Fiuggi e la variante del coraggio: giù la mascherina, se…

L'importanza nazionale del messaggio partito da Fiuggi: "Il motore del paese deve essere riacceso”. Il successo di Guido D'Amico. E quello di Alessio D'Amato. L'asse Pd - Lega che fa bene al territorio

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Le coincidenze, a volte, sono i segnali misteriosi della vita ai quali bisogna credere. La frase è di Romano Battaglia, giornalista e scrittore italiano. E probabilmente è una coincidenza da non sottovalutare il fatto che venerdì e sabato gli Stati generali del turismo si siano svolti a Fiuggi.

La città termale è un simbolo del turismo, non soltanto di questa provincia. È stata il traino di quella che potremmo definire una Ciociaria da bere, parafrasando il celebre slogan di Milano negli anni del benessere.

Uk sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini (Foto: Filippo Rondinara)

Oggi siamo in un momento storico particolare e sicuramente decisivo. Da sedici mesi il mondo è stretto nella morsa della pandemia e l’Italia sta pagando un prezzo altissimo: in termini di decessi, di contagi, di devastazione economica e sociale. Adesso però è obbligatorio provare a ripartire. Per questo motivo il messaggio di Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla salute, è destinato ad andare oltre le parole: «Via le mascherine all’aperto, se…». (Leggi qui Sileri da Fiuggi: «E ora via le mascherine»)

E in quel “se” c’è tutto un mondo. Certo non è semplice. Perché per poter partecipare ad un evento è necessario aver fatto una dose di vaccino. Oppure due. O il tampone. E non è ancora possibile scambiarsi il bicchiere. Perfino sfiorarsi le mani come cenno di intesa richiede una certa cautela. Il Covid ha cambiato tutto. Da un giorno all’altro. Probabilmente tutto cambierà nuovamente da un giorno all’altro.

Da Fiuggi però è arrivato un messaggio potente. Lo hanno portato ministri, sottosegretari, amministratori, economisti, persone di cultura. Il messaggio è questo: «Il motore dell’Italia va riacceso». Altrimenti sarà impossibile anche pensare alle nuove generazioni.

La due giorni è stata un’intuizione notevole e bene ha fatto Guido D’Amico, presidente nazionale di Confimprese e membro del cda di Atf, a legare l’evento pure al marchio dell’Acqua di Fiuggi. Perché il futuro da immaginare e programmare deve avere radici piantate nei territori. 

Quel senso di unità nazionale oltre gli slogan
Nicola Zingaretti (Foto: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi)

Dalla platea delle Terme Bonifacio VIII si sono alternati in tanti: da Nicola Zingaretti a Mara Carfagna, da Renato Brunetta a Massimo Garavaglia (in videoconferenza), da Pierpaolo Sileri a Ilaria Fontana. Esponenti di Partiti diversi, legati però dal fatto di sostenere la maggioranza del Governo guidato da Mario Draghi. Non facciamoci illusioni: quella maggioranza nei prossimi mesi ballerà. (Leggi qui Mascherine, bonus e vacanze: Fiuggi torna a far parlare)

Le elezioni comunali che si svolgeranno in autunno rappresenteranno la madre di tutte le battaglie. Per tutto. Per la leadership del centrodestra, per il futuro del Pd, per il ruolo dei Cinque Stelle. E anche in Ciociaria si ballerà non poco. Specialmente ad Alatri e Sora. Auguriamoci che questo non faccia venir meno il filo unitario emerso a Fiuggi. In quello che è stato un salotto della politica, nel senso migliore del termine.

E ha ragione il direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro: «Le forze politiche si devono, quindi, unire, per trovare insieme soluzioni. La coesione sociale è fondamentale per la rinascita del Paese». Già, la coesione sociale. La stessa che ha spinto il ministro Renato Brunetta a sottolineare: «In questo momento abbiamo un tasso di crescita del Pil doppio rispetto al resto d’Europa. Non ci capitava da 20 anni. E questa è la prova che l’Italia sta diventando credibile». Aggiungendo: «È il momento del sogno per il nostro Paese. Oggi c’è una sorta di liberazione».

La vittoria di D’Amato
Alessio D’Amato

E quando la pandemia sarà alle spalle si dovrà ragionare sull’idea di prevedere un’altra festa di liberazione. Dal Covid. Ma non siamo ancora fuori dall’incubo. La campagna di vaccinazione sta andando avanti in modo massiccio e sulla vicenda del richiamo di Astrazeneca l’assessore regionale Alessio D’Amato ha incassato una vittoria perfino politica. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 17 giugno 2021).

Però il livello di attenzione non può scendere. Non soltanto perché la variante Delta qualche preoccupazione la crea. Non può scendere perché il “tana libera tutti” dodici mesi fa ha rappresentato il prologo della seconda ondata. I vaccini sono fondamentali, ma non sono uno scudo stellare. «Siamo pronti a ripartire», ha detto Nicola Zingaretti. E Mara Carfagna ha rilevato: «Ora bisogna investire bene i fondi del Recovery. E l’Italia deve smettere di essere divisa tra nord e sud ma diventare una soltanto».

La paura c’è ancora, inutile nascondersi dietro un dito. E il rischio zero non esiste. Non in questa fase. Ma è soltanto col variante del coraggio che possiamo uscirne. Tutti insieme. La lezione di Fiuggi è stata sostanzialmente questa. Da tenere a mente. 

Non è consentito restare in poltrona da spettatori

La ripartenza nasce dai territori. E le risorse del Recovery plan vanno intercettate con dei progetti. Così come occorrerà provare a progettare. Nella medicina del futuro, per esempio, la ricerca avrà un ruolo fondamentale. Soprattutto per quanto riguarda i vaccini. E la provincia di Frosinone, come del resto quella di Latina, ha un settore chimico-farmaceutico di primo livello. Pensare ad un hub della profilassi si può.

Claudio Durigon, Francesco De Angelis, Nicola Ottaviani, Marco Delle Cese

Poi c’è la straordinaria novità del Consorzio industriale regionale del Lazio. Proprio in questa settimana Francesco De Angelis e Claudio Durigon hanno fatto capire che c’è un asse di ferro, che parte dal Partito Democratico e arriva alla Lega. Niente ipocrisie: la politica è fatta anche di accordi trasversali, che in questo caso però possono riverberare effetti positivi nei territori. (Leggi qui L’asse Pd – Lega genera la più grande occasione di ripartenza per il Lazio).

Il Basso Lazio ha una maggioranza schiacciante nel nuovo Consorzio. Servirà la proposta politica. E questo discorso vale in ogni settore. La classe politica è molto attiva sul versante della campagna elettorale. Per preparare candidature, liste e strategie in vista delle amministrative autunnali. In un clima da resa dei conti senza esclusione di colpi. Magari è arrivato il momento di mettere la stessa determinazione e la medesima energia sul versante della progettualità a medio-lungo termine. 

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