Guerra nel Pd: D’Orazio vuole la Segreteria cittadina

Fuochi incrociati nel Pd di Sora. Maria Paola D’Orazio consegna una lettera a Luca Fantini e Bruno Astorre: vuole la Segreteria cittadina del Partito. Sostiene che le spetta in virtù del numero dei tesserati. Il suo obiettivo è duplice: dettare la linea aella vicesindaca Maria Paola Gemmiti e frenare Alessandro Mosticone. Il consigliere provinciale ha provato a costituire il gruppo consiliare ma è stato messo all’angolo. Non solo: la maggioranza al Comune di Sora non ha gradito il suo modus operandi per la nomina nello staff di Palazzo Iacobucci

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Ha fatto sempre passi indietro, nel nome dell’unità: prima quella dell’alleanza che doveva candidarsi, poi quella della coalizione che doveva governare il Comune di Sora. È stata capace di rinunciare alla candidatura a sindaco: per favorire l’accordo con Pd e civici, lasciando spazio a Maria Paola Gemmiti; ha rinunciato pure al momento di assegnare gli incarchi in giunta, una volta che le elezioni sono state vinte dal sindaco Luca Di Stefano: si è accontentata delle deleghe all’Attuazione del Pnrr e gli Affari istituzionali.

Le era stata negata anche la delega alla Polizia locale, “perché lì si debbono fare le assunzioni” commentò sotto i baffi qualche maligno. Nelle prime settimane di amministrazione le è stato pure impedito di costituire il gruppo politico del Pd. Infatti, ora fa la capogruppo della civica con cui il Pd si era presentato alle elezioni, Sora Democratica.

Le avevano negato pure la presidenza della Commissione Sanità. O meglio, non è stata proprio istituita la Commissione.  Per Maria Paola D’Orazio, consigliere di lungo corso al Comune di Sora, è arrivato il momento di rivendicare tutto e pure con gli interessi.

 MARIA PAOLA SI AUTOCANDIDA

Luca Di Stefano, Daniele Leodori e Maria Paola D’Orazio

Ha saputo attendere e ora sta per prendersi la rivincita. Maria Paola D’Orazio è la potentissima donna del Pd di Sora: politicamente è molto vicina al vicepresidente della Pisana Daniele Leodori ed al Segretario regionale, il senatore Bruno Astorre.

Nelle mani di quest’ultimo e del segretario provinciale Luca Fantini, Maria Paola D’Orazio ha consegnato una lettera. Cosa c’è scritto non è dato sapere. È certo, però, che ha dato la propria disponibilità a fare la Segretaria del Partito Democratico di Sora che è commissariato già da alcuni mesi prima delle Comunali dell’ottobre 2021. È retto di fatto dal sindaco di Posta Fibreno Adamo Pantano.

Era accaduto dopo le dimissioni dell’avvocato Enzo Petricca (leggi qui Troppi cani sciolti. Si dimette il segretario del Pd).

Tra poco ci sarà la stagione dei Congressi, annunciata nelle ore scorse dal Segretario Provinciale Luca Fantini. Maria Paola D’Orazio è pronta a presentare la propria candidatura: e se nel frattempo occorresse un nuovo Commissario lei ricorda di avere in mano la maggioranza delle tessere. Lo ha detto anche a Daniele Leodori durante la sua visita in Comune a Sora. (leggi qui Leodori annuncia la Tirreno-Adriatico ma Mosticone non c’è).

MISSIONE 1: FARE FUORI IL VICESINDACO

Maria Paola Gemmiti

Perché proprio in questa fase la consigliera D’Orazio ha deciso di fare questa mossa? Le motivazioni sarebbero due e l’una non escluderebbe l’altra. Primo: prendere il controllo del Partito e dettare la linea politica al vicesindaco con delega alla Cultura, Maria Paola Gemmiti. La stessa per cui fino ad ora ha praticamente fatto un passo indietro su tutto.

Perché questa necessità di dare un indirizzo politico all’azione amministrativa? A Maria Paola Gemmiti viene rimproverato di “fare le cose di testa propria, senza concordarle o condividerle con il Partito”; è l’espressione più ricorrente nel gruppo del Pd a Sora.

Le grane erano cominciate già con il bando per la scelta del direttore museale che avrebbe dovuto lavorare gratis. La notizia ebbe risonanza a livello nazionale e mise in imbarazzo l’intera Amministrazione. Al punto tale che anche il primo cittadino Luca Di Stefano se la sarebbe legata al dito. (leggi qui Museo di Sora, “un bando alla Cetto La Qualunque”).

Al Segretario provinciale, alcuni avrebbero suggerito un avvicendamento: schierando un assessore con un maggiore tasso di esperienza. Il successore di Maria Paola Gemmiti potrebbe essere propria Maria Paola D’Orazio. Ma se va a fare il commissario o il Segretario, non ci sono margini per l’assessorato: nel Pd funziona così, o l’uno o l’altro.

I rumors dicono che l’interessata non mira né alla Segreteria né all’assessorato. In realtà gradirebbe che venisse mantenuta la promessa fattale: il ruolo del presidente del Consiglio comunale. Attualmente occupato da Francesco Facchini.

MISSIONE 2: ISOLARE MOSTICONE

Alessandro Mosticone

Con il Pd nelle sue mani D’Orazio metterebbe all’angolo anche Alessandro Mosticone. Di lui non si fida più. E non sarebbe la sola. La maggioranza compatta gli avrebbe fatto terra bruciata attorno. Perché?

Semplice. Mosticone ha chiesto e ottenuto dal presidente della Provincia Antonio Pompeo un posto nello staff in base all’articolo 110 del Testo unico enti locali. A collaborare in Provincia ci ha portato Mariano Taglialatela, il marito di Silvia Ucciero, la stessa che il consigliere del Pd aveva espresso come assessore al Commercio del Comune di Sora nella Giunta di Roberto De Donatis prima di ritirarla in favore di Daniele Tersigni.

L’irritazione della maggioranza, tuttavia, non scaturisce dal nome scelto bensì dal metodo utilizzato: Mosticone lo ha fatto senza nemmeno chiedere cosa ne pensassero ai suoi colleghi di Sora che lo ha eletto al Consiglio provinciale. Come se la Provincia fosse una sua prelatura personale. E non l’avesse ottenuta grazie ai voti della maggioranza più quelli garantiti dal leader Dem Francesco De Angelis in base ad un’intesa poalitica con il sindaco.

L’ALTOLÀ DEL SINDACO

Luca Di Stefano con Francesco Facchini

Maria Paola D’Orazio non è l’unica a voler mettere all’angolo Mosticone. Ormai è un obiettivo condiviso della maggioranza e dello stesso sindaco Luca Di Stefano che nei giorni scorsi con il suo “ex” colonnello ha avuto un acceso confronto il Municipio. Il motivo: l’ex azzurro di recente tesserato Pd (passando per la civica Reset) per poter diventare consigliere provinciale nella lista di Francesco De Angelis, stando a fonti accreditate ha “fatto richieste politiche esagerate ed è stato messo a freno dal sindaco”. “O si gioca per la squadra oppure non ti garantisco più” gli avrebbe detto Luca Di Stefano.

Intanto gli è stata tolta la gestione dello Sportello Europa, allestito al piano terra del Municipio dove, fra l’altro, si gestiscono le pratiche del Pnrr. E a Palazzo Iacobucci in Provincia le cose non vanno meglio. Voci indiscrete lo descrivono sempre seduto nella stanza del presidente Antonio Pompeo nonostante sia stato eletto grazie ai voti dell’altra corrente Pd: Pensare Democratico.

Insomma, Mosticone rischia di essere scaricato dal Pd anche in Provincia. A meno che non sia ciò che voglia: alle Regionali verrà candidata sicuramente la consigliera di Isola del Liri Antonella Di Pucchio. E così lui avrebbe un motivo per lasciare la componente del Partito che l’ha eletto in Provincia senza sostenere i candidati di Pensare Democratico alla Regionali. Ma riversando i suoi voti sulla Di Picchio che è espressione di Base Riformista.

TENTATIVO DI IPOTECA

Salvatore Lombardi

In realtà Mosticone avrebbe fatto di peggio. Dai piani alti del Municipio lo accusano d’aver tentato di mettere un’ipoteca politica sulla maggioranza consiliare di Luca Di Stefano.

Lo accusano di aver provato (inutilmente) a costituire il gruppo consiliare del Pd che facesse riferimento a lui per acquisire un maggior peso nelle decisioni. Lo ha fatto coinvolgendo Francesca Di Vito, Salvatore Lombardi e Naike Maltese. Quest’ultima già assessore ai Servizi sociali era stata costretta a un avvicendamento politico nel suo gruppo Adesso Tocca a Noi (leggi qui Fine della camomilla: Mollicone bussa alla giunta. E qui Se Baratta torna in sella al grido di “largo ai giovani”). Salvo poi lasciare il gruppo, fondare Sora al Centro e, quindi, costringere il primo cittadino a farsi lui stesso politicamente carico dell’assessore Marco Mollicone rimasto senza copertura in Assise (leggi qui Il bilancio, le opere, le tasse e i dubbi sui soldi ai professionisti per il Pnrr).

Anche di questa operazione politica è accusato Mosticone. Oltre che di voler costituire il gruppo lasciando fuori la consigliera D’Orazio. E poi, per alzare il tiro, Mosticone avrebbe anche lanciato la sua disponibilità a una candidatura regionale che non arriverà mai e che viene letta soltanto come una provocazione finalizzata a ottenere altro. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 30 giugno 2022).

LE REAZIONI

Maria Paola D’Orazio

Interessanti retroscena accompagnano la notizia della lettera di disponibilità autocandidatura scritta da Maria Paola D’Orazio. Innanzitutto il Segretario Provinciale Luca Fantini non intende derogare in alcun mondo né dai Regolamenti né dallo Statuto.

Quindi? Ha già fatto sapere che senza un congresso il nuovo Segretario a Sora non si farà. Inoltre, chiede che si lavori per una soluzione unitaria, capace di mettere fine alle divisioni registrate in questi anni. Fantini pretende che si avii quel processo di discontinuità di cui nelle ore scorse ha parlato apertamente durante la Segreteria Provinciale.

Alcuni sostengono che l’attuale commissario Adamo Pantano non veda l’ora di dimettersi da Commissario, ritenendo esaurito il suo ruolo: ha guidato il Pd di Sora verso le elezioni, il Partito è in maggioranza ed esprime il vicesindaco. Ora – dice – tocca ad altri.

D’Orazio starebbe accelerando per il Congresso. Teme che con Mosticone all’opera la situazione potrebbe sfuggire di mano. La guerra nel Pd sorano è appena ricominciata. O, forse, non era mai finita. Si era trattato soltanto di una tregua elettorale dell’autunno ormai trascorso.