Venerdì l’atto finale. Partecipazione intorno al 60%. Stefania Martini verso la presidenza, Alessandra Sardellitti ha declinato l’invito. Intanto Antonio Pompeo ha incontrato Luca Lotti nella Capitale.
Ormai ci siamo. Ieri si è conclusa la fase dei congressi dei 74 circoli territoriali del Partito Democratico. Il prossimo appuntamento è quello del 31 luglio, quando Luca Fantini sarà proclamato segretario provinciale. Raccogliendo il testimone da Domenico Alfieri, alla guida dei Dem dal gennaio 2018, quando subentrò a Simone Costanzo, che lasciò l’incarico per candidarsi alle regionali.
Da decidere se l’ultimo atto si celebrerà in presenza oppure “da remoto”. C’è anche la terza opzione: un sistema misto. In parte in presenza, in parte collegati in teleconferenza.
Non chiamatele spartizioni, o magari si
In quell’occasione, l’assemblea provinciale (composta da 160 membri), oltre al segretario, indicherà la Direzione, formata da 80 esponenti.
Successivamente Luca Fantini provvederà alla nomina della segreteria politica. Sul versante delle cariche, l’intesa tra Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo (che ha ormai un asse di ferro con Simone Costanzo) prevede l’attribuzione della presidenza e della vicesegreteria alla componente di Pompeo. Mentre Pensare Democratico indicherà il tesoriere e il responsabile dell’organizzazione.
Pompeo e Costanzo da Nicola
Ruoli ricoperti in questo momento, rispettivamente, da Vittorio Save Sardaro e Alessio Gentile.
Non è stato semplice mantenere l’impostazione unitaria, dopo che nelle scorse settimane lo scontro politico era stato frontale. Dopo cioè che Antonio Pompeo e Simone Costanzo si erano rivolti al segretario nazionale Nicola Zingaretti. Durissima la reazione congiunta di Mauro Buschini e Sara Battisti. Ma anche di Francesco De Angelis. Poi una lunga e complessa mediazione, conclusasi più con una tregua armata che con una pace duratura.
Nei giorni scorsi Antonio Pompeo ha partecipato ad una riunione con Luca Lotti, ex braccio destro di Matteo Renzi. E’ tra i leader della corrente Base Riformista. Nel corso dell’incontro si è parlato pure delle vicende congressuali del Pd di Frosinone. A dimostrazione della delicatezza del momento.
Sempre per restare nell’ambito dell’area di Antonio Pompeo, è in corso la discussione per l’indicazione del presidente e del vicesegretario.
Martini in pole per la presidenza
Per la presidenza il nome in pole position è quello di Stefania Martini, che ricopre lo stesso ruolo relativamente al circolo di Frosinone. Una designazione, quella di Stefania Martini, sulla quale sta insistendo molto Fabio Di Fabio. Probabilmente pure nell’ottica di lanciare una sorta di “ponte” verso la componente di De Angelis. La Martini fa parte dell’area di Pompeo, ma è stimata anche nella componente di Pensare Democratico.
All’inizio, per la carica di presidente, si era pensato ad Alessandra Sardellitti, consigliere provinciale e comunale del Pd, peraltro vicinissima ad Antonio Pompeo. La Sardellitti però ha immediatamente declinato l’invito, spiegando che la sua intenzione è quella di concentrarsi esclusivamente sul livello amministrativo.
Test anti correnti ed election day
La segreteria di Luca Fantini avrà immediatamente una sorta di “battesimo del fuoco”. Francesco De Angelis lo ripete da novembre 2019: l’imperativo categorico dovrà essere quello di superare la logica delle correnti.
Non sarà né facile né semplice e il segretario in pectore lo sa. Responsabile regionale dei Giovani Democratici, Fantini è perfettamente consapevole che l’area di Pompeo e Costanzo lo considera in quota Pensare Democratico. La nomina della segreteria rappresenterà il primo test importante. Poi naturalmente ci sarà l’election day di settembre, dove nei due Comuni più grandi (Ceccano e Pontecorvo) il Pd non parte favorito.
Per quanto concerne il ruolo di vicesegretario, che sarà sempre espressione della componente di Pompeo, il nome che circola maggiormente in queste ultime ore è quello di Paolo Renzi.
Per quanto riguarda la partecipazione, bisogna tenere conto di diversi fattori. Intanto il fatto che la pandemia da Covid- 19 ha determinato lo slittamento di una stagione congressuale che doveva terminare il 5 aprile. E in questo momento le regole sul distanziamento sociale comunque rendono difficoltosa la modalità in presenza.
Renzi vice, con affluenza moderata
Inoltre siamo a fine luglio, periodo poco compatibile con la celebrazione dei congressi. I calcoli devono essere elaborati, ma dovremmo essere intorno al 60% di iscritti che hanno preso parte a questa fase. Per il resto, dopo l’appuntamento del 31 luglio inizierà la lunga fase che porterà alle candidature che contano davvero: politiche e regionali. E allora si capirà quando può reggere la tregua armata.
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