La sanità pubblica si è ripresa la scena

L'inizio delle vaccinazioni rappresenta la luce in fondo al tunnel. Ma ora occorre strutturare una Sanità capace di affrontare il futuro: tocca ad una classe dirigente che in questi anni non è andata oltre la protesta verbale. L'importanza dei fondi ex Cassa per il Mezzogiorno arrivati con il dialogo De Angelis - Mancini ed il contributo di Segneri

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Impossibile dimenticare il 2020, l’anno del Covid. Le festività natalizie hanno evidenziato ancora di più un’emergenza alla quale nessuno poteva essere preparato. L’inizio delle vaccinazioni rappresenta indubbiamente una luce in fondo al tunnel, ma c’è la consapevolezza che il cammino sarà lungo e complesso. Ma intanto è cambiato tutto. Perfino a livello di mentalità, anche e soprattutto per quanto riguarda le prospettive nel breve, medio e lungo periodo.

Prendiamo la sanità: gli ospedali pubblici sono il perno del sistema da mesi. E ad inizio novembre Pierpaola D’Alessandro, direttore generale della Asl, ha cambiato l’assetto dell’intera rete ospedaliera. Coinvolgendo anche le strutture private accreditate ed effettuando una vera e propria chiamata alle armi. Nella consapevolezza che nulla sarà più come prima.

La DG della Asl di Frosinone Pierpaola D’Alessandro

Ma quando la pandemia sarà finita bisognerà mettersi al lavoro per dare alla sanità pubblica ciociara le risorse necessarie per effettuare un cambio di passo sistematico. Parliamo di personale, di strutture, di mezzi, di servizi, di tecnologie. E allora bisognerà vedere quale sarà in quel momento il contributo di una classe dirigente che in questi anni non è andata oltre la protesta verbale (affidata nella maggior parte dei casi a comunicati stampa) quando venivano chiuse delle strutture e più in generale si procedeva con i “tagli”senza se e senza ma.

Sarà fondamentale ricordarsi tutto questo, per evitare che poi si possa pensare di tornare alle vecchie abitudini. Vecchie abitudini che alla fine si possono sintetizzare nel lasciar correre, nel non provare neppure ad opporsi a decisioni che sempre vengono assunte altrove. Ma che poi in Ciociaria hanno delle ricadute penalizzanti per il territorio. Finita la pandemia si dovrà procedere al varo del nuovo Atto aziendale. La D’Alessandro ci sta già lavorando. Bisognerà vedere quale sarà il contributo degli amministratori locali. (Leggi qui L’anno dei tre manager e la sanità rivoluzionata).

Provare almeno a cambiare la narrazione

Il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis e il deputato Claudio Mancini hanno illustrato nei giorni scorsi le potenzialità dell’emendamento con il quale si stanziano 135 milioni di euro per bandi riservati alle imprese che ricadono nelle aree dell’ex Cassa del Mezzogiorno. (Leggi qui Le frontiere dello sviluppo: si riparte dai confini dell’ex Cassa per il Mezzogiorno).

Francesco De Angelis e Claudio Mancini

In calce all’emendamento c’è anche la firma della deputata Enrica Segneri. Si tratta di un’opportunità che va colta, ma per farlo sarà necessario far capire a tutti che questo territorio potrà essere maggiormente attrattivo per il futuro. E allora non sarebbe male un’operazione congiunta delle associazioni di categoria, dei sindaci e anche degli amministratori. Perché in fondo la provincia di Frosinone ha già delle infrastrutture importanti e strategiche: l’autostrada e la superstrada Ferentino-Frosinone-Sora per esempio. Ha da mesi due fermate del Treno ad Alta Velocità. Così come ha un settore chimico-farmaceutico di assoluta eccellenza.

E adesso si comincia a delineare anche il piano di risanamento della Valle del Sacco: il presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini si è molto sbilanciato sia sulle risorse che sui tempi. Ma in provincia di Frosinone da anni si resta sintonizzati sulle frequenze di una narrazione sempre e soltanto catastrofista. Nella quale contano esclusivamente le chiavi di interpretazione politica. Nel senso di maggioranza e di opposizione. Ad ogni livello: dal comunale al nazionale, passando dal provinciale e dal regionale.

Per cogliere le opportunità, specialmente sul piano industriale ed economico, è necessario però presentare dei progetti. Una fase che finora è stata bypassata spesso. Pure questa inversione di tendenza significherebbe provare a cambiare la narrazione.

Eppur si muove I cambiamenti nella politica

Qualche giorno fa il leader della Lega Matteo Salvini ha ufficializzato le nomine di molti nuovi coordinatori regionali. Tra questi c’è Claudio Durigon nel Lazio: raccoglie il testimone da Francesco Zicchieri, chiamato dal Capitano in persona ad un importante ruolo nazionale. (Leggi qui Salvini nomina Zicchieri nel cerchio magico della Lega).

Claudio Durigon con Matteo Salvini e Francesco Zicchieri Foto © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

Durigon non è tipo da limitarsi all’ordinaria amministrazione. È il primo a sapere che in provincia di Frosinone la Lega ha assoluta necessità di battere un colpo sul piano locale: specialmente nei Comuni, dove non ha ancora eletto un sindaco. In questo senso la tornata amministrativa della primavera prossima sarà importante, specialmente per quello che succederà ad Alatri e Sora.

Però è anche chiaro che il Carroccio dovrà far capire cosa intende fare per rilanciare l’intera coalizione di centrodestra. Stessa priorità per Fratelli d’Italia del senatore Massimo Ruspandini. Mentre Forza Italia è da mesi impegnata a capire chi sta con chi. Vale a dire chi fa riferimento al senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone e chi invece guarda al vicepresidente nazionale Antonio Tajani.

Una situazione paradossale, che però sta di fatto ingessando gli “azzurri”. Perfino in alcuni Comuni.

Nel Pd Luca Fantini si è perfettamente calato nel ruolo di segretario. Al Partito ci pensa lui. Non gli eletti, che infatti si stanno occupando a tempo pieno di attività amministrativa. Pure per Fantini le Comunali di primavera rappresenteranno un esame importante. Intanto nessuno parla più della nuova legge elettorale. Il riassetto dei collegi ha già penalizzato la provincia di Frosinone, con il Cassinate accorpato nel collegio di Terracina, dove è predominante la provincia di Latina.

Magari i parlamentari eletti in questo territorio potrebbero provare a cercare di “anticipare” la situazione. Partecipando alle grandi manovre già in corso.

*

Leggi tutto su