Il vento è cambiato anche nell’ex polveriera

Oggi, dopo quello nell'ex saponificio Annunziata, il sopralluogo nell'ex Snia Bpd: in mezzo al monumentale Bosco Faito. È ormai tempo di bonifica e analisi anche nella storica industria che faceva le bombe per la Seconda guerra mondiale. Il sindaco Caligiore: «Accelerazione delle bonifiche, emergenza ambientale inascoltata per anni»

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Era semplicemente il momento che il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, aspettava da più di sei anni: l’apertura dei cancelli per la bonifica e le analisi nell’ex Snia Bpd. Si è svolto stamane il sopralluogo generale da parte di Regione Lazio e ditta aggiudicataria. Verrà rimossa un’enorme distesa di amianto e si andrà alla ricerca di altre potenziali fonti di inquinamento.   

Nel marzo 2017 Caligiore volle un tavolo tecnico con Regione Lazio, Provincia e Asl di Frosinone. Prima della fine dell’anno, visti i risultati delle analisi, emanò un’ordinanza di divieto di pascolo nella storica polveriera Snia Bomprini Parodi Delfino. Nascosta dal Bosco Faito, produsse bombe per la Seconda guerra mondiale e diventò obiettivo sensibile dopo lo scoppio della Guerra del Golfo.

Ormai è ricoperta da 14mila metri quadri di eternit in maggior parte già deteriorati. Quindi pericolosi per la salute quantomeno dei residenti di Valle Fiorletta, dove protestano e raccolgono firme da oltre trent’anni. L’ordinanza sindacale, però, fu impugnata agli inizi del 2018 da un allevatore. E poi annullata dal Tar per abuso del principio di precauzione. Perché? Non è scientificamente dimostrato che l’amianto sia dannoso per le carni da macello. Ma soprattutto non erano state ancora fatte nemmeno le analisi di suoli e acque previste dal 2010 nel sito.

“Polveriera degli animali”

Maiali al pascolo nell’ex polveriera Snia-Bpd

Non era dato sapere, dunque, se quegli ottanta ettari fossero inquinati o meno da altre tipologie di rifiuti. In tivvù la ribattezzarono “Polveriera degli animali”: centinaia di maiali, capre, asini e cavalli a scorrazzare vicino e dentro all’area ricadente nel Sito di interesse nazionale (Sin) della Valle del Sacco.

Il Caligiore 1, sin dal giugno 2018, decise anche di “riprendersi” il Bosco Faito: ormai da quasi quindici anni Monumento naturale regionale, un’area verde di oltre trecento ettari protetta dalla cementificazione. Il passaggio di gestione dalla Provincia di Frosinone, ritenuta inadempiente, al richiedente Comune di Ceccano si sta per concretizzare in maniera formale.

Da ormai dieci mesi, mettendo fine ad annosi scaricabarile e attriti politici, la Regione Lazio ha detto sì all’adozione. La bozza di decreto era stata approvata ad aprile ed era arrivata sul tavolo dell’allora presidente Nicola Zingaretti. L’iter è andato avanti e sarà finalizzato dalla nuova Giunta guidata da Francesco Rocca. Come, del resto, anche le bonifiche dell’ex Snia Bpd e dell’ex saponificio Annunziata. (Leggi qui La Contea si riprende Bosco Faito e poi qui La bonifica che era del Pd e sarà di FdI).

«Il vento è cambiato»

Il sopralluogo nell’area dell’ex polveriera Snia Bpd

All’ex Snia Bpd, come all’ex Annunziata, erano presenti il sindaco Caligiore e l’assessore all’ambiente Riccardo Del Brocco: il successore nel Caligiore 2 del presidente del Consiglio comunale Alessandro Savoni. Hanno sempre criticato la Regione a guida Pd per i macchinosi procedimenti ed i ritardi. Ora possono celebrare il loro Partito, Fratelli d’Italia, per averli finalizzati.   

«Un altro passo importante – lo ha definito Caligiore -. La Regione si è impegnata prioritariamente a fare un piano di bonifica dell’area in cui è presente molto amianto, dopodiché attraverso sondaggi, carotaggi, analisi e perimetrazioni si procederà a uno studio concettuale d’intervento dell’area per comprendere, vista la complessità dell’intervento, davanti a che tipo di inquinamento ci troviamo, per poi procedere alla caratterizzazione e alla bonifica».

Il vento, a detta del sindaco di Ceccano, è cambiato: «Stiamo assistendo a una sorta di accelerazione delle due grandi bonifiche che ricadono nel territorio di Ceccano, sui due siti che per anni hanno rappresentato un’emergenza ambientale inascoltata – afferma Caligiore -. Per questo ringrazio il presidente Francesco Rocca e l’assessore regionale per la bonifica Fabrizio Ghera che, finalmente, hanno dato corso all’accordo quadro per la bonifica della Valle del Sacco, fermo da marzo 2018 e che entro 6 mesi avrebbe dovuto avere inizio».

Vince chi bonifica

Una delle strutture dell’ex polveriera di Bosco Faito

Sarebbe tutto merito delle sollecitazioni dell’Amministrazione Caligiore e dei suoi Onorevoli: il deputato ceccanese Massimo Ruspandini, presidente provinciale di FdI, e i consiglieri regionali di bandiera eletti cinque mesi fa: Daniele Maura e Alessia Savo. Non avrebbe proprio niente a che fare, visto che lo ritenevano oltretutto fallimentare e deleterio, con il commissariamento della bonifica del Sito di interesse nazionale Bacino del fiume Sacco. (Leggi qui Valle del Sacco, il miracolo del Bonsignore).

A novembre scorso, poco prima che Zingaretti si dimettesse per candidarsi alle Politiche, avvenne lo storico lancio delle gare d’appalto. Partivano le gare di affidamento delle bonifiche di nove siti industriali dismessi e delle indagini ambientali ed epidemiologiche. Nei giorni scorsi, con Rocca insediato da quattro mesi come presidente, si è arrivati alle firme sui contratti. Finirà come nel calcio: nessuno ricorderà chi costruì l’azione, ma tutti non dimenticheranno chi farà gol.

«È chiaro – continua Caligiore che tutto ciò non sarebbe stato possibile e neanche iniziato se nel 2016, dopo soltanto pochi mesi dall’inizio del mio primo mandato, non avessimo fatto e trasmesso il progetto con la richiesta di bonifica dei due siti, poiché la bonifica dell’ex Annunziata e dell’ex Snia-Bpd erano due punti chiave del programma elettorale che ha portato, per la seconda volta, il centrodestra a Palazzo Antonelli».

In attesa del barbecue

Uno dei capannoni dell’ex Snia Bpd, invasi da amianto

È lo stesso programma in cui, allo specifico capitolo “Bosco Faito” c’è scritto che saranno realizzati percorsi naturalistici ed escursionistici, aree attrezzate per picnic e barbecue, bambini e famiglie. «Quello che ci è apparso agli occhi – ha detto l’assessore Del Brocco dell’ex Snia Bpd – è davvero un paesaggio incredibile, surreale, che fa parte della storia industriale della nostra città, ma che deve entrare a pieno titolo nello sviluppo futuro della Ceccano che verrà».

L’area dell’ex polveriera, visto che la Regione investirà 1.2 milioni di euro per bonifica e analisi in sostituzione e in danno della società fallita, potrebbe diventare parzialmente se non interamente pubblica e fruibile all’interno del monumento naturale.  

«L’area di Bosco Faito, sulla quale il sindaco Caligiore e questa Amministrazione hanno avviato e quasi concluso l’iter di gestione da parte del Comune – conclude il delegato all’ambiente – sono state sempre al centro del nostro programma amministrativo. Certo, sono pratiche lunghe e complesse, ma le grandi sfide si vincono sulla lunga distanza e noi non ci sottrarremo». (Leggi qui Caligiore 1 e Caligiore 2 su Bosco Faito).