Grande coalizione elettorale, i Dem tentano il bis

Le due strade del Partito Democratico per le elezioni comunali di Sora. Punta ad una coalizione propria ma vorrebbe anche allargare il gruppo al primo cittadino uscente De Donatis ed a Luca Di Stefano. Azzerando tutte le candidature a sindaco. L’obiettivo è arrivare al ballottaggio contro il centrodestra mettendo all’angolo Eugenia Tersigni.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Quella di venerdì sera avrebbe dovuto essere la riunione decisiva. Con cui scegliere il nome del candidato sindaco e chiudere la partita del centrosinistra. Invece tutto è stato aggiornato alle prossime ore. Per tentare di allargare la coalizione, aggregare le altre forze già in campo, costruire un fronte più ampio e capace di rimettere tutto in discussione.

Il patto di ferro fra Dem e Insieme Si Può regge ancora nonostante la scelta dei Cinque Stelle di lasciare il tavolo e correre soli candidando Valeria Di Folco. L’intesa regge anche dopo la marcia indietro di Si Può Fare. Il Partito Democratico attende perché vuole mettere in campo una coalizione d’area ma soprattutto capace di agganciare il ballottaggio. (leggi qui Il M5S saluta il Pd, addio alleanza: Eugenia si candida al volo )

NEL NOME DI MARIA PAOLA

Maria Paola Gemmiti e Maria Paola D’Orazio

Che ci fosse aria di allargamento la capogruppo consiliare Dem Maria Paola D’Orazio lo aveva fiutato già da qualche settimana. La sua lunga esperienza politica e amministrativa le dà una marcia in più. Al punto che durante una riunione aveva annunciato la sua disponibilità a fare un passo di lato per il bene della nuova coalizione (leggi qui Maria Paola fa un passo di lato: “Grillini, il partito delle lobbies”).

Lo aveva fatto dopo l’abbandono del tavolo da parte di Mario Cioffi (Si Può Fare) e dei Cinque Stelle. Al loro posto però erano arrivati Agorà (la civica di Alberto La Rocca) e Insieme Si Può di Augusto Vinciguerra.

Maria Paola D’Orazio aveva capito che la sua candidatura a sindaco del centrosinistra in quota Pd si sarebbe potuta rivelare un ostacolo. Perché il suo nome ha tutti i requisiti. Ma un limite enorme: è troppo identitario. In pratica? Lei è la capogruppo uscente del Pd e la sua candidatura significherebbe targare Dem la coalizione. Con il rischio di essere divisiva nel momento in cui la coalizione si amplia ad altre forze come quelle di Vinciguerra e La Rocca.

Ecco perché mercoledì scorso, dopo il precedente annuncio di voler fare un passo di lato, si è addirittura sbilanciata nel proporre lei il nome della dottoressa Gemmiti. È l’altra Maria Paola, quella che può tenere insieme Vinciguerra, la Rocca e il Pd e di cui Alessioporcu.it ha più volte anticipato la sua possibile candidatura (leggi qui Elezioni a Sora: Pd e M5S coalizione per il ballottaggio).

QUALCOSA È ANDATO STORTO

Alberto La Rocca

Venerdì sera si sarebbero dovuti riunire tutti per scegliere il nome del candidato sindaco e quindi chiudere la partita. Probabilmente proprio sul nome di Maria Paola Gemmiti. Invece qualcosa non è andata per il verso giusto. Dieci minuti prima delle 21, ora in cui era stata fissata la riunione arriva il contrordine compagni.

Ufficialmente si è trattato del “problema personale di uno degli interlocutori”. In pratica le congetture politiche si sono susseguite a iosa e anche fra gli avversari tutti hanno cercato di capire cosa stesse accadendo. Qualcuno ha fantasticato una inesistente telefonata di Francesco De Angelis; altri hanno attribuito la decisione al Segretario provinciale Pd Luca Fantini che nega. Altri ancora lo riconducono a nuove ed inattese linee di dialogo con gli altri fronti.

L’unica certezza è che oltre ad essere slittata a lunedì sera, è cambiato anche il luogo in cui la riunione si terrà: nel quartier generale dell’imprenditore Alberto La Rocca. Che anche questo non sia il segnale di un cambio di strategia?     

CINQUE LISTE E LA TRATTATIVA CON L’UDC

Il Pd va avanti, incurante del tempo che inesorabilmente scorre. Continua a intavolare trattative e strategie. La via maestra è andare avanti con la coalizione. Al momento nella coalizione ci sono cinque liste e c’è la trattativa che Maria Paola D’Orazio ha aperto con l’Udc, reduce dal No pronunciato al tavolo del centrodestra. Lì il coordinatore regionale Antonio Saccone ha detto no all’accordo, recependo l’indicazione arrivata dalla base sorana (leggi qui Ruggeri fa il miracolo: candidato di tutto il centrodestra).

Cinque liste che permettono alla coalizione di poter andare avanti giocandosi la partita per il ballottaggio. Del frionte fanno parte Partito Democratico, Agorà, Insieme Si Può, Lucio Conte insieme ad altri cespugli della sinistra ed una Lista civica formata da persone non nuove alle candidature e quindi già valutabili. A ciò si aggiunga la trattativa che Maria Paola D’Orazio ha aperto con Simona Mastroianni, già candidata a sindaco di Pescosolido nel 2009 (raccolse il 7,55 per cento con 92 voti). Per conto dell’Udc di Angelo D’Ovidio a Sora sta lavorando alla formazione di una lista.  

LA GRANDE COALIZIONE

Ma le tattiche politiche Dem non finiscono qui. Il prossimo passaggio è aprire un dialogo con il sindaco uscente Roberto De Donatis. Convincerlo a fare un passo indietro nel nome di una grande coalizione capace di mettere all’angolo Eugenia Tersigni e arrivare al ballottaggio per tenere testa al centrodestra.

Questo significa anche tentare un confronto anche con Luca Di Stefano, che già ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco (leggi qui Mentre il centrosinistra si spacca Di Stefano annuncia la candidatura).

Ecco qual è l’obiettivo: congelare tutte le candidature già annunciate e portare i protagonisti ad un tavolo nel quale verificare la possibilità di una sintesi. Non si tratterebbe di ritirare la candidatura già annunciata da Luca Di Stefano, Roberto De Donatis, Mario Cioffi ed al candidato della coalizione di centrosinistra (Pd più altri). Si tratterebbe di non porre quella candidatura come pregiudiziale per il tavolo di sintesi. Un confronto dal quale trovare una candidatura unitaria che metta tutti d’accordo. Non necessariamente una candidatura nuova.

Fonti accreditare del Palazzo municipale dicono che l’inquilino uscente è già d’accordo. Ma magari lo dice solo per tatticismo. Del resto, ormai a Sora sono in molti a rischiare di morire (politicamente di tatticismo).

LUCA DICE SI MA…

Luca Di Stefano e Maria Paola D’Orazio

Un tavolo di sintesi al quale non si è detto contrario neanche il capogruppo consiliare di Made In Sora Luca Di Stefano.

Soprattutto se la sintesi può avvenire anche all’interno dei nomi già proposti. Perché anche in questo caso si fanne le pesature politiche ed a contare sono le liste. Ma soprattutto il loro peso specifico.

In teoria tutto è possibile. In pratica il tempo stringe e il Pd sembra voler tentare di giocare la carta vincente all’ultima mano. A meno che la strategia non sia proprio quella di arrivare all’ultimo momento per poi costringere chi adesso non vuole, ad concludere accordi che permettano almeno di salvare la faccia e qualche seggio in Consiglio comunale.

Luca Di Stefano invece punta ad arrivare al ballottaggio con Ruggeri. E sta già lavorando a costruire le alleanze per il secondo turno. A questo punto o il Pd e Vinciguerra decidono di andare alla conta nella speranza di prendere almeno due seggi, oppure l’accordo lo fanno adesso. E potrebbe avere un peso specifico molto più consistente. Lo insegnano le elezioni del 2016 quando Vinciguerra si candidò a sindaco e soltanto al secondo turno fece l’accordo con De Donatis ottenendo un assessorato.

Se lo avesse fatto al primo turno con i voti presi la sua sarebbe stata la prima lista della coalizione e il Manuale Cencelli avrebbe raccontato un’altra storia.