L’appello di Landini ad unità sindacale e nuova centralità del lavoro parte da Cassino

Il segretario della Cgil arriva a celebrare i 100 anni della Camera del Lavoro locale e apre sui grandi temi: identità, statuto e le nuove sfide nazionali ed europee innescate da Covid. Perché lavoro e diritti tornino al centro delle azioni di governo,

Alberto Simone

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«Cento anni fa nasceva la Camera del Lavoro. Cento anni fa non esisteva il diritto di sciopero: scioperare significava essere licenziati. Addirittura chi chiedeva aumenti salariali poteva essere portato davanti al Tribunale del Regno. Lo dico perché deve essere un insegnamento molto chiaro. Se oggi ci sono dei diritti nel lavoro è perché quelli che non li avevano si sono battuti per ottenerli, non ci ha mai regalato niente nessuno». Maurizio Landini è uno di quei sindacalisti che non ama il politicamente corretto. Si accalora, spesso. Quasi mai riesce a nascondere le emozioni.

Le battaglie alla Fca di Piedimonte

MAURIZIO LANDINI DURANTE IL SUO INTERVENTO A CASSINO

Tanto più quando si trova a Cassino, dove in veste di segretario nazionale della Fiom ha combattuto tante battaglie.

Le ha combattute al fianco degli operai dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. E tanto più non nasconde le emozioni se è chiamato a celebrare i cento anni della Camera del Lavoro della città.

Questa mattina all’interno della villa comunale della città martire il leader del sindacato rosso ha tenuto una delle sue prime uscite pubbliche dopo il lockdown. Ha reso il giusto omaggio al secolo di storia del sindacato, ma è stata soprattutto occasione per guardare al futuro. All’unità delle sigle sindacali, a un nuovo statuto dei lavoratori.

«Il lavoro è importante perché è un elemento che dà identità. E che permette non solo di vivere dignitosamente ma di potersi realizzare. Se noi usiamo in modo intelligente anche una cosa inedita e grave, quella cioè di fare i conti con una pandemia, la funzione che il nostro sindacato deve avere è chiara. Rilanciare con forza la questione dell’unità sindacale. Può apparire anche una forzatura ma vorrei che fosse chiaro. Il fatto cioè che dal 1920 al 1948 la Camera del Lavoro era una. E che la Cgil era una e che il sindacato è diventato confederale – Cgil, Cisl e Uil – per ragioni più politiche che partitiche».

L’unità sindacale chiave dei diritti

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANTONIO POMPEO

«Banalmente io mi chiedo: quali ragioni politiche o partitiche ci sono che giustificano ancora oggi l’esistenza di diverse organizzazioni sindacali? Non sto dicendo che la pensiamo tutti in maniera uguale. Penso che ciò sia anche una ricchezza in democrazia la diversità. Ma le conquiste più importanti in questo Paese sono state fatte quando c’è stata l’unità del mondo del lavoro. E se oggi vogliamo combattere la precarietà e far sì che un lavoratore abbia la possibilità di migliorare la sua condizione bisogna che ci sia l’unità sindacale. Che non è la somma di Cgil, Cisl e Uil, ma è qualcosa di più. È il diritto delle persone che lavorano di poter essere unite».

Il segretario è un fiume in piena. Ammette che ha sofferto molto i mesi nei quali è stato costretto a fare le riunioni in remoto. Ha bisogno del calore umano, del contatto con le persone. E dopo mesi di astinenza, la villa comunale di Cassino gli offre la possibilità di tornare a fare quello che ben sa fare. Il sindacalista determinato. Con lo sguardo al passato per meglio progettare il futuro.

Gli anni ’70, tutto è partito da lì

LANDINI CON IL SINDACO SALERA

Quindi spiega: «Negli anni Settanta si era rideterminato un elemento di centralità. Questo grazie anche alle lotte che nel Paese sono state fatte. E con un’articolazione che ha riguardato non solo il mondo della sinistra ma tutto il mondo sociale, compreso il mondo cattolico. Cioè non solo che la Costituzione entrasse nelle fabbriche ma che allo stesso tempo si affermasse questa partecipazione e libertà della vita delle persone. Non è un caso che quegli anni Settanta sono anche gli anni della maggior crescita dei diritti sociali in Italia, in Europa e nel mondo».

Cosa significa? Landini chiarisce. «Per fortuna la nostra generazione non ha vissuto la guerra. Ma oggi così come allora siamo di fronte alla necessità di ricostruire non solo l’Italia, ma anche l’Europa. Questo affinché rimetta al centro il lavoro, lo stato sociale e i diritti. E proprio quello che è avvenuto con la pandemia: ci ha messo davanti il modello sbagliato che in questi ultimi trent’anni si era affermato in Italia e in Europa».

Landini spiega che la ragione fondamentale per cui nasce ed esiste il sindacato è proprio questa. Impedire cioè che chi lavora debba competere con un altro come lui. Un altro che per vivere deve lavorare. È la guerra tra poveri che porta come conseguenza il ribasso delle richieste, sempre più in basso pur di poter vincere quella guerra per il pane da portare a casa. «Quando succede questa cosa significa che qualcosa non sta funzionando e che va cambiato. Una delle nostre sfide è infatti quella di disegnare un nuovo statuto dei lavoratori affinché tutti abbiano gli stessi diritti».

Buschini: sanità e area di crisi

LANDINI CON IL PRESIDENTE DEL, CONSIGLIO REGIONALE MAURO BUSCHINI

La scuola e la sanità sono stati gli altri elementi al centro del dibattito. Il presidente del consiglio regionale Mauro Buschini ha evidenziato lo sforzo messo in campo dalla Regione per recuperare gli anestesisti. E quindi non paralizzare le sale operatorie degli ospedali, a partire da quello di Cassino. Per continuare a garantire una sanità di qualità, gratuita e per tutti. (leggi qui Fantini porta bene a Salera. Rianimazione non chiuderà)

Ha sottolineato l’evoluzione della Cgil, sindacato non solo di protesta ma anche di proposta, «di capacità di stare sul territorio. E di essere un punto di riferimento importante dagli anni Venti del secolo scorso. Cento anni dopo siamo in mezzo ad una crisi. Una crisi che sarà anche importante e il ruolo del sindacato sarà fondamentale».

Il Presidente del Consiglio regionale del Lazio ha inoltre ricordato il suo impegno per istituire l’area di crisi complessa nel Sud della provincia. Un modo concreto per aiutare il settore automotive che è in difficoltà. Anche e soprattutto a causa di ecobonus introdotti dal governo a trazione leghista che sono finiti quasi tutti fuori dall’Italia ai concorrenti della nostra industria nazionale. (leggi qui Fca, Buschini porta al Pd il primo applauso degli operai dopo anni di gelo. Ed il risveglio del M5S).

“Occhi aperti su Stellantis”

IL SEGRETARIO CGIL FROSINONE – LATINA, ANSELMO BRIGANTI

Sul punto è intervenuto anche il sindaco Enzo Salera. «Dopo il provvedimento della Regione anche noi in Comune abbiamo deliberato sull’area di crisi complessa. Spero che unitamente a ciò ci sia anche un processo di riconversione di tutta l’area industriale di Cassino. Che sia legato soprattutto alla green economy».

A proposito di Fca Landini ha rinnovato l’appello al Governo a tenere gli occhi aperti in merito alla fusione con Psa. Lo ha fatto visto che in Francia lo Stato è presente nel gruppo automobilistico.

LA TARGA DONATA DA SAXA GRES A CGIL

Il presidente della provincia Antonio Pompeo ha ricordato il ruolo determinante del sindacato in tutta la provincia di Frosinone. La giornata – organizzata dal segretario provinciale Anselmo Briganti con Cgil regionale rappresentata da Michele Azzola – si è conclusa con una targa donata da SaxaGres.

Targa posta nella villa proprio all’altezza delle sede del sindacato per omaggiare i cento anni della Cgil.