Entrambe le realtà politiche hanno smarrito le formule vincenti degli anni passati. E anche i leader non sono quelli di un tempo. Ma nonostante tutto il centrodestra non ha bisogno di riunirsi, mentre al Pd serve una svolta.
A Frosinone come a Latina. A destra come a sinistra. Le formule vincenti degli anni passati sembrano scomparse. Limitando lo sguardo agli ultimi anni: a Fondi e Terracina Forza Italia e Lega sono andate alle elezioni insieme mentre Fratelli d’Italia è andata su un suo candidato. A Formia si sta prospettando lo stesso scenario ma questa volta con la Lega da una parte e Forza Italia dall’altra, FdI sta decidendo chi appoggiare. A Sora il centrodestra sta discutendo da un anno senza trovare nemmeno qualcosa che assomigli ad una sintesi e meno ancora ad un candidato unitario. A Frosinone Nicola Ottaviani (coordinatore provinciale della Lega) snobba da mesi le grida di Fratelli d’Italia.
La stagione della discordia
Perché i leader del centrodestra provinciale non si incontrano e fanno fatica a trovare una linea comune? Non è semplice rispondere a questa domanda. In provincia di Frosinone, ai tempi di Antonello Iannarilli, Alfredo Pallone (Forza Italia), Alessandro Foglietta (An) e Anna Teresa Formisano (Ccd) il centrodestra vinceva, governava, a volte litigava, ma era una coalizione. E lo era anche qualche anno dopo, quando al timone c’erano Mario Abbruzzese (Forza Italia), Franco Fiorito (An) e la solita Anna Teresa Formisano, anche se coadiuvata in parte da Angelo D’Ovidio.
Una coalizione che ha segnato pagine importanti sul piano locale. La prima frattura si è consumata con l’elezione di Antonello Iannarilli alla presidenza della Provincia, quando proprio Alessandro Foglietta (uscito da An) e Anna Teresa Formisano (Udc) strapparono e sostennero Domenico Marzi (ex Pci-Pds-Ds e già sindaco di Frosinone per due mandati) alla guida dell’ente.
La stagione diversa
Ma adesso la situazione è completamente cambiata. Intanto perché l’assetto del centrodestra non è più quello di un tempo. Il Partito di maggioranza relativa della coalizione, anche nei sondaggi, è le Lega. E in questo territorio il Carroccio è rappresentato dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale del Partito. Ma per la verità nella Lega le carte le dà il coordinatore regionale e sottosegretario Claudio Durigon. Con il deputato Francesco Zicchieri che però dice la sua. Con i parlamentari Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa che non rinunciano al loro ruolo. Con il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli che è in campo. Insomma, tante “anime”.
In Fratelli d’Italia è diverso: comanda il senatore Massimo Ruspandini. Ad Alessandro Foglietta e Antonello Iannarilli non sta bene, ma nessuno dei due ha la forza per rappresentare un’alternativa possibile.
Poi c’è Forza Italia. Nessun dubbio sulla leadership del senatore, coordinatore regionale e commissario provinciale Claudio Fazzone. Però il coordinatore nazionale Antonio Tajani un ruolo lo mantiene. Inoltre, la spaccatura interna è notevole: da una parte Daniele Natalia, Adriano Piacentini e Rossella Chiusaroli, dall’altra Gianluca Quadrini e Gioacchino Ferdinandi.
Il senso di coalizione
In questa situazione, però, quello che manca è proprio il senso di coalizione. Non c’è: le alleanze che (a volte) sono state definite alle comunali non fondano su una reale condivisione ma soltanto da una legittima convenienza elettorale. Spesso funzionano per la debolezza di un centrosinistra scomparso letteralmente dalla scena politica provinciale.
Il Pd prova a reggere, ma è la copia sbiadita del Partito dei due Francesco (De Angelis e Scalia). In queste condizioni il centrodestra può permettersi perfino di non riunirsi. La prova della verità si avrà tra oltre un anno alle comunali di Frosinone.
Soltanto in quell’occasione Nicola Ottaviani (Lega) e Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) scopriranno le carte.