Una cena da Baratta per giocare al “tromba-sindaco”

A De Gasperis l’ingrato compito di dire al sindaco di Sora De Donatis che una sua ricandidatura non è gradita. Il primo cittadino dice che è pronto a farsi da parte. Ma solo se ci sarà un'alternativa. Che ora non c'è.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

«A Robe’ sei un bravo sindaco ma fra la gente non ‘passi’. Se le cose non cambiano non sei ricandidabile alle prossime elezioni»: suonava più o meno così il senso di quanto si è sentito dire Roberto De Donatis da almeno due dei gruppi politici che attualmente lo sostengono in Consiglio comunale. Glielo hanno detto qualche sera fa: nel corso di una cena.

Pasquale Ciacciarelli e Gianluca Quadrini

Pronta la sua risposta: «Se ci fosse un’alternativa sarei anche pronto a fare un passo di lato. Ma alla prossima campagna elettorale comunque ci sarò, a raccontare cinque anni di amministrazione». E poi, in camera caritatis, a qualche suo fedelissimo il sindaco di Sora avrebbe espresso un concetto che più o meno suona così: «Quello del tromba-sindaco è uno sport nazionale. Sport che è secondo soltanto al tromba allenatore nelle squadre di calcio». Aggiungendo pure: «Questa è l’ora dei dilettanti. L’ora in cui vanno avanti gli altri. Poi arriva il redde rationem».

Dunque si lavora a un centrodestra unito per le elezioni comunali a Sora nel 2021. Con un candidato sindaco che sia di centrodestra. E che non è Roberto De Donatis. Esattamente come avevano anticipato all’inizio della settimana sia il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli che il consigliere comunale e leader di Fratelli d’Italia Massimiliano Bruni. (leggi qui Caos Lega: tessera a Caschera. Mezza al governo, mezza in minoranza).

A cena: pizza, paste e ultimatum

Fausto Baratta

Un processo politico, quello in corso, che si fonda su un retroscena molto pesante. Una cena a casa del vicesindaco Fausto Baratta che si è tenuta lo scorso tre settembre. Cioè la sera precedente l’ultima seduta del Consiglio comunale. E i cui contenuti sono rimasti blindati fino a poche ore fa. Doveva essere probabilmente il preludio alla riapertura delle trattative trasversali per ricompattare politicamente la coalizione ma senza Roberto De Donatis.

In pratica: tutti insieme appassionatamente ancora una volta, ma senza il sindaco. ( Il pontiere La Rocca per unire il centrodestra).

Non era presente tutta la maggioranza. Non si è trattato di una riunione politica ufficiale ma di una cena informale, organizzata all’ultimo momento. E lo si capisce anche dal menù. Pizza mista al taglio, affettati, frutta di stagione e vino. Oltre al dolce, pastarelle di pasticceria, portate da Lino Caschera, forse per addolcire la pillola.

Ma il sindaco non le ha mangiate. È andato via prima. Non le ha mangiate nemmeno Alessandro Mosticone, che invece è arrivato dopo, verso le 23.30. A cose fatte. Perché? Non si sa. Probabilmente un modo per esprimere il suo dissenso rispetto alle decisione presa. Un po’ come fece per il cambio di gestione della Farmacia comunale. Cioè quando arrivò in Consiglio soltanto al punto successivo, facendo di fatto mancare il numero legale, insieme a Floriana De Donatis, per l’immediata esecutività delle delibere. (leggi qui La Farmacia passa alla Ambiente ma da febbraio).

Gli altri si sono dati appuntamento verso le 20.30 e si sono intrattenuti fino verso le 23. Minuto più minuto meno. Salvo Lino Caschera che, con Baratta e Mosticone si è trattenuto fino oltre le 4.30 di mattina. C’erano anche il sindaco De Donatis, ovviamente, il consigliere Francesco De Gasperis il cui gruppo consiliare esprime il vicesindaco Baratta. Poi Massimiliano Bruni e Simona Castagna per Fratelli d’Italia.

Antonio Lecce assente per impegni professionali. Gli altri non erano stati invitati. Perché? E’ presto detto. Doveva essere una riunione a cinque, con i rappresentanti di quelle liste che fanno riferimento all’area di centrodestra. Mancavano Patto Democratico e la consigliera di Forza Italia Floriana De Donatis.

A De Gasperis l’ingrato compito

De Donatis intervistato

Circa due ore di convenevoli e di discorsi diplomatici. Tutti incentrati sulla politica. Poi il consigliere delegato alla Polizia locale si è assunto l’onere di esporre il vero motivo dell’incontro.

Parlando a nome di tutti i presenti De Gasperis ha detto a De Donatis: «Non passi più fra la gente. La gente non parla benissimo di te e se le cose non cambiano quando si dovrà decidere il candidato sindaco non potrai essere tu». Ovviamente con termini molto più delicati ma altrettanto eloquenti.

Poi è toccato a Massimiliano Bruni. Il leader di Fratelli d’Italia ha espresso la necessità di «rimanere tutti insieme». Di «non buttare a mare nessuno. E trovare una soluzione adatta a tutti sedendosi attorno a un tavolo». E poi: «Dipende da che strada vuoi percorrere. Se sei dentro il centrodestra». Chiaro il messaggio di Bruni: una collocazione politica verrà garantita a De Donatis ma non potrà ripetere il giochetto del 2016 con la Piattaforma civica che obbligò tutti ad ammainare il simbolo di Partito per aggregarsi intonro a lui ed al suo programma.

Soprattutto: se De Donatis non si tessera con un Partito del centrodestra se ne fa nulla. Nonostante i diversi obiettivi del primo cittadino. (leggi qui De Donatis senza tessera punta a farsi rieleggere dal Centrodestra).

La posizione degli altri presenti

Roberto De Donatis e Lino Caschera

Nessuno gli ha detto chiaramente che non verrà ricandidato. La cosa è stata lasciata come ipotetica. Ma in Italia, nulla è più definito di ciò che è provvisorio. Lino Caschera ha aggiunto: «L’importante è che rimaniamo uniti». E si è raccomandato di «agire sulla comunicazione». Finora fatta male a suo modo di vedere. «All’esterno non passa nulla».

«Se c’è un’alternativa sono pronto a farmi da parte. Comunque ci sarò a testimoniare i cinque anni di Amministrazione». Suona più o meno così la risposta del sindaco.

«Nella, prossima campagna elettorale sarò io a raccontare i cinque anni di Amministrazione. Sarà necessario spiegare ai sorani le cose fatte e io sarò il primo a poterlo fare».

Il sindaco non accetta processi

L’area ex Tomassi / Serapide

Lo ha ribadito nelle ultime settimane. Spiegando anche come la sua vicinanza alla gente sia fatta di presenza social, soprattutto durante la pandemia. Con le dirette Facebook che stanno andando avanti quando necessario. Ma soprattutto di presenza costante in Comune per la soluzione dei problemi.

Poi nei giorni seguenti, c’è stato uno sfogo in Municipio con i fedelissimi: «Non accetto processi da nessuno – avrebbe sbottatoIl processo alla fine lo faccio io. Non c’è soltanto il sindaco, ci sono anche altre forze e ci si misura sulle cose fatte. Altrimenti le deleghe le avrei tenute tutte io. Se stare fra la gente significa stare al bar come chi mi vuole giudicare allora preferisco stare in Comune a lavorare».

E a proposito di ricatti e di processi. Il primo cittadino avrebbe già detto che una sua candidatura per il bis ci sarà soltanto con alcune persone. Quelle che sposeranno la necessità di continuare il percorso intrapreso con le grandi opere. Riferendosi ovviamente alla Ex Tomassi, alla scuola di Renzo Piano, all’edilizia scolastica e all’adeguamento della pubblica illuminazione. Tutti temi a lui cari e più volte portati anche in Consiglio comunale.

Il nome lo sceglie la coalizione

Lino Caschera è tesserato Lega. L’indiscrezione del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli era stata anticipata da Alessioporcu.it (leggi qui Caos Lega: tessera a Caschera. Mezza al governo, mezza in minoranza). Resta il problema del Partito che ufficialmente sta in minoranza con il capogruppo Luca Di Stefano. Per quest’ultimo «non sarebbe un problema fare un accordo. Anche con pezzi della maggioranza per un centrodestra unito. Purché si sgancino dall’Amministrazione».

Ovviamente il nome del candidato sindaco le sceglie la coalizione. Dopo aver stabilito i criteri. Il vertice si farà la settimana prossima a Sora. E’ stato infatti fissato il tavolo di centrodestra annunciato. (leggi qui Caos Lega: tessera a Caschera. Mezza al governo, mezza in minoranza). Il concetto lo ribadisce anche Lino Caschera: «Sto con Roberto De Donatis. Ma per il futuro decideranno tutte le forze. Chi sono io per scegliere da solo il prossimo candidato sindaco del centrodestra?».

Quindi lei è in sintonia con l’onorevole Ciacciarelli? Che, annunciando di dover lavorare per unire il centrodestra a Sora ha anche detto che il nome ancora non c’è?

«Ovviamente si. Continuare a lavorare per la città significa assolvere al meglio al compito che gli elettori ci hanno affidato. Non ho nulla contro Roberto. E’ un bravo sindaco. Ma il bis non dipende da me».

Ma lo ricandiderebbe a sindaco se dipendesse solo da lei?

«Io si. Ma ribadisco che non dipende da me. Lui ha peccato tanto sul contatto con la gente. E questo potrebbe penalizzarlo. Vedremo cosa ci riserverà il futuro»

Come va letta la cena

E il problema della comunicazione Caschera lo aveva posto anche durante la riunione  a casa del vicesindaco. Come va letta dunque, alla luce di tutto ciò, la cena da Baratta? Il patto di fine mandato c’era ma l’accordo per il bis per ora sembra in alto mare. (leggi qui De Donatis e FdI: c’è il patto di fine mandato. E forse anche l’accordo per il bis).

Ora si sta lavorando al nome di un candidato. Probabilmente una donna. Forse per giocare alla pari con gli avversari più temibili, vista la probabile candidatura di Eugenia Tersigni. (leggi qui Una donna candidata sindaco per mandare a casa De Donatis. C’è un piano).