Ne sentiremo parlare nel 2021

I personaggi da seguire nel 2021. E le cose che realizzeranno: in grado di cambiare lo scenario, in politica ed in economia.

Il 2021 sarà un anno di resistenza e ricostruzione. Partendo dalle macerie lasciate dal Covid e quelle che ancora farà nella prima parte dell’anno. Ma ci sono alcuni personaggi che hanno sul loro percorso la possibilità di cambiare tante cose, modificando lo scenario locale e regionale. Ma anche nazionale.

Chi sono e cosa ci si aspetta che realizzino nel 2021. In rigoroso ordine alfabetico.

GIOVANNI ACAMPORA

Giovanni Acampora © Valerio Portelli / Imagoeconomica

Quella di Frosinone-Latina è l’ottava Camera di Commercio italiana, con una forza economica di primissimo livello. Da presidente dell’ente camerale Giovanni Acampora dovrà trasformare la forza economica in politica e per farlo dovrà farsi largo in tutti i “tavoli” che contano davvero: regionali e nazionali.

Ha formato una squadra molto equilibrata e motivata, ora si tratta di completarla con le nomine del vicepresidente e del responsabile dell’Azienda speciale.

Il 2021 sarà l’anno in cui dovrà farsi “sentire” in qualunque tipo di contesto che conta. Proiettando il territorio del Sud Lazio su uno scenario economico molto più competitivo. Dalla sua parte ha alcune eccellenze di prim’ordine: il porto di Gaeta sta attraendo grandi operatori nazionali e moltiplicando i suoi volumi di traffico, l’Automotive del Cassinate è capace di spostare l’asse con i risultati dell’export regionale ma è sospeso tra la gloria passata ed uno scenario mondiale incerto.

L’anno che verrà.

FRANCESCO BORGOMEO

Francesco Borgomeo

Nel 2020 ha rappresentato la più grande novità nei nuovi assetti di Unindustria. Per il semplice fatto che un imprenditore come lui, costantemente proiettato nel futuro, può costituire la classica marcia in più.

La sfida del 2021 per il salvatore di aziende che ha creato Saxa Gres ed i sampietrini in Grestone, sarà quella di dare una dimensione nazionale al suo gruppo. Anche a costo di stringere nuove alleanze e creare nuove joint venture.

Insomma dovrà dimostrare che “si può fare” e dovrà farlo in un ambito molto stimolante considerando che guida la territoriale Cassino-Formia. Il che vuol dire automotive e “sbocco al mare”. E quindi collegamenti, infrastrutture, ma pure green economy ed industria 4.0. Nel 2021 probabilmente 5.0.

Il bersaglio lo ha già individuato nell’anno appena concluso: è tra i più convinti sostenitori del metano bio ricavato dagli avanzi di cucina che oggi la Ciociaria manda in Veneto; ha detto che se nascerà la grande piantagione di canapa industriale nella Green Valley di Roccasecca è pronto a comprare lui gli imballaggi green che sostituiranno la plastica.

Lo aspettano dodici mesi decisivi, ma se raggiunge risultati importanti, allora può imprimere una ulteriore svolta. Lanciatissimo.

PIERPAOLA D’ALESSANDRO

È già impegnata su due fronti. Il primo è quello dell’emergenza Covid e la manager ha già fatto capire che non si rilasserà nemmeno per un secondo. Quindi tracciamento, vaccini e, se necessario, ulteriore riorganizzazione della rete ospedaliera.

L’altro fronte è quello della Sanità normale e ordinaria, quando tutto questo sarà finito. Lei ha le idee chiare dal primo istante, consapevole che comunque dopo il Covid non si potrà tornare alla situazione che c’era prima.

L’emergenza ha fatto slittare il varo del prossimo Atto Aziendale. L’esame finale del direttore generale sarà quello, quando sarà possibile metterci mano. Dal Grande Policlinico della Ciociaria alla Sanità Territoriale, fino all’accordo con il Campus Biomedico che porterà in provincia di Frosinone l’alta specializzazione in Oncologia. Sta già studiando ogni cosa. (Leggi qui La mia Asl, il nostro Policlinico. E porto anche il Campus Biomedico).

Nel 2021 potrà dimostrare che la rotta tracciata da Nicola Zingaretti in Sanità è quella giusta: meno ospedali e più territorio, meno rivalità e più sinergia tra le strutture. Un modello nazionale per una rivoluzione della sanità territoriale.

Abituata a bruciare le tappe.

ALESSIO D’AMATO

ALESSIO D’AMATO. FOTO © SARA MINELLI / IMAGOECONOMICA

Il Lazio è già partito in quarta per quanto riguarda le vaccinazioni. L’obiettivo dichiarato dell’assessore alla Sanità del Lazio è arrivare all’80% della copertura il prima possibile. Come termine temporale parliamo di un anno, ma lui vuole bruciare le tappe ed in una delle ultime conferenze stampa del 2020 ha detto che punta ad immunizzare la regione entro settembre-ottobre.

Alessio D’Amato sa pure che quasi inevitabilmente tra gennaio e febbraio non si potrà abbassare la guardia neppure per un attimo perché il virus è ancora molto contagioso. Lo è stato nel 2020, lo sarà nel 2021: uno dei maggiori protagonisti nella guerra al Covid-19.

Trincea continua.

FRANCESCO DE ANGELIS

Gli addetti ai lavori giurano che la presidenza del Consorzio industriale regionale unico vale almeno due assessorati regionali. E che quindi una macchina da Formula Uno guidata da un fuoriclasse come De Angelis può veramente fare la differenza. Sia per i singoli territori e sia per il Lazio nel suo insieme, sullo scenario industriale nazionale.

I prossimi dodici mesi saranno fondamentali per capire davvero cosa può cambiare attraverso un ente di questo tipo. Pure per le future ambizioni del leader indiscusso del Pci-Pds-Ds-Pd in Ciociaria. Se cioè intenderà fare il presidente del Consorzio industriale unico oppure provare ad ottenere una candidatura eleggibile per Camera e Senato. Lo scenario parlamentare è l’unico che non ha ancora solcato.

Francesco De Angelis è convinto che il miglior modo di provare a guadagnarsi la candidatura è quello di fare la differenza con il Consorzio industriale regionale unico.

Idee molto più che chiare.

LUCA FANTINI

Luca Fantini

Il 2021 è l’anno della consacrazione: o galleggia e naviga a vele spiegate in mare aperto o affonda. Il Segretario Provinciale del Pd cresciuto all’ombra di totem come Mauro Buschini, Francesco De Angelis e Nicola Zingaretti ora dovrà affrontare le prime battaglie: a partire dalle elezioni comunali di Sora e Alatri nelle quali nulla è scontato. E pacificare città come Ceccano e Pontecorvo nelle quali la mancanza di dialettica e di politica ha portato al disastro elettorale dei mesi scorsi.

Il talento c’è e lo ha dimostrato nel periodo in cui ha governato i Giovani Democratici, il movimento giovanile Dem. La preparazione non manca: né sulla tattica né sulla strategia. C’è lui dietro il mantenimento degli impegni che hanno reso possibile la sua elezione in maniera unitaria. La libertà d’azione è evidente: nessuna concessione, nessun regalo nella composizione della Segreteria Provinciale.

Il 2021 è l’anno in cui dovrà alzare le vele ed affrontare i grandi temi: a partire dalle nomine dei sub commissari nel circoli che sono stati congelati. Non potrà sbagliare. Perché ha ereditato la Federazione capace di eleggere il Segretario Regionale e quello Nazionale con percentuali del 90%.

È ora di agire.

CLAUDIO FAZZONE

Claudio Fazzone e Antonio Tajani

Stanno provando in tutti i modi a fargli saltare i nervi. L’annuncio della nomina di Alessandro Battilocchio commissario provinciale di Forza Italia a Frosinone a metà novembre, poi le voci di una sua possibile sostituzione come coordinatore regionale del Partito, quindi il mistero della nomina di Battilocchio annunciata sulla “home” del Partito nazionale e poi cancellata.

Per il 2021 il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, ha annunciato la possibile apertura della stagione congressuale. Covid permettendo naturalmente. Sarà in quella sede che proverà a regolare i conti politici con quello che è il suo grande avversario interno: il numero due di Forza Italia Antonio Tajani, desideroso di riprendere il controllo politico del partito in Ciociaria.

Fazzone non vuole e non può perdere questa partita.

O la va o la spacca.

LUCIO MIGLIORELLI

Lucio Migliorelli

Il 2021 è l’anno della grande sfida. Nel quale, se riuscirà a vincerla, sarà l’uomo che avrà trasformato i rifiuti da un problema ad una risorsa. Che le nostre immondizie valgano oro lo sa benissimo: per inviare in Veneto la pasta avanzata dai piatti, la frutta andata a male, i gusci delle uova e tutti gli altri avanzi di cucina spendiamo oltre 150 euro a tonnellata. Tenendoli qui eviteremmo la spesa. Facendo in casa ciò che fanno in Veneto ne ricaveremmo milioni in metano biologico con cui far camminare auto ed alimentare caldaie.

La battaglia con i sindaci l’ha già vinta nel 2020: li ha convinti che era quello l’unico modo per proiettarci nella modernità. Ora dovrà affrontare la battaglia culturale: con un territorio che negli anni passati ha visto ogni sorta di scempio ambientale ed oggi fatica a credere nei miracoli del Green.

Vincere quella sfida ha un valore enorme. Perché dove c’è l’energia a buon mercato vengono a mettere le fabbriche gli investitori. L’operazione capitanata da Lucio Migliorelli ha la possibilità di strappare la Ciociaria dal Sud dell’Italia e proiettarla tra le province con un Prodotto Interno Lordo paragonabile a quello del Nord.

Sfida culturale

NICOLA OTTAVIANI

Il 2021 sarà l’anno dell’esame come coordinatore provinciale della Lega. In qualità di sindaco di Frosinone ha già dimostrato tutto, ma nel ruolo politico dovrà essere capace di aggregare, specialmente nei Comuni più grandi che andranno al voto in primavera: Alatri e Sora.

Soltanto in questo modo potrà provare a guadagnarsi sul campo la candidatura alla Camera per il 2023. Gli spazi sono ristretti (dopo il taglio di 345 seggi parlamentari), ma comunque Ciociaria avrà un proprio collegio per la corsa a Montecitorio.

I prossimi dodici mesi saranno decisivi anche per la scelta del prossimo candidato sindaco del centrodestra.

Sotto esame.

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti. Foto Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Non potrà rilassarsi praticamente mai. Ma se come presidente della Regione Lazio può contare su una squadra molto forte (Daniele Leodori, Mauro Buschini, Alessio D’Amato) e su un coordinatore regionale da serie A (Bruno Astorre).

Da segretario nazionale del Pd dovrà fare i conti con tantissime variabili: gli attacchi continui di Matteo Renzi (Italia Viva), lo stallo determinato dal Movimento Cinque Stelle sulle principali tematiche che non vengo affrontate, le titubanze del premier Giuseppe Conte.

Da mesi Nicola Zingaretti sta chiedendo un cambio di passo l’esecutivo, che però non arriva. Si tratta di evitare però crisi di governo al buio. Non tanto per paura delle urne (il Pd comunque reggerebbe), quanto per evitare che il Paese possa disperdere il patrimonio messo a disposizione dall’Europa con Recovery plan e Mes.

Pacificatore per sempre.