O è uno scippo o è uno sgarbo. La Regione Lazio convoca gli stessi protagonisti degli Stati generali indetti dalla Provincia di Frosinone per il 28 settembre. E per discutere degli stessi argomenti. Qualcosa c'è dietro. Ed i sospetti sono chiari
Uno scippo politico in piena regola, nella peggiore delle ipotesi. Uno sgarbo istituzionale, nella migliore. Commesso ai danni del presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano. A compierlo è stato il presidente della XI Commissione della Regione Lazio. È quella che si occupa di Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione. Si chiama Enrico Tiero, milita nei ranghi di Fratelli d’Italia, è di Latina e non è affatto un novellino. Tutt’altro: è tra i più navigati ed esperti politici pontini.
Enrico Tiero ha convocato la Commissione per martedì 12 settembre a mezzogiorno presso la Sala Etruschi del Consiglio Regionale. Ha convocato gli stessi protagonisti chiamati in Provincia da Luca Di Stefano per il 28 settembre prossimo. E per le stesse ragioni.
In pratica, Tiero ha scippato gli Stati Generali a Di Stefano.
Copia, Incolla e Invita
All’Ordine del Giorno: Audizione con oggetto Criticità legate alla deindustrializzazione del territorio della provincia di Frosinone. All’audizione sono stati invitati i sindaci dei comuni di: Acuto, Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Cassino. Poi Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Collepardo, Falvaterra, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Morolo, Paliano, Pastena, Patrica. E ancora: Piedimonte S. Germano, Piglio, Pofi, Ripi, Serrone, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torre Cajetani, Torrice, Trevi nel Lazio, Trivigliano. Poi Vallecorsa, Veroli, Vico nel Lazio, Villa S. Stefano.
Con loro, Enrico Tiero ha convocato la Provincia di Frosinone; il Consorzio industriale del Lazio; le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Ugl, Cna e Confapi. La Camera di Commercio del Lazio Sud. Le associazioni degli imprenditori Unindustria, Federlazio, Confartigianato; Confcommercio; Confimprese; Legacoop.
All’appello di Tiero manca ben poco: il vice presidente di Assopopolari Vincenzo Formisano, il presidente delle Bonifiche del Lazio Sonia Ricci e qualcun altro.
Tutto molto bello, però…
Tutto molto bello avrebbe detto Bruno Pizzul in una delle sue ormai storiche telecronache della nazionale italiana di calcio. Peccato però che l’audizione della XI Commissione sia la copia quasi esatta della sessione preliminare che deve portare agli Stati generali convocati per il 28 settembre prossimo dal presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano. E convocati proprio per affrontare il delicato tema della pericolosa e deindustrializzazione in atto in Ciociaria. Messa a nudo dalla decisione di un top player nazionale come Gerardo Iamunno che ha chiuso la Gran Tour di Paliano per trasferire tutto in Friuli Venezia Giulia dicendo “In Ciociaria non si può fare industria”.
Una decisione alla quale ha fatto seguito la chiusura della ex Michelangelo di Ferentino. E che era stata preceduta dalla decisione della multinazionale Catalent di azzerare i 100 milioni di investimento previsto ad Anagni per spostarlo nel Regno Unito, dopo avere atteso inutilmente per due anni le autorizzazioni. La stessa cosa fatta da Acs Dobfar.
La Commissione è assolutamente legittimata, per competenze e titolarità, a convocare alla Pisana chi ritiene opportuno. E per le tematiche ritenute di interesse per il territorio regionale. Questa senza alcun dubbio lo è. Quello che però stride è la inutile sovrapposizioni tra Enti. E con lo stesso ordine del giorno, peraltro a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro.
Cosa c’è dietro
I rischi che si corrono in queste caso sono almeno due. Il Primo. L’impressione di voler mettere il cappello politico su un tema che invece deve avere un approccio di sistema. Non è una corsa a chi arriva primo. Ma a chi arriva a individuare soluzioni.
Il secondo. Che si annacquino i risultati, di una delle due iniziative. Lo scopo di entrambe invece è ovviamente opposto. Quello di trovare risposte pratiche concrete e veloci. E’ evidente che la Regione Lazio è uno degli attori più importanti e strategici nel processo di definizione dei futuri assetti industriali della Ciociaria. Per cui, è chiaro che deve stare dentro al progetto, al 100%.
Ma cosa c’è dietro. Perché è chiaro che o s’è trattato di uno scippo o di un dispetto. Con l’obiettivo di rendere del tutto inutile la riunione del 28 settembre in Ciociaria. In Regione Lazio c’è chi sostiene che Enrico Tiero lo abbia fatto perché non è stato consultato dalla Provincia di Frosinone: un po’ come dire ‘se non gioco allora buco il pallone‘. Ma dalla Provincia avevano coinvolto il Governatore Francesco Rocca chiedendo la sua presenza… ubi major, minor cessat.
Un’altra interpretazione dice che Luca Di Stefano stava iniziando a diventare troppo ingombrante per alcuni ambienti di Fratelli d’Italia.
Cigno Nero, forma, sostanza e coordinamento
Il tema della deindustrializzazione in atto in provincia di Frosinone è talmente delicato ed importante che non può consentire alcun dispetto di errore.
Ora resta da capire cosa accadrà. Se la Regione Lazio rinuncerà alla sua convocazione. Oppure se rinuncerà la Provincia di Frosinone. Perché è chiaro che il doppione sarebbe assolutamente inutile.
Nelle prossime ore è prevista una telefonata tra i due presidenti, Luca Di Stefano e Francesco Rocca. Tra loro la sintonia è stata finora totale. Impensabile che ci sia il Governatore dietro a questa operazione. Più probabile che l’imbarazzo sia voluto: Tiero è tra quelli che auspicava un assessorato. Che non è arrivato. Non è rimasto contento. Ed a suo tempo non ha rinunciato a farlo sapere. L’impressione è che non gli sia passata.