Regionali: chi vince, chi perde e chi resta a contare

I verdetti delle elezioni Regionali. E soprattutto i voti. Chi vince. Chi entra dalla porta principale. Chi da quella laterale. E chi dovrà aspettare fino a questa sera. Le polemiche in diretta. Ed i messaggi trasversali

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Più forte dei veleni: Francesco Rocca vince le elezioni nel Lazio e riporta il centrodestra al timone della Regione dopo la parentesi di Renata Polverini. Vince Giorgia Meloni che sul suo nome del presidente della Croce Rossa Internazionale si era giocata il jolly: un altro risultato come quello di Enrico Michetti al Comune di Roma questa volta non sarebbe passato senza lasciare segni.

Francesco Rocca (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

La migliore aspirina contro l’influenza che l’ha costretta al letto, per la premier sono state le percentuali. Chiare, nette, abbondanti e senza appello. Domenica nel giorno della più grande astensione nella storia elettorale del Lazio, a votare ci sono andati gli elettori del suo centrodestra ed a restare a casa sono stati quelli del centrosinistra. Cala il sipario su una generazione di elettori, di voto intruppato e di centralismo democratico.

Ad Alessio D’Amato va l’onore delle armi: per avere scelto di affrontare queste elezioni che il centrosinistra avrebbe vinto soltanto se avesse candidato Padre Pio.

Il suicidio assistito

Soltanto uno dalla consuetudine con miracoli, sofferenze e tentazioni demoniache avrebbe potuto affrontare un’elezione come questa. Che è stata l’altare della superbia, l’esaltazione del dilettantismo: un incomprensibile suicidio assistito. Il Movimento 5 Stelle passa da un battaglione di 10 Consiglieri regionali, 2 assessori di cui 1 vicepresidente ed il 22% netto (il 26% personale per la candidata Roberta Lombardi) ad un drappello di 3 o 4 consiglieri condannati ad avere nessun ruolo in Consiglio: inutili alla maggioranza ed a meno dell’11% lordo.

Il Terzo Polo è una specie di fuoco fatuo che vale un paio di consiglieri e non raggiunge nemmeno il 5%.

Giuseppe Conte (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Il delirio della superbia dei leader Giuseppe Conte e Carlo Calenda non riconoscerà mai che fino all’ultimo istante utile i loro Consiglieri regionali gli avevano detto che il Campo Largo costruito con pazienza da Nicola Zingaretti aveva funzionato. Ed andava replicato se si volevano avere possibilità di essere competitivi con un centrodestra che aveva il vento a gonfiare le vele.

L’obiettivo era quello di ridurre in macerie il Partito Democratico e poi spartirsene l’eredità portandosi a casa i pezzi più grossi. E invece il Pd più sgangherato che si sia visto nella storia recente ha centrato il 20,22% superando di quasi due punti netti il 18,32 centrato alle Politiche dello scorso settembre. Roba che pure Padre Pio c’è rimasto.

In pratica: Giuseppe Conte ha fallito l’Opa sul Pd ed il fallimento gli è costato la Regione Lazio. Azione ed Italia Viva messe insieme dimostrano che la somma di due debolezze non costituisce una forza..

Vince la formula dei Fratelli di sinistra

Fratelli d’Italia fa bottino pieno scegliendo la tattica che un tempo era della sinistra. Ha abbassato i ponti levatoi ed accolto una serie di sensibilità che sono state la sua spinta elettorale. Non per i voti che hanno portato i vari Alessia Savo (consigliere comunale di Frosinone, due volte sindaco di Torrice, già vice coordinatore provinciale di Forza Italia). O Antonello Iannarilli (ultimo presidente eletto in Provincia di Frosinone, due volte deputato, due volte consigliere Regionale, assessore nel governo Storace, coordinatore provinciale di Forza Italia). Oppure Gabriele Picano (esponente dell’area Frattini di Forza Italia e coordinatore regionale dei giovani Udeur). Il valore aggiunto è stata l’inclusività che Fratelli d’Italia ha saputo dimostrare dando accoglienza a tutti.

Daniele Maura

Il risultato è il bottino pieno. Elezione di Daniele Maura, il candidato dell’ala storica del Partito: ha preso 12.124 voti; per un soffio non è scattato il secondo seggio pieno. Ma è arrivato comunque grazie alla enorme massa di voti raccolta dal Partito guidato in provincia dall’onorevole Massimo Ruspandini: 50.089. Arriva per questo il secondo consigliere che è Alessia Savo con 10.907 preferenze. Restano fuori Antonello Iannarilli (8.808 voti), in vantaggio su Gabriele PIcano (6.338 voti). Più distanziate Nadia Belli (3.221) e Simona Castagna (1.732).

È l’esatto contrario di un Partito Democratico rissoso al punto che la Democrazia Cristiana di Vittorio Lo Squalo Sbardella era un convento di pudiche educande. La scena andata in onda ieri sera su Teleuniverso è stata un patetico epitaffio crepuscolare. Roba da far sentire un dilettante anche Humberto Morales, il regista venezuelano che portò al successo mondiale una indimenticata Mayra Alejandra protagonista di un’insuperata Luisana Mia.

Riguardiamola alla slow motion: ore 21:45, Sara Battisti fa ingresso nel suo comitato elettorale ed ufficializza la sua rielezione in Regione Lazio: ha preso 16.915 voti; ore 21:50 Francesco De Angelis ringrazia per l’eccellente risultato personale anche il sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi (5.841 voti) ed il consigliere d’opposizione di Ceccano Andrea Querqui (6.403 voti); alle 21:55 il presidente della Provincia Luca Di Stefano li abbraccia ricordando la sua elezione grazie a loro un paio di mesi fa. Ore 22:00 con malizia il direttore Alessio Porcu ricorda a Francesco De Angelis che quattro anni fa rinunciò a candidarsi come Segretario Regionale Pd ed oggi può rivendicare quel doppio successo più la migliore percentuale Pd nel Lazio, più Sara Battisti unica eletta Pd nelle province del Lazio (in quel momento, poi la lotteria dei resti assegnerà un seggio a Latina ed uno a Viterbo). Domanda: che partita giocherà all’imminente Congresso regionale?

E io vi buco il pallone

Annalisa Paliotta, Antonio Pompeo e Alessandra Cecilia

Nessuno spende una sola parola per l’altra metà della lista. Quella rappresentata dal due volte presidente della Provincia Antonio Pompeo (14.546 preferenze) con Annalisa Paliotta (4.470 voti) e Lalla Cecilia (4.977). L’esponente di Base Riformista non entra in Regione per un soffio ma nessuno potrà negare che è stato protagonista di una cavalcata assolutamente rispettabile. I rapporti sono al minimo. Tanto che Nicola Zingaretti la scorsa settimana si è tenuto alla larga dal suo comitato ma è andato a sollecitare il voto solo per Sara Battisti con il suo tridente.

Slow motion. Ore 22:15 Antonio Pompeo fa i complimenti a Sara Battisti per la sua rielezione ed al suo allenatore Francesco De Angelis e pure al Segretario provinciale Luca Fantini per non avere minimamente citato l’altra metà del Partito.

E visto che vogliono mostrare i muscoli intestandosi anche i suoi 10.710 voti gli manda a dire che “da domani faremo le opportune valutazioni”. Se ne va? “L’area di Pensare Democratico non può pensare di avere il 90% del Partito, visto che noi ed il nostro risultato non contiamo, da domani vedremo”. (Leggi qui: Regionali 2023 – Lo spoglio in diretta).

Potrebbe andare da Carlo Calenda. Che dimenticando d’essere alleato del Pd dichiara “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo“. Insomma, per il leader di Azione, non si sarebbe vinto neanche se si fosse andati uniti. E rilancia: “La costruzione di un Partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente“.

Adda passà la nuttata

Pasquale Ciacciarelli

Mentre il Pd litiga, il consigliere leghista uscente Pasquale Ciacciarelli guarda ai risultati. Non i suoi. La Lega ha conquistato il 12,32% dei consensi provinciali. E lui ha preso una quantità impressionante di voti: 13.339 preferenze. Tanto per fare un paragone: alle sue spalle c’è la miss preferenze del Comune di Frosinone Francesca Chiappini che ha preso 3.576 preferenze. Poi Veronica Di Ruscio con 2.352 seguita da Andrea Amata con 2.003. Non importa. Il suo risultato è appeso alla ripartizione dei seggi con il metodo francese. Cioè?

C’è un seggio in bilico per la Lega che è appeso tra Frosinone e Latina. A contenderselo sono lui ed il suo capogruppo Angelo Tripodi. Questione di frazioni di punto percentuale. Lo 0,3% per la precisione. Tutto è appeso alle 3 sezioni che restano ancora aperte.

Anche a Latina Fratelli d’Italia ha fatto il bottino pieno. Come a Frosinone: due Consiglieri e forse tre. Uno lo ha centrato Forza Italia eleggendo l’ex sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano. E questo ora condiziona il risultato di Frosinone dove Forza Italia ha preso il 10,46%. In Ciociaria non scatta alcun seggio azzurro.

Ci sperava Gianluca Quadrini dall’alto delle sue 5.406 preferenze. Clamoroso il risultato del sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco che sfiora la vetta grazie a 4.802 preferenze. Alle sue spalle la sub coordinatrice Rossella Chiusaroli con 4.028 voti. Segue Samuel Battaglini con 1.431.

Venti di pace su Cassino

Luigi Maccaro

Il prossimo obiettivo del centrodestra è Cassino: la seconda città della provincia di Frosinone, la più grande tra quelle governate dal centrosinistra. Le elezioni Provinciali hanno tracciato un solco profondo: a dicembre il sindaco Enzo Salera ha fatto squadra con Antonio Pompeo appoggiando legittimamente un candidato presidente diverso da quello sostenuto dall’ala di Francesco De Angelis. Che invece ha vinto, eleggendo Luca Di Stefano.

Le elezioni Regionali ora hanno scavato altre divisioni: la maggioranza si è divisa su ben quattro candidati. E Salera mercoledì vuole fare il punto sulla situazione. Tra i suoi fedelissimi c’è chi pretende un repulisti. In studio c’è l’assessore alla Coesione Sociale Luigi Maccaro, coordinatore provinciale di Demos e candidato alle Regionali. Tra lui e Salera ci sono state scintille in più di un’occasione. Maccaro tronca ogni polemica: “Senza se e senza ma, con ogni convinzione, appoggio pieno ad Enzo Salera per una sua rielezione”. Lui, candidato alternativo al sindaco: “Non ci penso, non ci ho mai pensato”.

C’è anche Marco Delle Cese, l’ambasciatore di Pensare Democratico nel sud della Provincia: “Non esistono alternative alla rielezione di Enzo Salera. Lo sosterremo con totale convinzione e lealtà”. Se mercoledì farà un rimpasto ‘politico’ e punitivo verso Pensare Democratico avrà impallinato le due colombe. Roba che pure Padre Pio…