Lombardi e Leodori: prove di giunta M5S-Pd in Regione Lazio

Lo scontro in Aula in Regione Lazio. Roberta Lombardi spiana la strada all'alleanza con il Pd. Parisi: "Allora si torni a votare". Ciacciarelli apre ai dissidenti M5S

Le condizioni ci sono tutte. In Regione Lazio può nascere la prima alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle dopo quella che a Palazzo Chigi ha generato il Governo Conte 2. Il dibattito politico andato in scena nella mattinata ha spianato la strada. Se il centrodestra pensava di creare imbarazzi pretendendo il dibattito di oggi, il risultato è stato l’esatto opposto.

Roberta con il coltello tra i denti

Con il coltello tra i denti. Roberta Lombardi questa mattina si è lanciata tra le linee del centrodestra in Regione Lazio ed ha fatto strage tra quelli che avrebbero voluto mettere in stato d’accusa lei ed il Movimento 5 Stelle. Li accusano d’essersi venduti l’anima politica, d’avere un accordo sottobanco con Nicola Zingaretti. Di avere costituito una nuova maggioranza.

L’Aula della Regione Lazio

A chiedere il dibattito politico andato in Aula questa mattina è stato il portavoce del centrodestra Stefano Parisi. Lo ha preteso durante la scorsa seduta: un dibattito aggiuntivo da dedicare alla situazione politica che è maturata alla Pisana. Con una parte dei 5 Stelle che vanno a braccetto con il centrosinistra. Gli indizi ci sono tutti: il reciproco soccorso per approvare il Piano Territoriale, la legge sul Compostaggio (leggi qui Il Retroscena. Così la ‘sintonia’ Pd-M5S ha blindato l’Aula della Regione Lazio); la conta dei presenti per salvare il numero legale (leggi qui “Ventotto”: ecco la nuova maggioranza Pd-M5S in Regione Lazio). Una situazione di fatto che il centrodestra ha fatto di tutto per boicottare, senza riuscirci (Leggi qui tutti i dettagli: Guerriglia in Regione Lazio per far saltare il patto M5S-Pd). E allora cerca di farla uscire alla luce del sole. Così questa mattina si arriva al dibattito.

Il massacro di Roberta

La capogruppo del Movimento 5 Stelle prende la parola. E dice ai consiglieri del Centrodestra che sono «irrazionali ed illogici oltre che confusi». Punta il dito sulle loro divisioni, evidenziando «il turbinoso girare dei colleghi di centrodestra da un Partito all’altro: inizia ad essere francamente difficile starvi dietro». Il riferimento è al passaggio di metà del gruppo di Forza Italia al Misto in attesa di dichiarare mercoledì la nascita del Gruppo Cambiamo alla presenza di Giovanni Toti. (leggi qui Toti sfida Zingaretti: in Regione per annunciare il Gruppo).

Le serve per affondare il colpo. «Cari colleghi del Centrodestra: la maggioranza, Zingaretti ce l’ha già. E gliel’avete data voi: perché lo reggono due consiglieri di centrodestra, gliel’avete conferita voi quando avete sabotato la mozione di sfiducia con assenze programmate».

Roberta Lombardi oggi in Aula alla Pisana

Il primo riferimento è al fatto che per oltre un anno Nicola Zingaretti ha avuto la maggioranza in Aula grazie a due Consiglieri usciti rispettivamente da Forza Italia e dalla Lega. (leggi qui Una maggioranza per Zingaretti: Cangemi e Cavallari dicono si a Buschini). Il secondo riferimento è al fatto che la mozione di sfiducia presentata sul finire dello scorso anno naufragò a causa dell’assenza del consigliere Pasquale Ciacciarelli, impegnato all’estero. (leggi qui Zingaretti vola, l’opposizione si schianta: la Mozione di sfiducia finisce in farsa).

L’accusa al centrodestra

Roberta Lombardi è stata la prima capogruppo M5S a Montecitorio. Conosce tutte le dinamiche politiche nazionali del MoVimento. (leggi qui L’esilio e la resurrezione di Roberta Lombardi). Proprio per questo mette in chiaro la natura del’contratto‘ che ha unito a Palazzo Chigi Lega e 5 Stelle.

«Sapevamo che prima o poi Salvini sarebbe passato all’incasso. Mai avremmo pensato che lo facesse in pieno agosto». Il riferimento non è alle ferie saltate a causa della crisi. Ma ai provvedimenti da approvare con urgenza per evitare l’aumento dell’Iva, «conseguenza anche delle azioni del Governo Berlusconi del quale Umberto Bossi faceva parte come ministro delle Riforme».

All’accusa di avere cambiato pelle, Roberta Lombardi risponde che «La Lega è passata da essere una forza politica antinazionale e regionalista a ipernazionalista e sovranista. Sono curiosa di conoscere il prossimo cambio di pelle».

Rinfaccia al Carroccio il suo passato di Governo con Berlusconi: «La Lega è rimasta un Partito profondamente berlusconiano, anzi vorrei sapere se il simbolo della Lega è ancora di proprieta’ di Berlusconi. È il Partito delle lobby del cemento, è e resterà sempre il Partito zerbino di Berlusconi, con cui avete condiviso numerose leggi ad personam e ad aziendam“.

Davide Barillari Roberta Lombardi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Mette in evidenza che il livello nazionale ha sensibilità diverse dai livelli locali. E mette la Lega di fronte a questa realtà. Ricordandogli che «Con Berlusconi ci governate gli enti locali – ha continuato Lombardi rivolgendosi sempre viso i banchi della a Lega – e allora perché non governare anche nel livello nazionale alla faccia del vostri elettori no euro».

Poi la stoccata: «Non avete esitato un attimo pur di salvare 345 ‘cadreghe’ per avere qualche parlamentare in piu’. Piu’ che prima gli italiani direi prima le ‘cadreghe’». Infine l’accusa al centrodestra di essere inconcludente. «Stiamo ancora aspettando la vostra prima proposta di legge qui in regione: è solo passato un anno, va bene che le cose si fanno con calma…».

Verso l’intesa con il Pd

Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi

Poi l’apertura al Partito Democratico. Roberta Lombardi ricostruisce le scorse elezioni regionali: vinte da Nicola Zingaretti ma senza avere una maggioranza. «È vero. A quel punto abbiamo giocato strategicamente le nostre carte. ma lo abbiamo fatto in maniera trasparente ed alla luce del sole. Abbiamo sempre detto a tutti, se vogliamo discutere di quella parte dei nostri programmi che sono affini, noi siamo pronti. E così è stato fino ad oggi».

Quindi, l’apertura della strada che porterà ad un’alleanza organica. «Se il Pd vuole sedersi a un tavolo e confrontarsi con noi con onestà e serietà, senza tatticismi e logiche spartitorie né furbate, troverà in noi un interlocutore serio. Non abbiamo paura del voto ma della disonestà. Gli italiani capiranno presto chi tra M5S e Lega ha agito in buona fede e chi in cattiva fede».

La benedizione di Leodori

Al di là delle forme, la sostanza è che il dialogo politico tra Pd e M5S c’è. È sotto gli occhi di tutti. Forse qualcuno lo ha dimenticato ma già dai primi giorni della nuova Legislatura regionale Roberta Lombardi annunciò un semestre di tregua per verificare la possibilità di una collaborazione. Sei mesi rinnovabili di volta in volta.

Ora si tratta di fare il passo successivo. E far entrare in Giunta gli assessori indicati dal M5S . Per rimpiazzare i due del Centrosinistra andati nel Governo nazionale come sottosegretari: Gian Paolo Manzella e Laura Bonaccorsi.

Nicola Zingaretti e Daniele Leodori Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Se Roberta Lombardi dice che è pronta a verificare le intenzioni del Pd, la risposta è immediata e altrettanto chiara. La porge Daniele Leodori, il vice di Nicola Zingaretti e gran tessitore del dialogo insieme al presidente d’Aula Mauro Buschini ed al Capo di Gabinetto Albino Ruberti.

«Niente è ancora fatto, niente ancora iniziato. Inizieremo a confrontarci su temi specifici e poi sui temi di governo e di dettaglio» annuncia il vicepresidente della Giunta. Mette subito le cose in chiaro. Nulla è stato deciso. Ma appare un discorso più di circostanza che di sostanza. Perché il dialogo M5S-Pd al livello nazionale è nato in Regione Lazio proprio dal dialogo allacciato alla Pisana.

«Una settimana fa dicevo che era prematuro se non azzardato parlare di accordo gia’ definito con il M5s. Oggi aggiungo: ho difficoltà a capire perché possa destare stupore vista la situazione nazionale. È una conseguenza di questa un percorso comune sui temi, non sulle poltrone. Temi su cui confrontarci».

Qualcuno ancora non ha capito

In Aula c’è chi ancora non ha capito come sono andate le cose. E pensa che il dialogo M5S – Pd in Regione Lazio sia la conseguenza dell’accordo nazionale. Invece è l’esatto contrario. A Daniele Leodori sfugge l’ammissione che conferma le anticipazioni fatte in queste settimane da Alessioporcu.it. Dice: «Aurigemma sostiene che il Lazio e’ una succursale del livello nazionale. Io penso sia il contrario. Qui da un anno e mezzo, su temi specifici e concreti, ci siamo comportati in modo chiaro e alla luce del sole. Prima trovando in aula il modo di continuare e proseguire un percorso politico».

Antonello Aurigemma: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Correttamente ringrazia i due Consiglieri usciti dal Centrodestra e confluiti nel Misto, grazie ai quali si è andati avanti per un anno. «Ringrazio i due consiglieri Giuseppe Cangemi ed Enrico Cavallari che hanno fatto una scelta alla luce del sole e non sottobanco, un atto di coraggio che ha garantito stabilità, peraltro apprezzata sottobanco da piu’ dei consiglieri che l’hanno votata, tanto per capirci…».

Poi l’altra conferma alle anticipazioni di Alessioporcu.it. Arriva quando Leodori spiega che rispetto a un anno fa, quando il patto venne sottoscritto, «oggi politicamente si apre a livello nazionale una fase nuova. Noi rientriamo in un contesto politico nazionale, siamo stati anche fautori dell’apertura di un percorso nuovo. Quando ci si scandalizza per un mancato ritorno alle urne, ci si ricordi che si e’ votato pochi mesi fa».

Andiamo al programma

Dice Daniele Leodori che «È opportuno iniziare un percorso di confronto schietto sui nodi da affrontare. Vorremmo portare avanti un lavoro utile allo sviluppo e alla crescita di questa Regione cercando di evitare il clima di campagna elettorale perenne che abbiamo respirato in 18 mesi».

Nicola Zingaretti e Mauro Buschini

 I temi, prima delle caselle degli assessorati da riempire. Daniele Leodori traccia la strada per arrivare a un possibile accordo col M5S per un loro ingresso in maggioranza con il centrosinistra nel Lazio.«Ambiente, Sviluppo sostenibile, un piano di infrastrutture vero che questa regione non vede da tempo. La Roma-Latina ma anche altre opere come la Orte-Civitavecchia, la cura del ferro che dobbiamo porre al centro degli interventi di sviluppo della Regione. Questi sono i temi su cui ci confronteremo per capire se ci sono i presupposti per una collaborazione piu’ stretta rispetto al passato con chi oggi è l’alleato a livello nazionale».

Questo non significa tagliare i ponti con il metodo che ha tenuto a galla la Regione in questo anno e mezzo. Leodori rassicura tutti: «C’è una volontà costante di confrontarci con i consiglieri nelle commissioni per allargare il consenso sulle proposte di legge».

Parisi: allora andiamo al voto

Il primo a replicare è Stefano Parisi, cioè l’uomo che ha voluto la seduta straordinaria di questa mattina.

Dice che c’è una bella differenza tra la situazione a Palazzo Chigi e quella alla Pisana. perché le leggi elettorali sono differenti. A livello nazionale non c’è più un candidato premier. A livello regionale si vota un candidato presidente ed uno schieramento. Il ragionamento di Parisi è: la gente che ha votato 5 Stelle non intendeva sostenere Zingaretti bensì andargli contro; a questo punto è più onesto tornare alle urne.

Stefano Parisi

«È legittimo che ci sia un confronto in aula tra Pd e 5S per decidere se entrare in maggioranza e in Giunta, ma c’é una differenza tra Parlamento e Consiglio: nel primo c’é un sistema prevalentemente proporzionale dove si votano i parlamentari, nelle Regioni si vota l’elezione diretta del presidente. Roberta Lombardi, come me, ha chiesto voti contro le politiche di Nicola Zingaretti per un’alternativa, per non tradire il voto degli elettori non si possono piegare le istituzioni alla volontà dei Partiti».

Parisi mette in evidenza il bersaglio che vuole raggiungere. Vuole creare un caso nazionale. Vuole poter dire che il patto M5S – Pd si sta allargando alle Regioni. E per questo dichiarare illegittimo il governo regionale che nascerebbe nel Lazio. «Se, così come sembra, sta partendo un percorso che esiste tra Pd e 5S, come si vede in Umbria, questa è una cosa legittima ma si voti».

Per Parisi un’alleanza tra Pd e 5 Stelle sarebbe giustificabile solo in caso di nuova competizione elettorale regionale: «Anche perché é evidente che Zingaretti non è piu’ presidente della Regione. Il doppio mandato è un dibattito aperto nel Pd: il segretario del Pd può fare o no il presidente del Consiglio? Renzi ha fatto il presidente del Consiglio a tempo pieno e aveva suo uomini che si occupavano del Partito».

Chiede allora le dimissioni di Nicola Zingaretti per far decidere agli elettori. «Qui è tutto capovolto. Zingaretti non è mai più venuto qui in Consiglio: si dimetta da presidente della Regione Lazio, in rispetto dei cittadini che lo hanno eletto si vada ad elezioni, fate la coalizione col Cinque stelle e allora i cittadini daranno legittimità a questa aggregazione– ha concluso Parisi- Magari con i voti di Zingaretti e Lombardi vincereste ma si vada al voto e si faccia una giunta con una maggioranza legittima“.

Ciacciarelli apre ai dissidenti M5S

Pasquale Ciacciarelli – Cambiamo

Il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli (eletto in Forza Italia e da oggi in Cambiamo), continua a voler portare alla luce il patto M5S-Pd. E le spaccature che si sono create nel MoVimento. Spalancando le porte del Gruppo Misto a chi nel M5S non è daccordo sulla linea Lombardi.

«Vogliamo capire in modo chiaro se c’è una nuova maggioranza in Consiglio e capire se il centrosinistra ha dieci seggi in più. Abbiamo notato però che gli applausi alla Lombardi non sono stati unitari rispetto ai consiglieri M5S e che c’e’ stato qualche mugugno. A loro faccio l’appello di aprire gli occhi e iniziare un percorso diverso nel gruppo Misto, dove siamo approdati io e Adriano Palozzi». Il riferimento di Ciacciarelli è al consigliere Davide Barillari, sempre critico nei confronti del dialogo con il Pd.

«Stiamo aprendo le porte a tutte le persone serie, oneste e moderate, che vogliono arrivare a una sintesi, migliorare la qualita’ della vita delle persone del Lazio e fare squadra con tutte le forze», ha proseguito Ciacciarelli.