chiesto di essere rappresentate come ho fatto da presidente di Provincia di Frosinone». Lo ha detto ieri sera Antonio Pompeo tra la gente, con l’emblematica chioma bianca diventata brand, a margine della tappa elettorale di turno a Pastena.

Il messaggio più bello nell’occasione? «Sarai sempre il Presidente». Del resto continuano a chiamarlo tutti così, anche se non è più il presidente della Provincia. Ha finito i due mandati che la norma gli consentiva. È da sindaco di Ferentino, invece, che si è dimesso Pompeo: per poter presentare la sua candidatura alle Elezioni Regionali 2023, che da primo cittadino non sarebbe stata consentita.

Lo emoziona sentirsi dire che il suo operato da Presidente resterà scolpito nella memoria, ma punta ormai a farsi chiamare “Consigliere regionale”. È il bomber del tridente schierato da Base Riformista, corrente minoritaria provinciale, nella lista ciociara del Partito Democratico. Con lui, leader dei Riformisti ciociari, scendono in campo l’ex assessora di Anagni Alessandra Cecilia e la già candidata a sindaco di Pontecorvo Annalisa Paliotta.

Sicuramente all’insegna del fair play, ma è sfida nella sfida con la corrente maggioritaria: Pensare Democratico, presentata ieri direttamente dal suo leader Francesco De Angelis. (Leggi qui De Angelis come Morandi: «Pensare Democratico, apri tutte le porte»).

Diversamente Dem

La tappa a Cassino con D’Amato

Lo ha detto ieri sera alle Fornaci di Frosinone anche Sara Battisti, capolista del Pd ciociaro in quota Pensare Democratico, che «gli avversari non sono nella lista del Pd». Aveva però aperto le danze Pompeo quando i sei candidati ciociari sono stati presentati tutti insieme dal segretario provinciale Luca Fantini. (Leggi qui Il Pd ciociaro si presenta: «La lista più forte di sempre»).

Pompeo ha ricevuto l’endorsement di amministratori, diversamente renziani, come il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’omologo di Ravenna Michele De Pascale, presidente di Provincia come lui. Domani sera sarà bagnato dal vino Cesanese, presso l’azienda vitinicola Pileum di Piglio, l’incontro del tridente di Base Riformista con il candidato presidente Alessio D’Amato.

Ancor prima, a mezzogiorno, l’assessore regionale uscente alla Sanità incontrerà i medici della Asl a Frosinone con Sara Battisti. L’iniziativa “Il mondo della sanità” si terrà presso il Caffè Minotti di via Marittima.

Domani, dopo l’appuntamento odierno a Coreno Ausonio, Pompeo incontrerà i cittadini di Monte San Giovanni Campano alle ore 17 presso La Meridiana. A ruota sarà protagonista nella sala polifunzionale di Arnara, prima della soirée con D’Amato nella terra del Cesanese. Domenica concluderà la settimana elettorale all’Art Caffè di Supino (ore 11) e all’agriturismo Giudici di Anagni (ore 19). Pompeo lo sta ricordando in ogni angolo della Provincia cosa ha fatto da Presidente.   

Tale Provincia, tale Regione

Bagni di folla a nord quanto a sud per Pompeo e il tridente di Base Riformista. Lei si è costruito la candidatura con il Pd alle Regionali attraverso il doppio mandato da presidente della Provincia e sindaco di Ferentino. Cosa si porta dietro da questa prima parte di campagna elettorale? (Leggi qui Il bagno di folla per Lalla regionale ).
Il tridente di Base Riformista con il sindaco di Firenze Dario Nardella

«L’entusiasmo e l’affetto che i cittadini mi stanno trasmettendo. Per dieci anni ho amministrato una città di oltre ventimila abitanti e per otto una provincia di mezzo milione: quello che posso, con orgoglio e con soddisfazione, vantare è un rapporto autentico, quotidiano e ‘fisico’ con il territorio. È stato bello veder nascere una vera e propria ‘rete spontanea’ che si sta adoperando per sostenere la mia candidatura che sta andando oltre i confini di partito».

Antonio Pompeo è ormai un brand. La campagna social è molto visual, d’impatto, genuina. La Provincia l’ha trasformata in “Casa dei Comuni”, qual è la Regione che vorrebbe dopo quella governata dal Pd negli ultimi dieci anni? (Leggi qui Pompeo si dimette: «Ma non escludo il ritorno»).

«Una Regione che certamente impari dai giovani in termini di rapporti, di strumenti ma soprattutto che sappia ascoltarli e rispondere. Anche una Regione, però, che faccia tesoro dell’esperienza di chi, come me, ha rivestito il ruolo di sindaco e presidente. Mi sono battuto affinché la Provincia diventasse la ‘Casa dei Comuni’: allo stesso modo vorrei una Regione che si trasformasse in ‘Casa delle Province’».

De Angelis si è augurato un congresso del Pd che aiuti tutti a riscoprire carta d’identità e valori. Ha aggiunto che le correnti sono una ricchezza se il correntismo non è esasperato. Cosa si sente di dire a riguardo? (Leggi qui «Il vento sta cambiando: scommetto ancora sul Pd»).

«Sentir dire che non c’è un correntismo esasperato nel Pd mi sembra quantomeno fantasioso. La mia candidatura è al servizio del territorio ma la considero funzionale anche al cambiamento del partito, che non può essere inteso solo come la casa di una corrente o di un’altra».

Il Pd che vorrebbe Pompeo

Presidente, si spieghi meglio. Che cambiamento propone?
Antonio Pompeo con Stefano Bonaccini, candidato alla segretaria del Pd

«Il Partito Democratico deve essere la casa di tutti e deve tornare ad occuparsi dei problemi delle persone. E poi deve saper valorizzare gli amministratori e gli iscritti: non rappresentano soltanto un bacino di voti ma sono la forza attiva di questo territorio e meritano di essere sostenuti, coinvolti e considerati. È questo il Pd che ci chiede la base ed è anche per questo che siamo scesi in campo».

È venuto Bonaccini in Ciociaria e, in maniera affatto scontata, ha messo d’accordo tutte le correnti. Quel che è certo è che il Partito Democratico cambierà. La sua corsa alle Regionali è stata fortemente sostenuta da amministratori riformisti come Dario Nardella e Michele De Pascale. Qual è il Pd che vuole Pompeo? (Leggi qui La rivoluzione di Bonaccini).

«Il Pd di Nardella e Bonaccini, per l’appunto. È per questo che ho condiviso sin da subito la loro linea: non li sto conoscendo oggi, li ho visti al lavoro. Con Stefano sono stato in Conferenza Unificata: ho toccato con mano l’approccio concreto e pratico che contraddistingue anche il mio modo di fare politica. Con Dario ci scambiamo punti di vista, idee e progetti per una città a misura di futuro: quello che con la sua amministrazione è diventata Firenze è sotto gli occhi di tutti».

Lei, alla presentazione della lista del Pd ciociaro, ha detto che «la diversità deve essere un punto di forza» e che «gli avversari non sono nella vostra lista». Una competizione data per sana, ci sono pur sempre in gioco gli equilibri provinciali. Perché gli elettori del Pd dovrebbero preferire Base Riformista a Pensare Democratico? (La calma solo apparente in attesa della conta)

«Non è questione di correnti ma di metodo, approccio e contenuti, anche alla luce di quello che abbiamo dimostrato di saper fare in questi anni. Quello che ho detto lo ribadisco a chiare note: l’avversario è fuori dal Partito Democratico e il mio invito resta sempre quello di lavorare ed impegnarsi per un PD inclusivo e trasversale».