Ultima chiamata di Costa a Villa: resetta e ripartiamo

Crisi al comune di Formia: Costa tiene accesa la linea del dialogo la prima cittadina. E le offre un salvagente. A patto che azzeri tutto e dia un segnale di rottura con la vecchia giunta. Senza salvataggi ad personam che porterebbero con sé i fallimenti dell'ultimo biennio.

Niente dimissioni. Nessun rimpasto. La via per evitare il collasso dell’amministrazione Villa a Formia è l’azzeramento della Giunta, la ricomposizione ex novo, nella totale discontinuità con il passato. Creando un Governo di unità cittadina che coinvolga tutti, anche le opposizioni. A tracciare la rotta al sindaco Paola Villa è stato Giovanni Costa, il primo a chiamarsi fuori dalla sua maggioranza nei mesi scorsi.

Indica la via ora che da qualche giorno il suo esempio è stato seguito da altri quattro rappresentanti della coalizione civica. Sono Ida Brongo, Lino Martellucci e Dario Colella di Ripartiamo con voi ed il capogruppo di Formia Vinci Antonio Capraro. L’hanno lasciata senza una maggioranza con la quale governare; la sindaca resta a galla solo perché le è stato garantito per ora un appoggio esterno. (Leggi qui (Leggi qui Ripartiamo… senza sindaco: la civica molla Paola Villa). Nessun aiuto le è arrivato dal vertico di ciò che resta della maggioranza. (Leggi qui Villa all’angolo, studia da ‘dimissionaria’)

Il dialogo Villa – Costa

Paola Villa

Nonostante sia stato il primo ad andare via, il primo cittadino continua a dialogare con Giovanni Costa, ex assessore alle Attività Produttive del Pd nel “Bartolomeo Quater”.

Lo aveva messo spiegato nero su bianco il sindaco, nella nota diffusa nei giorni scorsi. Specificando di essere legata «al consigliere Giovanni Costa da un rapporto molto franco e rispettoso della sua dichiarazione di indipendenza».

Che sia «nato un confronto vivace, sano e leale» lo conferma il commercialista di Formia. Che ad Alessioporcu.it rivela di aver avanzato al sindaco di Formia la sua proposta per tirarsi fuori dalle secche della crisi. Con una premessa: Giovanni Costa ha messo in chiaro di non essere interessato a ritornare.

Anzi, ha aggiunto di più. Ha interesse a restare all’opposizione dove potrebbe far debuttare un soggetto politico, Democrazia Solidale. Soggetto balzato agli onori della cronaca dopo la volontà esternata sulle colonne del quotidiano Avvenire dall’assessore regionale Paolo Ciani: l’altro giorno ha dato la sua disponibilità a candidarsi a sindaco per il centrosinistra alle amministrative al comune di Roma della prossima primavera. (Leggi qui Ciani pronto a candidarsi. E Sassoli conferma il suo No).

Costa è salito al secondo piano del palazzo municipale per incontrare il sindaco di Formia. E annunciandole l’inaugurazione a Formia del circolo “Partecipazione e libertà” aderente a “Demos”, ha avanzato la sua ricetta per «tentare di andare avanti».

La ricetta per andare avanti

Alessandra Lardo

Innanziutto l’azzeramento di quel che resta della Giunta dopo le dimissioni (ufficializzate) dell’assessore allo sport di Alessandra Lardo. Nonché dopo quelle annunciate del collega di gruppo Lino Forte ai Lavori Pubblici.

Costa ha posto il primo paletto al sindaco di Formia: nessun rimpasto. Invece ricomposizione ex novo dell’esecutivo per dare un «chiaro segnale di discontinuità». Segnale rispetto a «quei due anni di non amministrazione».

La posizione di Costa è forte e l’interessato lo sa. Sinora (in 27 mesi) hanno abbandonato volontariamente la Giunta ben sei assessori, un record.

La giunta che perde pezzi da sempre

Il sindaco Paola Villa con l’assessore Kristian Franzini

Sono rimasti in carica i tre delegati fedelissimi del sindaco di Formia. Sono Orlando Giovannone (ambiente), Carmina Trillino (vice sindaco, cultura e servizi sociali). E soprattutto il fondatore del progetto che ha consentito a Villa di vincere le elezioni, Vale a dire l’assessore al turismo Kristian Franzini.

Per Costa non sono tollerabili forme di salvataggio ad personam. E lo chiarisce subito avendo all’orizzonte l’assessore Franzini. «Non possiamo permetterci di avere tante associazioni che nelle prossime settimane non potranno svolgere le rispettive attività sportive. Questo all’interno delle scuole e per le limitazioni imposte dal Covid. Invece poi organizziamo manifestazioni spettacolari di inesistente appeal».

«Il tutto utilizzando fondi con gravi variazioni di bilancio. Sono soldi che con le minoranze avevamo destinato in bilancio di previsione. Destinato ad un fondo per sostenere famiglie e imprese. Cioè sistemi in ginocchio a causa della pandemia. Il fallimento dell’amministrazione Villa si può sintetizzare in questa grave vicenda. Tutto qua».

Un governo di salute pubblica

Paola Villa

Costa invoca una buona dose di coraggio del sindaco di Formia. Lo fa anche quando parla del varo di un «governo di unità cittadina».

Eh sì, invoca da parte del primo sindaco donna di Formia il coinvolgimento di «tutte le minoranze». Dal Pd a Fratelli di Italia passando dalla Lega a Forza Italia.

Anche qui c’è una motivazione politica ma soprattutto amministrativa. «L’arrivo di un commissario Prefettizio sarebbe una sciagura. Sciagura per una città che, alla luce delle tante e gravissime emergenze, potrebbe chiudere i battenti. Non mi riferisco tanto alla pandemia. Piuttosto alle tante incognite esistenti sul tappeto. Sono coincidenti con l’avvio del nuovo scolastico».

«E sono incognite che questo corso amministrativo non ha saputo affrontare. La strada litoranea a rischio chiusura per il traffico pesante. Il rischio di perdere finanziamenti di 10 milioni di euro del governo per realizzare nuove scuole. Per finire la situazione di alcuni nuclei familiari isolati. Lo sono perché non si riesce a realizzare o far realizzare in via delle Fosse un semplice muro. Un muro di contenimento crollato dopo un temporale».

Costa considera una sciagura una nuova gestione commissariale del comune. Lo fa «perché in quella circostanza, in assenza della politica vera succede una cosa. Aumenta soltanto il peso contrattuale e politico dei dirigenti e dell’apparato burocratico del comune».

Villa ‘colpevole’ ma non solo lei

Il municipio di Formia

Insomma serve un scatto di reni e Costa invita la professoressa Villa «ad assumersi ora le dovute responsabilità. Ne ha tante ma sarebbe ingiusto e scorretto buttarle la croce addosso. Con un pizzico di onestà intellettuale dovrebbero guardarsi allo specchio soprattutto i consiglieri di maggioranza. Consiglieri che in questi due anni sono rimasti in religioso silenzio. Avallando scelte che ci hanno resi impopolari in una città. Questo a poco più di due anni in cui, dopo il trionfo elettorale, i cittadini avevano riposto in noi tante belle speranze».

Lo scioglimento del consiglio comunale sarebbe un grave atto di irresponsabilità politica: Costa ha esternato questi concetti al sindaco di Formia.

Sindaco che «dovrebbe avere forza ed umiltà di coinvolgere in questa fase nuova gli amici delle minoranze. Personalmente non voglio avere scrupoli di coscienza. Potrei essere il primo, stando all’opposizione, ad essere interessato ad andare a capo. Ma guardo, senza ipocrisia e retorica, all’interesse e al bene di Formia».

L’ex assessore Dem ricorre, concludendo, alla prima personale plurale. Lo fa quando sostiene che la sua iniziativa potrebbe essere “l’ultima chiamata” prima del possibile baratro. «Dobbiamo provarci. E’ vero, abbiamo rotto i cocci. Con la fine di questa consiliatura non ci resterebbe altro che raccogliere la polvere».

È in corso il tentativo del sindaco di Formia, attraverso il consigliere Costa, di consegnare il cerino accesso nelle mani delle opposizioni? Questo per essere considerata, in caso di mancato ricompattamento all’interno della maggioranza, la vittima di un assassinio politico? Assassinio ordito dal passato che vuole tornare a tutti i costi?

Left si accoda: serve coraggio

Il consiglio comunale di Formia

A sollecitare, a sinistra, “atti responsabili e coraggiosi” è il coordinamento del movimento “Left”.

Secondo cui le dimissioni di altri due assessori e le dichiarazioni di indipendenza di quattro consiglieri hanno determinato un fatto. Hanno «contribuito ad alimentare un clima d’instabilità politica. Portandola a limiti estremi, insostenibili, dannosi. L’attuale stagione di governo, rispetto alle scelte amministrative più importanti e decisive, ha inchiodato la città ai blocchi di partenza. E senza mai dare il via. Un percorso contraddistinto da incertezze. Da tanti, troppi abbandoni, azioni politiche poco incisive. E distanze incolmabili tra amministratori e cittadini, tra bisogni e risposte».

Anche “Left” chiede all’attuale corso di governo «un coraggioso atto di responsabilità. Perché, al di là delle dispute o confronti politici, ci sono Formia e i formiani che attendono». Per la risoluzione dei tanti problemi. E per essere all’altezza delle sfide che la società odierna gli stanno ponendo davanti.