Pd Ceccano, la tregua armata è già finita

Il dem Nicolino Ciotoli mette in chiaro che il gruppo dei "Democratici per Ceccano" ha boicottato il congresso che ha portato all'elezione di Giulio Conti come segretario. «Un meritato riconoscimento», invece, secondo il leader di Base Riformista Antonio Pompeo

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Giulio Conti, neo Segretario del Pd Ceccano, lancia il Patto per la ricostruzione: punta a riaggregare le varie sensibilità Dem della città. Chiede di tornare ad essere una comunità: è la parola d’ordine del documento programmatico promosso dalla lista Per Ceccano. Ma la tregua armata scattata il giorno del Congresso in casa Pd è già finita: tutto ad appena tre giorni dall’elezione dell’ex capogruppo consiliare al ruolo di Segretario. (leggi qui Conti segretario Pd: l’unità è solo un miraggio).

Nicolino Ciotoli, già amministratore e Segretario, non ci sta a far buon viso a cattivo gioco. Perché fa parte dei Democratici per Ceccano, scesi in campo in veste civica alle ultime elezioni comunali. Il suo fronte ha boicottato il congresso cittadino. «Ci siamo rifiutati di partecipare attivamente al Congresso per non legittimarlo. – sostiene ora Ciotoli -. Abbiamo fatto presente di continuo che non c’erano le condizioni per procedere al tesseramento e di conseguenza a un’immediata fase congressuale. Per noi non ci sono le basi per la ricostruzione, anzi».

Il segretario provinciale Luca Fantini e il subcommissario Angelo Pizzutelli, nell’occasione, hanno precisato invece all’unisono l’esatto contrario: che, malgrado le difficoltà derivanti dall’emergenza Covid, «tutti sono stati messi nelle condizioni di procedere al tesseramento». E che, oggi come oggi, le correnti devono convivere e essere sinergiche.

Il peso del tesseramento

I vertici del Pd con Giulio Conti e Davide Di Stefano

Giulio Conti non ha perso tempo ed ha dato il via al suo infallibile porta-a-porta: portando almeno 70 – degli oltre 100 iscritti – a sottoscrivere in presenza la tessera con il Partito Democratico.

Tutti gli altri, lamentando l’impossibilità di allestire i tradizionali gazebo, si sono limitati a un tesseramento soft e non hanno presentato una seconda lista.  

Alla fine Conti la candidatura se l’è conquistata sul campo: con le tessere. Ed è stato eletto in un congresso regolare. Che Ciotoli, però, definisce «a conduzione familiare».

Si riferisce al fatto che, tra i ventotto elettori di Conti, figura più di qualche parente stretto. E, se il congresso aveva come obiettivo l’unità del Partito, di fatto ha portato invece a due distinte riappacificazioni.

Unità? No, due riappacificazioni

Il circolo del Pd Ceccano

Da una parte, hanno sotterrato l’ascia di guerra Conti e Davide Di Stefano, segretario dimissionario e nuovo presidente del circolo. Che ormai è un ex Democratico per Ceccano (l’area di Nicolino Ciotoli).

Una pace clamorosa. Perché Di Stefano un anno fa era tra quelli che avevano detto No alla candidatura di Conti nella lista Dem. No perché è un un cane sciolto.

Con l’accordo di oggi si ritrovano sulla stessa parte del fronte Di Stefano che è esponente di Pensare Democratico (corrente provinciale maggioritaria del Pd) e l’unico rappresentante fabraterno della minoritaria Base Riformista. Un uomo di Francesco De Angelis sostiene un uomo di Antonio Pompeo. «E viene quasi da pensare – insinua Nicolino Ciotoli – che sia un contentino».  

Ma non è l’unico spostamento di truppe registrato in queste ore.

Dall’altra parte, infatti, si è registrata la reunion tra tutti gli altri civici pro tempore e la componente Cerroni: l’ex sindaco Maurizio, suo figlio Davide ed Elisa Tiberia. Sono quelli che hanno fatto mancare il proprio supporto al Pd nelle elezioni 2020: avevano detto No alla candidatura a sindaco per un esponente del proveniente dal centrodestra come Marco Corsi: ex presidente del Consiglio Comunale nell’Amministrazione Caligiore 1. (Leggi qui Giulio Conti 2: la vendetta è un piatto che si serve freddo e Conti segretario Pd: l’unità è solo un miraggio).

Giulio Conti: un nome che spacca

Il già capogruppo dem Giulio Conti

Secondo i sostenitori di Conti, in ogni caso, la sua elezione «è stata la sintesi di un percorso programmatico che ha fissato degli obiettivi importanti per il circolo stesso e per l’unità del centrosinistra nella nostra città. Ma essa rappresenta anche il riconoscimento al lavoro svolto nel corso degli anni, soprattutto nella veste di capogruppo del Partito Democratico tra i banchi dell’opposizione».

Un’attività che, a detta loro, è stata «di grande ostacolo per l’amministrazione Caligiore, palesando in malgoverno cittadino della maggioranza e che a poco a poco ha portato ad una crescita numerica dell’opposizione stessa, fino a giungere alla sfiducia della maggioranza». C’è un elemento a testimoniare tutto questo: Giulio Conti pretese che fosse sua la prima firma sotto al documento con le 9 dimissioni di massa che fecero cadere il sindaco FdI Roberto Caligiore nel 2019.

«Sempre perché – ricorda maliziosamente Ciotoli – non riuscì ad ottenere la presidenza del Consiglio durante le consultazioni avviate per salvare la maggioranza». (Leggi qui Nove firme, Roberto Caligiore non è più sindaco).

Ora, però, c’è il Caligiore 2: un’amministrazione non più velatamente civica ma dichiaratamente di centrodestra, storicamente vittoriosa al primo turno e trainata dall’asse Fratelli d’Italia-Lega. E, pur non senza dissidenti, il segretario è Giulio Conti.

«Sono orgoglioso di poter ricoprire questo compito importante, che va osservato in un’ottica più ampia che non riguarda solo il nostro circolo ma l’intera coalizione del centrosinistra di Ceccano – ha dichiarato il neo leader del Pd Ceccano -. Abbiamo l’obbligo di superare i personalismi ricordandoci che facciamo parte di un partito che ha dei principi sui quali tutti concordiamo, ponendo più peso su ciò che ci unisce e non su ciò che potrebbe dividerci».

I dissidenti volevano altro

Davide Cerroni

Resta il fatto, però, che i Democratici per Ceccano avrebbero voluto più tempo per costruire tutt’altra candidatura a segretario. C’è chi avrebbe sostenuto volentieri il figlio d’arte Davide Cerroni.

Ma, in maniera molto più strategica, il nome che fa Nicolino Ciotoli è un altro: il consigliere comunale Andrea Querqui. Che era tra l’altro presente al congresso e «sarebbe stato – accentua lo stesso Ciotoli – l’uomo giusto al posto giusto».

Perché? Per prendere due piccioni con una fava. Ovvero per ottenere il seggio consiliare che il Pd non ha conquistato alle scorse elezioni: causata, a seconda dei punti di vista, dai voti fatti mancare da Conti o dalla componente Cerroni. E per ricostruire agevolmente il centrosinistra: visto che Querqui è membro del gruppo consiliare “Il Coraggio di cambiare”, che dà anche il nome al coordinamento di area altrettanto guidato dalla consigliera Emanuela Piroli.

E bisogna fare i conti proprio con la già candidata sindaca: con un passato da segretaria Dem ripudiata. Ma che conta ormai su una Casa Comune che piace tanto anche al presidente della Provincia Antonio Pompeo. E nella quale, in attesa del congresso, aveva presenziato esclusivamente Conti. (Leggi qui Ceccano, nasce ‘Casa Comune’. Il Pd? Cerca monolocale per single).

Pompeo: «Onore al merito»

Antonio Pompeo durante la visita alla Casa Comune di Ceccano

Cosa ne pensa il leader di Base Riformista? Chiamato in causa, Pompeo ritiene che l’elezione di Conti sia «il meritato riconoscimento nei confronti di chi, con coerenza, senso di responsabilità e di appartenenza al partito, ha sempre lavorato, con coraggio e fermezza, per ricostruire il PD ceccanese e la coalizione di centrosinistra».

E, dopo aver puntualizzato dalla prima ora che lui avrebbe appoggiato non Marco Corsi bensì Emanuela Piroli come candidato sindaco, mette in chiaro che anche «Conti avrebbe meritato una maggiore considerazione, specie in occasione delle ultime elezioni amministrative, da parte del Pd». Pensare Democratico, al contrario, ha deciso di farlo fuori dall’ultima lista elettorale ritenendo eccessiva la sua indipendenza dal partito nelle vesti di capogruppo consiliare.

In tal senso, secondo Pompeo, non si corre il benché minimo rischio: «Sono certo che darà un’impronta concreta, decisa e trasparente al partito e che saprà fare emergere la continua azione di sintesi, inclusione e ricostruzione che ha portato avanti in questi anni».

Quella sintesi tra le correnti che, vista la perdurante mancanza di unità, ha invocato anche il segretario provinciale Luca Fantini. Ma che, vista la presa di distanza da parte dei Democratici per Ceccano, continua a non essere a portata di mano.