L’assessore alla Cultura di Ceccano, esponente della Lega e habitué delle polemiche, posta la Zeta a sostegno dell’invasione di Putin in Ucraina. Il consigliere regionale del Pd lo riprende pubblicamente e duramente. Il segretario dem cittadino Conti pretende immediate dimissioni
«Solidarietà alla Russia, con il Nastro di San Giorgio Vittorioso sul Drago!», ha postato l’assessore alla cultura di Ceccano Stefano Gizzi, esponente della Lega, nella giornata odierna. È il commento a una foto dell’emblematica Zeta: il simbolo a favore di Putin e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Per lui il “Drago”, il Nazismo, è l’Ucraina. E non servirebbe davvero aggiungere altro: bisognerebbe troncarla sul nascere.
Ma il personaggio in questione ha ormai tutta una sua fama: potrebbe tranquillamente definirsi l’assessore alla Cultura più amato e odiato della provincia di Frosinone. È stranoto per il rogo del Codice da Vinci in Piazza Municipio. Era il 20 maggio 2006, verso mezzogiorno quando bruciò sulla pubblica piazza il best seller dello scrittore Dan Brown. (Leggi qui). Bruciare un libro, in fin dei conti, è il colmo per un assessore alla cultura.
L’allora democristiano Gizzi e l’odierno senatore di FdI Massimo Ruspandini, entrambi consiglieri di opposizione, bruciarono «un volume blasfemo che offende gravemente Gesù Cristo» davanti al Comune. La notizia fece il giro del mondo, un po’ meno venne apprezzata in città: poco ci mancò che i due protagonisti dell’iniziativa venissero presi a pomodori dagli esponenti locali del centrosinistra.
Negli ultimi tempi Gizzi ha sostenuto la teoria cospirazionista contro l’ex presidente Usa Donald Trump. Lo ha fatto nel giorno dell’assalto di QAnon a Capitol Hill. Più di recente ha chiesto di tenere un referendum popolare per l’intitolazione della centrale Piazza 25 Luglio a uno dei conti medievali di Ceccano. Ossia la storica piazza dedicata alla caduta di Mussolini, all’inizio della fine del Fascismo. Non è mancata nemmeno la vignetta satirica con cui paragonare la vaccinazione anti Covid e l’utilizzo del Green Pass alle leggi razziali contro gli ebrei. (Leggi qui Gizzi: intitoliamo la Piazza antifascista a uno dei Conti de’ Ceccano, qui Gizzi ‘sciamano’ difende QAnon e scatena l’inferno e qui Il sequel di Gizzi-sciamano. Con riporto alla Trump).
Buschini: «Chieda scusa al popolo ucraino»
Stavolta gli si è scagliato immediatamente contro il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini: «Questa ennesima dichiarazione di Stefano Gizzi è semplicemente vergognosa – ha esternato via social il Democrat ciociaro – Non è la prima volta che le sue “performance” scadono nell’offesa degli altri, ma questa volta l’assessore del comune di Ceccano deve chiedere scusa».
«Deve chiedere scusa al popolo Ucraino, alle donne violentate ed uccise, ai bambini terrorizzati, uccisi o abbandonati, a tutti coloro che hanno perso la vita o costretti a fuggire in altri Paesi – ha aggiunto Buschini -. Il sindaco del Comune di Ceccano prenda immediatamente le distanze, i ceccanesi non sono questo».
Il segretario cittadino del Pd Giulio Conti è già oltre: ennesima richiesta di dimissioni.
Anche stavolta il primo cittadino di FdI Roberto Caligiore, come nelle precedenti puntate, non lo ha fatto e non la farà. Ma Gizzi è sempre ben disposto alla controreplica.
«Leggo di un post di Mauro Buschini, indignato a comando, come da sempre fa la Sinistra più ipocrita. Gente lontana mille miglia dalla sincerità politica, che intende riempire il vuoto dei loro risultati amministrativi andando a spulciare sui post degli altri per alzare polveroni e fare polemiche». Così l’assessore Gizzi, giusto come premessa, dopo aver comunque rimosso il post con la Zeta a favore della Guerra di Putin.
Gizzi: «Zeta per i russi morti contro il Nazismo»
Gizzi procede con la supercazzola colta: «Buschini critica la lettera Z in russo, di cui nemmeno conosce la nobiltà araldica del Nastro di San Giorgio. Infatti ricorda il sacrificio di ben 25 milioni di Russi nel fermare il Nazismo». Va da sé che, pur volendo, non regge se associata alla solidarietà alla Russia mentre bombarda l’Ucraina. Il solito tempismo dell’assessore Gizzi.
«Ma a parte questo – va avanti il delegato alla Cultura – se non gli piace la lettera Z, ci parli lui della lettera A, ci parli del pasticcio di Allumiere. Infatti, come è andata a finire la Concorsopoli di Allumiere, per la quale Buschini si dimise? Come era il suo rapporto politico con gli indagati?». Ecco, tutte le vie portano a Concorsopoli. Anche se la Commissione d’Indagine istituita in Regione ha stabilito che non ci sono state irregolarità da parte dell’Ente. E Buschini è stato politicamente riabilitato con la nomina a Coordinatore della Maggioranza di Nicola Zingaretti.
Gizzi vuole che si parli di quello, non della Russia. «Che pensa, Buschini, dei rinvii a giudizio di poche settimane fa? Quando ci sarà trasparenza sulle assunzioni negli enti pubblici? Poi ci parli dell’ambiente, dei mancati investimenti, delle bonifiche che arrancano, delle migliaia di casi di gravi tumori presenti nella nostra Valle del Sacco, delle migliaia di giovani morti prematuramente con un ambiente altamente compromesso. Le gravi responsabilità della Regione Lazio sono sotto gli occhi di tutti, non la Russia».
Su Concorsopoli, per chi vuole, Buschini ci ha già messo la faccia. Sulla Valle del Sacco era già scoppiata una polemica con l’assessore FdI all’ambiente Riccardo Del Brocco. (Leggi qui Concorsopoli in Trasparenza: Buschini ci mette la faccia e La nuova eco invettiva di Del Brocco. Buschini: «E mo basta»).
E poi gli ospedali, la sanità, le Marocchinate
«Buschini ci parli degli ospedali chiusi dal centrosinistra, dalla politica fallimentare della sua parte politica nella sanità pubblica regionale. Poi ricordiamo sempre l’indignazione a metà. Quando a Cassino, vergognosamente, hanno esaltato come eroi i criminali marocchini, nessuno a sinistra ha detto nulla, in ricordo delle inenarrabili sofferenze delle donne ciociare», conclude così l’assessore alla Cultura Stefano Gizzi.
Andando a toccare, oltre alla sanità laziale ormai fuori dal commissariamento, anche un’altra profonda ferita della provincia di Frosinone: le Marocchinate, le violenze sessuali, torture e uccisioni di massa perpetrate in Ciociaria dai Goumiers, bestiali mercenari in larga parte nordafricani, al servizio del Corpo di spedizione francese in Italia durante la Seconda guerra mondiale. (Leggi qui Ci voleva un porno per ricordare la tragedia delle 60mila ciociare violentate).
Quelle violenze per cui il senatore di FdI Massimo Ruspandini invoca una Giornata nazionale di commemorazione nonché una Commissione d’inchiesta sulle responsabilità dello Stato francese. Il problema, una potenziale grana diplomatica col Marocco, è proprio la denominazione.
Fantini: «Esternazione vergognosa e intollerabile»
Ad unirsi all’appello del Pd Ceccano, che chiede le immediate dimissioni, è tra gli altri il segretario dem provinciale Luca Fantini: «L’ennesima esternazione dell’assessore della Giunta Comunale di Ceccano Stefano Gizzi è vergognosa e intollerabile. Mi unisco all’appello del PD Ceccano, che chiede giustamente al Sindaco di rimuovere Gizzi dall’incarico. Ceccano, i suoi cittadini e la storia della città, non possono più tollerare un atteggiamento di questo tipo».
«Questo assessore, pur essendo in quota alla Lega di Matteo Salvini, è stato nominato dal Sindaco senza essersi candidato al Consiglio Comunale», lamenta il segretario del Pd Ceccano Giulio Conti. È la solita discussione sull’assegnazione dell’assessorato a chi prende più voti o ha più competenze.
Per Conti, però, Gizzi «è un suo signor sì e fino ad ora è stato considerato uno degli intoccabili». In fondo a Ceccano la Lega è un po’ come i Fratelli d’Italia a Frosinone: assessore e gruppo consiliare sono tendenzialmente fedeli al sindaco dell’altro Partito. Il segretario locale del Pd pressa Caligiore: «Di fronte a tale ed inqualificabile circostanza, se il sindaco della città di Ceccano non dovesse provvedere a rimuoverlo seduta stante dalla giunta comunale – tuona Conti – lo riterremo complice delle dichiarazioni gravissime da lui rese note».
Il fatto è che non è la prima volta. E come tutte le altre volte il sindaco di Fratelli d’Italia non prenderà le distanze dall’assessore della Lega. Passeranno altri giorni e arrisentirci alla prossima Gizzata. Neanche la Lega interviene mai circa le esternazioni del provocatore nato Gizzi. A dirla tutta mai vista come ora tanta sinergia tra i Partiti nazionali di maggioranza e opposizione a favore del sostegno all’Ucraina. Sono totalmente a favore anche la Lega e persino FdI.
Conti: «Il Sindaco non si trinceri dietro scuse»
«Non tenti il Sindaco di trincerarsi dietro la scusa di un pensiero personale che non riguarda l’intera amministrazione – mette le mani avanti Giulio Conti, confidando nella replica del primo cittadino – poiché un rappresentante delle istituzioni non può fare ciò. Di fronte a tali fatti che offendono non solo la comunità di Ceccano, ma interi popoli europei e la Pace internazionale, non possiamo restare a guardare». L’attacco è arrivato dall’asse democrat territoriale: dal consigliere regionale Buschini al segretario cittadino Conti passando per il suo omologo provinciale Fantini. Senza parlare dell’ondata di polemiche che sta accompagnando la condivisione della Zeta.
«Questo personaggio già in troppe occasioni ha oltrepassato la soglia limite – ricorda Conti -. Ha bruciato un libro in pubblica piazza, ha paragonato il green pass alle persecuzioni naziste, ha oltraggiato il 25 aprile ed i martiri della Resistenza, ha osannato Mussolini in troppe circostanze. Riteniamo ancor più folle osannare la guerra a fronte delle innumerevoli vittime, donne, uomini e soprattutto bambini.».
E conclude: «A fronte di numerosi sfollati che hanno dovuto lasciare le loro case per fuggire via lontano e che stiamo accogliendo anche qui in Italia. I ceccanesi non possono tollerare tutto ciò. Il Sindaco ne prenda atto o come Partito mobiliteremo tutta la popolazione di fronte a questo vergognoso gesto di propaganda estremista».
Le iniziative dentro e fuori dal Consiglio
Così, a ruota, i consiglieri di centrosinistra Emanuela Piroli, Andrea Querqui, Marco Corsi, Mariangela De Santis ed Emiliano Di Pofi: «Pretendiamo che la maggioranza tutta si assuma la responsabilità di rispettare gli impegni presi con la cittadinanza in Consiglio Comunale, in cui è stato votato all’unanimità un documento contro la guerra e ricordiamo che il Comune di Ceccano, da sempre capofila del movimento per la pace, si è messo a disposizione per l’accoglienza dei profughi ucraini».
E in conclusione: «Non si può ancora una volta restare in silenzio e difendere l’indifendibile comportamento, tra l’altro reiterato, dell’assessore Gizzi. Auspichiamo un rapido riscontro, sicuri che il sindaco non si asterrà dall’esprimere la sua posizione alla cittadinanza».
È partita e sta prendendo piede anche un’iniziativa civica via Whatsapp: «Se sei d’accordo e sei stanc* di avere un Assessore alla cultura che appoggia pubblicamente Putin, firma l’appello e invia un’ e-mail a: sindaco@comune.ceccano.fr.it». Di seguito il testo dell’appello eventualmente da sottoscrivere e spedire al Primo Cittadino.
Il testo dell’appello anti Gizzi
“Gent.le Sindaco Caligiore, Le scrivo a proposito dell’ennesimo caso sollevato dalla condotta dell’Assessore alla Cultura Stefano Gizzi, che ha portato di nuovo il nome del nostro paese sulle pagine nazionali, non certo in toni positivi. Una condotta simile, da un uomo che dovrebbe rappresentare il nostro paese, non è più accettabile“.
“Le chiedo perciò di prendere pubblicamente le distanze dalle sue affermazioni a nome del nostro paese, un paese che si è distinto negli ultimi giorni per la generosità verso il popolo ucraino e che ha accolto nelle proprie case e nelle proprie scuole i profughi causati da questa sanguinosa e insensata guerra“.
“La invito a revocare l’incarico ad una persona che si è dimostrata ancora una volta pericolosa per il buon nome della città, dei suoi cittadini e delle nostre Istituzioni, in un momento storico così delicato in cui c’è bisogno di razionalità, correttezza e rispetto tra le persone e tra i popoli. Cordiali saluti“.