A Formia summit promosso dall'azzurra Zangrillo per decidere delle sorti della città dopo le dimissioni annunciate di Villa. Ci va solo chi ha interessi in gioco. Melina del centrodestra e scure di Pd e Bene Comune: si torni al volto.
Se non è stato un flop, poco è mancato. Si contavano sulle dita di una mano i partecipati agli attesi “Stati generali” convocati dalla capogruppo di Forza Italia Eleonora Zangrillo. Aveva dato appuntamento a tutto il centrodestra presso la sala Sicurezza del Comune di Formia: per discutere degli scenari aperti con le dimissioni del sindaco Paola Villa. (Leggi qui Il sindaco Villa si dimette: “Costa è stato il burattinaio e mandante”).
Scialuppa di salvataggio per tenere in piedi l’amministrazione? Oppure intesa sul nome di un nuovo sindaco da schierare tra qualche mese in maniera unitaria? Il doppio quesito è rimasto aperto: gli invitati hanno preferito tenersi alla larga dalla riunione. (Leggi qui In aiuto del sindaco Villa si muove Forza Italia).
In pratica: Lega, Fratelli d’Italia, Formia con te e Udc non si sono fatti vedere. Forza Italia con la capogruppo Zangrillo ed i consiglieri comunali Tania Forte e Gianluca Taddeo si sono dovuti accontentare soltanto dell’ex assessore ai Servizi Sociali Giovanni D’Angiò. Degli altri neppure una minima traccia.
D’Angiò c’era e ne aveva motivo
D’Angiò rappresentava l’ex consigliere comunale di maggioranza Giovanni Costa, isolato in quarantena volontaria nella sua abitazione a causa del Covid che ha contagiato una familiare.
La presenza di D’Angiò non è stata casuale. La sua componente – con ogni probabilità – ufficializzerà il ritorno in maggioranza. Lo farà nonostante una Pec di Costa che pareva evidenziare il contrario. Per D’Angiò ci sarebbe un posto in Giunta, se vorranno tornare Per lui si tratterebbe di un rientro: ne era uscito in primavera sbattendo rumorosamente la porta. Le indiscrezioni parlano di una restituzione della pesante delega ai Servizi Sociali. (Leggi qui Tempesta per il rimpasto: l’assessore annuncia le dimissioni).
Avrebbe dovuto partecipare da remoto anche il secondo consigliere comunale fuoriuscito dalla maggioranza Antonio Capraro, di Formia Vinci. È stato impossibilitato a timbrare il cartellino – secondo la sua versione – perché impegnato nel turno come infermiere all’ospedale Rizzoli di Bologna.
Al termine della sua impegnativa giornata di lavoro sabato sera Capraro ha confidato: «Il mio telefono è in fiamme». Ed era vero. Il capogruppo della lista più piccola un tempo presente in maggioranza è subissato da una valanga di pressioni. Dalla ex maggioranza, che gli sta proponendo anche la luna. Ma anche da diverse forze del centrodestra – ora anche dal Pd – che gli stanno offrendo un ricovero in una delle loro liste qualora ci fosse il ricorso anticipato alle urne.
Il must Capraro, tutti lo vogliono
Capraro, non avendo alle spalle un Partito o una vera e propria lista strutturata, ha deciso di non rispondere più al telefono. O addirittura di spegnerlo. Pertanto la riunione su cui tanto confidava la Zangrillo si è rivelata un nulla di fatto.
Questo anche se la promotrice l’aveva messo in conto. Soprattutto dopo che il suo coordinatore regionale, il senatore Claudio Fazzone, non aveva fatto sconti alla sindaca dimissionaria. «Dimenticati che ti lanceremo come Forza Italia la ciambella di salvataggio. Se qualcuno dovesse farlo, lo farà a titolo personale. Ma non sarà Forza Italia». (Leggi qui Fazzone imposta la rotta: niente soccorsi a Paola Villa).
Ora Zangrillo attenderà di incontrare gli alleati di schieramento che le hanno posto, però, una pregiudiziale, anzi due.
«A questa assemblea del centrodestra deve prendere parte anche la delegazione Ripartiamo con Voi dell’imprenditore Maurizio Costa». È la civica che a settembre ha innescato il collasso dell’amministrazione guidata da Paola Villa, revocandole l’appoggio. E poi ha determinato le dimissioni lunedì scorso, annunciando il proprio voto contrario agli equilibri di BIlancio.
La Lega ha posto quella presenza come pregiudiziale. «Solo in quel caso potremo dare il nostro contributo. Ma abbiamo necessità di guardare in faccia il sindaco Villa. E farci dire cosa intende fare dopo aver definito il progetto presentato ai formiani solo due anni e mezzo fa». (Leggi qui Forza Italia dal sindaco: ascolta, tace e… spera).
Lega, Udc, FdI, civiche: le richieste
Lunedì pomeriggio ‘saliranno’ nell’ufficio del primo cittadino, prima il capogruppo dell’Udc Erasmo Picano. Poi a seguire, Pasquale Cardillo Cupo e l’onorevole Gianfranco Conte in rappresentanza di Fratelli d’Italia-Formia con te. (Leggi qui La strana coppia si presenta: i Fratelli sono molto scettici).
Tra mercoledì e giovedì chiuderà queste consultazioni molto poco Quirinalizie la Lega. Ma la convocazione della professoressa Villa non è ancora partita.
Nelle ore scorse è stato il turno della delegazione del Partito Democratico e della lista civica Formia Bene Comune. Formazioni che hanno ribadito al sindaco quanto annunciato nei giorni precedenti dal capogruppo consiliare Dem Claudio Marciano. «Non parteciperemo a nuove maggioranze nell’ambito di questa consiliatura».
Dem e Bene comune: si torni al voto
In una nota si sono dimostrati in piena sintonia con Marciano (collegato in remoto da Torino), il coordinatore comunale Luca Magliozzi e l’avvocato Maria Rosaria Battaglia. Quest’ultima in consiglio sino al 2018 per Liberi ed Uguali. «
Se, come dichiarato dalla Sindaca, il progetto politico con cui ha vinto le elezioni nel 2018 è fallito, riteniamo ne debba trarre le dovute conseguenze. Il nostro giudizio politico e amministrativo sull’amministrazione Villa è assolutamente negativo. Inoltre, un anche ipotetico ingresso in maggioranza, con il Comune in queste condizioni e gli attuali rapporti di forza in Consiglio, significherebbe solo rimandare di poco un finale già scritto».
«Tuttavia, proprio il richiamo ad una responsabilità straordinaria dovuta alla pandemia ci impone di allungare lo sguardo. E di chiederci quale sia la cosa giusta da fare. In un periodo storico così complesso, Formia ha bisogno di un governo all’altezza delle sfide che presente e futuro ci pongono di fronte. E questo sarà possibile solo ridando voce ai cittadini».
Per Pd e Formia bene comune «lo scioglimento anticipato del Consiglio è responsabilità esclusiva di chi ha governato e guidato Formia fino ad oggi. Un ulteriore conto da pagare per l’intera città frutto del fallimento del progetto politico della sindaca Villa. C’è inoltre da considerare che peggio di un commissario prefettizio, sarebbe un’amministrazione ordinaria retta da maggioranze provvisorie. E senza legittimazione elettorale, con numeri risicati e sotto continuo ricatto. Comunque vada, il nostro impegno verterà da subito verso la costruzione di un progetto politico nuovo e inclusivo. Progetto capace di dare ossigeno alla nostra Formia».