Fischi e fiaschi della settimana XL 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

D’OVIDIO-SACCO

Giuseppe Sacco

Sono loro i principali protagonisti della settimana elettorale iniziata lunedì con l’elezione di sindaci e consiglieri. Angelo D’Ovidio, dirigente dell’Udc, ha davvero fatto l’impresa, tornando sindaco di Pastena dopo venti anni. E dimostrando a tutto il centrodestra che non serve urlare nelle piazze, non servono i selfie e neppure gli approcci da effetti speciali. Bisogna invece essere radicati nei territori, risolvere i problemi delle persone e indicare candidati autorevoli e rassicuranti. Perché alla fine ogni elezione si vince al Centro. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti delle elezioni del 4 ottobre 2021).

Peppe Sacco è stato confermato sindaco di Roccasecca con il 90% sostanziale. A dimostrazione che i cittadini hanno apprezzato la sua Amministrazione ed hanno capito che le sue battaglie sull’ambiente sono state combattute per davvero, con convinzione, costringendo ad un certo punto anche Palazzo Chigi ad intervenire. Zittendo ogni tipo  di contestazione.

Ritorno e conferma.

CIANFROCCA-DI STEFANO

I quattro candidati al ballottaggio

Hanno passato in testa il giro di boa del primo turno. Maurizio Cianfrocca ha guidato il centrodestra ad Alatri con una calma olimpica. Zero polemiche, big in terza fila, grande attenzione alle periferie e ai confronti con i cittadini. Alatri è una roccaforte storica della sinistra, che stavolta non è arrivata neppure al ballottaggio.

Cianfrocca non si lascia prendere la mano, mantiene il suo passo e adesso deve compiere l’ultimo miglio. Ha i favori del pronostico, ma non si monta la testa.

Per quanto riguarda Luca Di Stefano, la Lega lo rimpiange. Lo ha detto chiaramente Francesco Zicchieri. Lui, il candidato sindaco, ha avuto il merito di rimettersi in gioco dopo l’uscita dal Carroccio. Riuscendo a tenere nella stessa coalizione i civici ma anche esponenti del Pd e della sinistra. Il collante è soltanto lui.

Sa bene che il ballottaggio è incerto e complicato e infatti si è messo immediatamente al lavoro. Con umiltà e intelligenza.

Forza e discrezione.

PAVIA-TERSIGNI

I quattro aspiranti sindaci

Entrambi sono arrivati al ballottaggio alla guida di coalizioni civiche. Certamente sostenuti anche da esponenti di Partito, ma comunque il profilo è civico. Non era scontato. Adesso se la giocano.

Enrico Pavia ha il precedente di cinque anni fa, quando però pagò le lacerazioni di un centrodestra rancoroso. Adesso questo problema non ce l’ha e può perfino permettersi il lusso di guardare agli scontenti del centrosinistra. Enrico Pavia è un avvocato che è cresciuto professionalmente con un mito come il senatore Romano Misserville. Dal quale ha sicuramente imparato anche a leggere la politica. Infine, non ha nulla da perdere.

Eugenia Tersigni la partita più difficile l’ha giocata al primo turno, nel duello con il candidato sindaco del centrodestra Federico Altobelli. Al secondo turno ha spazi di manovra larghissimi, superiori pure a quelli di Di Stefano. I precedenti dicono che a Sora nulla è impossibile ed arrivare secondi può essere un vantaggio: cinque anni fa fu così per Roberto De Donatis, sul suo nome si concentrarono i nemici politici del sindaco uscente Ernesto Tersigni che era arrivato primo con un largo margine di vantaggio. Il turno bis fu una partita diversa. Conclusa con il sorpasso.

Outsider di successo.

FLOP

FONTANA-MARCELLI

Sono i leader provinciali del Movimento Cinque Stelle ed entrambi erano in prima fila quando a Sora è arrivato l’ex premier Giuseppe Conte, attuale capo politico dei pentastellati. Ilaria Fontana è competente e apprezzata come sottosegretario alla transizione ecologica.

Loreto Marcelli non è diventato per caso capogruppo alla Regione. Eppure in Ciociaria i risultati dei Cinque Stelle sono sempre deludenti alle amministrative. Mai come stavolta però, considerando che a Sora i voti si sono dimezzati rispetto a cinque anni fa.

Per il Movimento è arrivato il momento di mettersi a tavolino e decidere cosa fare in Ciociaria. Considerando l’evaporazione continua ad ogni successiva tornata elettorale. O si prova ad invertire il trend puntando sul gracidamenti nei territori o tanto vale non partecipare neppure. Sia Fontana che Marcelli sono schierato con Giuseppe Conte. Tocca a loro prendere l’iniziativa.

All’angolo.

DE DONATIS-FOGLIETTA

Alessandro Foglietta

L’ex sindaco di Sora non entrerà in consiglio comunale. E questo è già un risultato clamoroso, perché non capita molto spesso. Quello che ancora oggi si fa fatica a capire è perché abbia deciso di andare incontro ad una sconfitta ampiamente annunciata e dalle proporzioni enormi.

Era apparso chiaro che tutti avevano preso le distanze e si erano spostati altrove. Ma bisognerebbe pure chiedersi perché questo è successo, dopo che cinque anni fa l’esperimento civico di De Donatis aveva acceso le speranze di molti. Mai un’autocritica vera.

Alessandro Foglietta a Supino ha perso tanto a poco nei confronti di Gianfranco Barletta. Foglietta è stato europarlamentare, consigliere regionale, fedelissimo di Gianfranco Fini, portavoce di Francesco Storace e tanto altro ancora. Quando uno di questo livello decide di scendere nuovamente in campo deve perlomeno accertarsi che la carica per la quale concorre sia contendibile. Altrimenti meglio stare  a casa.

Harakiri.

DI FABIO-MORINI

Giuseppe Morini Foto: Peter Zagar

La sconfitta di Alatri sul piano politico è quasi tutta del Pd. Ma c’è anche una responsabilità di chi ha guidato la città in questi anni. E di chi ha concorso come sindaco.

Giuseppe Morini è uno dei sindaci storici della città. E avrebbe dovuto impegnarsi molto di più in una campagna elettorale nella quale inevitabilmente era sotto esame la gestione amministrativa di questi anni. Della sua giunta. Invece si è tenuto defilato, dando anche l’impressione di una logica da “dopo di me il diluvio”.

Fabio Di Fabio, quando ha accettato di essere il candidato a sindaco, conosceva i possibili rischi di non arrivare al ballottaggio. Si è limitato ad una campagna elettorale ordinata e ordinaria. Ma serviva ben altro scatto.

Sconfitti.