Sodani: «Avrei voluto e votato Caligiore sin dalle Politiche»

A Ceccano l'ex assessore Mario Sodani, leader di un Patto Civico ormai spaccato, critica le scelte di FdI per la Camera e la Regione Lazio: praticamente l'onorevole di casa Massimo Ruspandini. Non lo avrebbe cambiato neanche con lui il suo "fustino": il sindaco Roberto Caligiore

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Vuole cambiare il suo fustino con due di altra marca?», chiedevano in uno storico spot televisivo. Un’offerta lì per lì allettante, ma scattava subito il rifiuto «perché più bianco non si può». Non mancò, tra le altre, la parodia nel film Il ragazzo di campagna. Anche a Renato Pozzetto, alias Artemio, chiedono se «cambierebbe il suo fustino con due qualsiasi». La risposta, d’istinto, è micidiale: «Eh, sì». «Stop, stop!», urla il regista. E via tutto daccapo.

È in fondo, anche in politica, lo scontro a distanza tra meritocrazia e convenienza. Ecco: il professor Mario Sodani non lo cambierebbe il “suo” fustino Roberto Caligiore con due qualsiasi. L’ex assessore alla Pubblica Istruzione di Ceccano, dimessosi cinque mesi fa per «ricambio generazionale» in quota Patto Civico, avrebbe voluto il sindaco di Ceccano come candidato di punta di Fratelli d’Italia alle Elezioni Regionali. Anzi, per come la vede lui, «lo avrei addirittura candidato anche in precedenza, alla Camera dei deputati».

In altre parole, aggiungendo i protagonisti: Sodani non avrebbe mai cambiato Caligiore con Daniele Maura, ormai consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Perché, del resto, lo avrebbe voluto già vedere in corsa alle Politiche 2022. Non avrebbe dunque cambiato il “suo” fustino neanche con l’onorevole di casa Massimo Ruspandini: ormai due volte parlamentare e vicecapogruppo di FdI alla Camera, nonché presidente provinciale del Partito della Meloni, a seguito dell’esperienze da assessore provinciale e vice del sindaco Caligiore.

«Caligiore? Meglio altri interlocutori»

Massimo Ruspandini, Roberto Caligiore e Daniele Maura

Caligiore stesso, a detta di Sodani, «avrebbe bisogno di interlocutori in grado di saper viaggiare come viaggia lui» per poter ambire a una candidatura di peso. Non lo nomina nemmeno una sola volta, ma nel mirino c’è chiaramente Ruspandini: fondatore e leader dell’autoctona Destra sociale impiantata a Ceccano ed esportata in tutta la provincia di Frosinone.

Del resto Caligiore si è fatto da parte in successione alle Politiche, Provinciali e Regionali. Nella nuova Giunta regionale non entrerà nemmeno Fabio Tagliaferri, assessore e coordinatore di FdI a Frosinone: impallinato sulla linea d’arrivo, forse perché estraneo a buona parte di quel mondo. A Caligiore, se si incastrano strategie politiche e volontà personali, non restano ormai che le Europee 2024 a stretto giro. (Leggi qui: Regione, il fight club della giunta: tutto fatto, la firma è alle 11 di domenica).

Ruspandini è un underdog in stile meloniano: uno che parte dal basso e stravolge i pronostici, da consigliere comunale a vicecapogruppo alla Camera dopo le esperienze da assessore provinciale e vicesindaco. Come d’altronde Maura: da consigliere comunale di Giuliano di Roma a consigliere regionale de Lazio passando per la Provincia di Frosinone.

In tanti ambiscono al post Caligiore

La Giunta comunale, tra gli altri, con il presidente del Consiglio Giovannone

Nasce outsider, tornando a Ceccano, anche l’assessore Riccardo Del Brocco: che ambisce al post Caligiore, puntando anche a sfatare il tabù degli altri due underdog, ovvero riuscire a farsi eleggere sindaco della propria città.  A Ceccano le prossime Elezioni Comunali sono programmate nel 2025. Caligiore, però, sente di meritare già da tempo l’ascesa politica per esperienza e competenza. (Leggi qui E se alla fine Caligiore facesse come Procaccini? e poi qui «Un Sindaco alla Regione rafforzerebbe Città e Ciociaria»).  

Ma la candidatura allo scranno più alto è un’ambizione che possono avere in tanti: la vicesindaco Federica Aceto e l’assessora Ginevra Bianchini, sinora fedelissime l’una di Ruspandini e l’altra di Caligiore, quest’ultima però malpancista già da un po’. Ma anche Alessandro Savoni, degradato da assessore a consigliere comunale tra prima e seconda Amministrazione Caligiore. Si fa anche il nome di un altro grande elettore: il presidente del Consiglio Fabio Giovannone. Sono tutti, come il dirigente provinciale Del Brocco, di Fratelli d’Italia.

Ad avvicinarsi tantissimo a FdI, nell’amministrazione ormai monocolore per via dello strappo con la Lega provinciale, sono stati anche coloro che sono diventati assessore e consigliera di Patto Civico dopo il passo di lato del leader Sodani: Marco Mizzoni, già capogruppo consiliare e cofondatore del gruppo, e Simona Sodani, entrata al suo posto da prima dei non eletti. Alle Regionali il duo ha sostenuto pubblicamente il candidato di FdI Daniele Maura, provocando una vera e propria frattura all’interno del variegato gruppo civico.

Il Centrodestra inizia a sgretolarsi

Una seduta del Consiglio comunale di Ceccano con vari protagonisti

Patto Civico è ad oggi la quarta forza di maggioranza dopo le liste Caligiore Sindaco (Bianchini), Fratelli d’Italia (Aceto e Savoni) e Grande Ceccano (Del Brocco), prima de La Mia Ceccano (Giovannone). È una lista che alle Comunali 2020 ha preso quasi novecento voti, oltre la metà accompagnati dalle preferenze per Mizzoni (361) e Simona Sodani (163). Che alle Regionali hanno votato e fatto votare per Fratelli d’Italia.

Le dimissioni di Mario Sodani, dopo la defenestrazione di Stefano Gizzi da Lega e Giunta per filoputinismo, hanno fatto segnare lo spartiacque tra le due Amministrazioni Caligiore. La Giunta Caligiore 2, eccetto il Sindaco, è completamente diversa dalla prima. È stato accentuato, a tal proposito, il ringiovanimento dell’esecutivo di Palazzo Antonelli.

Dopo l’uscita di Gizzi e Sodani, però, non esistono più assessori bensì consiglieri delegati alla Pubblica Istruzione e alla Cultura. Nell’ordine Simona Sodani, Patto Civico filo-FdI, e Alessio Patriarca, ancora autosospeso ma ormai lontanissimo dalla Lega. Un altro nome, quello del fedelissimo di Gizzi, che non è di certo da escludere dalla lista dei possibili candidati a sindaco. Al contempo, dopo le vicende elettorali, la Lega pare ormai prossima a passare all’opposizione con il consigliere Marco Corsi: candidato civico della Lega alle Regionali e ormai commissario del Carroccio locale. Rimasto nel frattempo, però, senza leghisti ma anche senza civici. (Leggi qui Scendono (quasi) tutti dal Carroccio di Corsi).

La frattura dentro a Patto Civico

L’ex assessore Mario Sodani con il suo successore Marco Mizzoni
Professor Sodani, dimissioni per «ricambio generazionale» ma accelerate, no?

«Sì. C’era l’accordo per le mie dimissioni, vista la costruzione di Patto Civico e il rapporto d’amicizia con Marco Mizzoni, ma politicamente c’è stato un anticipo dei tempi. L’opportunità delle Elezioni Regionali potrebbe averli accelerati. Certo è che ho lavorato benissimo per sette anni con Roberto Caligiore, che non mi ha mai fatto pressioni sulla scelta partitica. C’è sempre stato rispetto. Sapeva e sa, d’altronde, che sono un centrista di natura. Non mi sarei mai schierato apertamente, fino quasi all’adesione, con Fratelli d’Italia. Se non appare nessun vessillo di Patto Civico, ma si lavora solo e soltanto sotto il simbolo di FdI, io non lo avrei di certo fatto».

L’hanno fatto, invece, l’assessore Mizzoni e la consigliera Sodani. Si è spaccato Patto Civico?

«Patto Civico esiste ancora, ma l’assessore Mizzoni e la consigliera Sodani devono chiarire cosa intenderanno fare. Se sono schiacciati verso Fratelli d’Italia, decideranno di conseguenza. Preferisco la diplomazia politica, sto aspettando di sapere che cosa vorranno fare da “grandi”. Sanno bene che Patto Civico non sta solo a Destra, perché ci sono diverse matrici che vanno da Rifondazione Comunista e passano per il Centro. Patto Civico resta forte proprio per questa grande capacità di dialogo. L’avere diverse visioni e voci, rispetto a un progetto da realizzare, certamente garantisce una sintesi migliore. Se si diventa unidirezionali, non me la sento più di discutere».

Si sente di parlarne con Marco Mizzoni e Simona Sodani?

«Mi sarei aspettato di certo più considerazione dal nuovo assessore e dalla nuova consigliera comunale, proprio in virtù dell’esperienza forte che ho fatto e di come li ho guidati. In alcuni ambienti, dicevano i latini, «promoveatur ut amoveatur» («sia promosso affinché sia rimosso»). Qui, invece, non c’è stata nessuna promozione (sorride, Ndr). Sono stato un po’ isolato nel rapporto con chi ha fondato Patto Civico assieme a me e chi è entrato successivamente. Sostenere Fratelli d’Italia è stata una loro scelta, non sono stato minimamente coinvolto».

«Io avrei voluto e votato Caligiore»

L’ingresso in Consiglio di Simona Sodani
Dica un po’, come l’ha presa la loro scelta?

«Ne ho preso atto. Per educazione e formazione, non vado allo scontro. Aspetto che le persone maturino. Spero che prima o poi ci sia un confronto. E che mi inviteranno anche a un confronto su questo particolare binomio amministrativo. Se Patto Civico vuole andare avanti, deve farlo con tutte le sue anime, con il coinvolgimento di tutte le persone. Per una decisione del genere mi sarei aspettato che fossero invitati tutti coloro che avevano contribuito alla riuscita generale. Si finisce altrimenti per restare in pochi. Patto Civico ha contribuito all’elezione di questa Amministrazione con i suoi quasi novecento voti, che è il risultato di tutti i candidati in lista, non dei singoli».

Sta dicendo che il “suo” Patto Civico potrebbe uscire dalla maggioranza?

«Si faranno le valutazioni del caso, anche delle scelte fatte dalla maggioranza. Il dato di fatto è che un’intera Amministrazione comunale ha portato un certo contributo al candidato di FdI, ma dall’altra parte il candidato del Pd Andrea Querqui ha ottenuto un risultato superiore. Allora mi chiedo se questa Amministrazione cammina ancora compatta o avrebbe magari preferito sostenere una candidatura alternativa. Secondo me, sarebbe stato più logico dare disco verde al nostro sindaco e candidarlo alle Regionali. Lo avrei candidato addirittura anche in precedenza, alla Camera dei deputati».

Avrebbe significato non candidare Ruspandini alle Politiche e Maura alle Regionali. Avrebbe preferito Caligiore in entrambi i casi?

«Sì. È un uomo che ha lavorato tanto, con cui ho avuto il piacere di collaborare, e in sintonia con altri assessori abbiamo dato un volto nuovo a questa città. Quella delle Regionali è l’ennesima scelta partitica. Dobbiamo andare a vedere anche il peso dell’esperienza e la differenza di preparazione, senza nulla togliere all’amico Daniele Maura. Posso dire che, se il candidato fosse stato Caligiore, io sicuramente lo avrei votato. Mi auguro che abbia presto la sua opportunità, ma avrebbe bisogno di interlocutori in grado di sapere viaggiare come viaggia lui».

Alla volta delle Comunali 2025

Mario Sodani, leader di Patto Civico, già assessore alla Pubblica Istruzione
Si sta già muovendo per le prossime Comunali?  

«Patto Civico sta attivando nuove collaborazioni, anche e soprattutto in vista delle prossime Comunali. Ha una scuola di formazione politica, un gioiello apartitico di Ceccano, qualcosa di straordinario perché dà la possibilità alle persone di poter comprendere che cos’è l’impegno politico. Incontriamo magistrati, avvocati, ingegneri, giornalisti, intellettuali, tecnici, storici, esperti di comunicazione e redazione degli atti. E lo mettiamo a disposizione di tutti, per apprendere e fare politica».

Il Patto è destinato a restare Civico?

«Abbiamo ricevuto diverse proposte da gruppi politici strutturati, ma non abbiamo mai accettato. Rivendichiamo questa indipendenza di essere una Civica che aggrega. In futuro auspico una collaborazione ancora più larga, perché Ceccano necessita di politica trasversale. E di saper progettare, andare oltre le direttive di Partito. Se non sono consone e adeguate per Ceccano, bisognerebbe avere il coraggio di andarci contro quelle direttive. Io penso alla crescita di questa città, abbiamo fatto tanto e potremmo fare ancora di più».

Cosa si potrebbe fare di più per crescere?

«Mi auguro innanzitutto che ci sia una selezione della classe politica basata sulla meritocrazia. Stiamo vivendo un momento assurdo, di poca capacità e conoscenza, soprattutto di poca capacità dell’applicazione delle poche conoscenze che si hanno. Così si porta tutto allo sbando. È necessario riappropriarsi dell’autorevolezza per andare a ricoprire con coscienza e scienza un ruolo che non può essere demandato. A maggior ragione per il numero di astenuti alle elezioni».

«Chi non è in grado, si autoescluda»

Mario Sodani a un evento in maschera patrocinato dal Comune
C’è forte astensionismo. A lei che messaggio è arrivato?

«L’astensione è un chiaro messaggio. Le persone vogliono avere la capacità di poter scegliere, senza un quadro già imposto, con una scelta libera e consapevole. In politica non si può più fare la scelta del male minore, bisogna saper scegliere le persone adatte a ricoprire gli incarichi. Io sto collaborando con persone di Sinistra, Centro e Destra per vedere se si riesce a fare qualcosa di interessante e consolidato nel prossimo futuro».

Professor Sodani, vuole candidarsi a sindaco?

«Quello che perseguo è un nuovo Umanesimo democratico, con la Persona al centro. Per la candidatura a sindaco chissà, ho ho sentito tanti nomi. Soprattutto nel Centrodestra sono tantissimi. Io sono disposto a dialogare con tutti, non mi tiro indietro per la mia città».

Cosa intende fare allora?

«Sono pronto a costituire un interessante gruppo di lavoro. Adesso Ceccano ha bisogno di persone che diano fiducia alla cittadinanza. Che la rassicurino e siano in grado di poter portare avanti Ceccano, che è fatta di tantissimi giovani preparati e specializzati. È necessario che la classe politica sia alla loro altezza, le persone si dovrebbe autoescludere se non sono in grado di ricoprire incarichi importanti».