Dalla Sanità alla Santità: Ceccano ai margini e si va sul ring

Il ruolo assegnato alla Casa della Salute diventa movente per lo scontro fra centrosinistra e FdI. Con Ruspandini, accusato di passerelle anagnine, che punta il dito sulla Regione a trazione Pd. Seguito da Caligiore. Mentre Gizzi si concentra sulla Santità

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Nella Contea di Ceccano si sono accesi i riflettori in contemporanea su Sanità e Santità. Sulla prima, sulla locale Casa della Salute, si sono scontrati in due. Da un lato c’è il centrosinistra de “Il coraggio di cambiare rappresentato in Consiglio Comunale da Emanuela Piroli e Andrea Querqui; dall’altro lato ci sono i Fratelli d’Italia più alti in grado: il sindaco Roberto Caligiore e il senatore Massimo Ruspandini.

Il pomo della discordia? Il ruolo di secondo piano assegnato alla Casa della Salute di Ceccano nel progetto di riorganizzazione anti-Covid della rete ospedaliera provinciale. Quello lanciato nelle scorse ore dalle neo Dg della Asl di Frosinone Pierpaola D’Alessandro per dichiarare guerra al Coronavirus. (Leggi qui Covid, via alla rivoluzione. D’Alessandro cambia tutto).

Stefano Gizzi e Massimo Ruspandini

L’altro tema sotto i riflettori è la Santità: intesa sotto il profilo culturale. Ma ha forndamentali conseguenze politiche. Infatti, mentre si discuteva di Sanità, l’assessore alla Cultura Stefano Gizzi pensava invece ai Santi della “Contea del Mistero”. Vale a dire San Bernardo di Chiaravalle, San Galgano e San Tommaso d’Aquino. Ai loro legami con i Conti de’ Ceccano, infatti, l’ipercattolico esponente della Lega vuole dedicare quattro sale del Castello medievale.

È per portare a termine i suoi progetti culturali, d’altronde, che è stato riconfermato come assessore. Quando avrà finito, come prevede la staffetta del Carroccio, lascerà il posto in Giunta ad Angelo Macciomei. Quest’ultimo, a sua volta, lo scranno consiliare al primo dei non eletti Alessio Patriarca. Il primo entrerà nell’esecutivo di Palazzo Antonelli mantenendo le deleghe ai Lavori Pubblici e al Project Financing. Invece il giovane “scudiero” di Gizzi si occuperà di Cultura

Botta e risposta sull’ospedale

Il primo tema: l’ex ospedale civile Santa Maria della Pietà, che ospita l’odierna Casa della Salute. Emanuela Piroli ed i suoi alleati hanno ricordato una cosa. Vale a dire che loro già da tempo premono per il suo potenziamento o la sua riconversione in degenza ospedaliera. Nel passato si sono appellati al Ministero della Salute, alla Regione Lazio e alla Asl di Frosinone. Hanno interessato anche il Prefetto Ignazio Portelli.

Ruspandini con Roberto Caligiore

In questi giorni poi hanno visto Fratelli d’Italia sparsi in tutt’altre strutture di mezza provincia. E non ce l’hanno fatta proprio a trattenersi. «A quanto pare la battaglia per l’ospedale interessa a pochi “politici”. Interessa, però, a noi, alla nostra comunità, all’ampio bacino di utenza del presidio. Siamo basiti dell’indifferenza della amministrazione comunale. A quella del Sindaco Roberto Caligiore, primo responsabile della Salute Pubblica del comune e del senatore ceccanese Massimo Ruspandini. Quest’ultimo, tra l’altro, ha sposato la battaglia per l’ospedale di Anagni, promuove il potenziamento dell’ospedale di Sora, ma “snobba” Ceccano». 

La risposta di Caligiore non si è lasciata attendere: «Non è nostra abitudine rincorrere sui giornali l’opposizione. Stiamo lavorando, stiamo leggendo tutta la documentazione riguardante la struttura, dall’atto aziendale alle delibere regionali.  Ma stiamo anche tenendo nella massima considerazione il grave momento in cui troviamo. E diciamo con forza che non si possono tollerare facili speculazioni e demagogie su un argomento così importante. Soprattutto da chi oggi ha dalla sua parte la Regione Lazio e chiede invece al Comune ciò che il Comune non può fare».

Nuovo ruolo per la sanità di Ceccano

A cose praticamente fatte, quindi, il sindaco Caligiore ha fatto sapere che l’amministrazione sta elaborando proposte da inviare a Regione e Asl. Proposte «per portare l’ex ospedale ad avere di nuovo un ruolo da protagonista sul territorio».

Cos’ha proposto in campagna elettorale? Di trasformare la Casa della Salute in un Ospedale di Comunità. Cos’è? Un polo intermedio tra l’assistenza domiciliare e il nosocomio vero e proprio.

La nuova Terapia Intensiva di Alatri

Qual è la differenza con la Casa della Salute? Che quest’ultima garantisce prevalentemente attività ambulatoriali e diagnostiche. Invece l’altra è una struttura di degenza in cui sarebbero coinvolti infermieri, volontari e Servizi Sociali. Infatti sono due realtà che possono coesistere e non mancano esempi nel resto d’Italia. Caligiore, sempre all’interno dell’ex Santa Maria della Pietà, punta anche a far attivare un Hospice. Sarebbe un centro socio-sanitario per lungodegenti e malati terminali. 

Meglio che promettere un impegno per l’inverosimile riapertura dell’ospedale. Anche perché, come ha anche scritto Caligiore nel suo programma elettorale, «la Regione Lazio, nella persona di Zingaretti che governa ormai ininterrottamente da oltre sette anni, inaugurò non molti anni fa la Casa della Salute di Ceccano. Casa che, come ebbi già a dire in quell’occasione, si è rivelata l’ennesima passerella elettorale». Era per l’esattezza il 18 dicembre 2017.

Pd, passerelle e colpi di teatro

In conferenza stampa, seduto a fianco allo stesso Zingaretti e all’allora commissario della Asl Macchitella, si appellò. Lo fece affinché «questo splendido contenitore, sfruttato al 5%, sia riempito ulteriormente. Perché il vostro prossimo obiettivo deve essere quello di realizzare l’altro 95%». Poco dopo, a microfoni spenti, aggiunse: «Non vorrei che si rivelasse come il gioco delle scatole cinesi».

Mauro Buschini

A giudizio del sindaco, d’altronde, non era altro che una passerella elettorale sulla Sanità a meno di tre mesi dalle Elezioni Regionali. Lo pensava già dal 27 maggio 2016, quando nel futuro cantiere si registrò il primo sopralluogo. Soprallluogo di Macchitella e dell’allora assessore regionale Mauro Buschini, già presidente della IV Commissione Bilancio. Ci fu il colpo di teatro: Caligiore se ne andò via in segno di protesta contro la presenza di Buschini.   

Ruspandini “bastona” tutti

A proposito di Regione Lazio a guida Pd, dopo le critiche de “Il coraggio di cambiare” non è mancata nemmeno la replica del senatore Ruspandini. Che però ha dato botte a destra e manca.

«Trovo vergognoso, che da destra a sinistra alcuni politici a livello locale, ma anche regionale, continuino a parlare di sanità senza cognizione di causa. E che lo facciano su una questione così nevralgica come quella della sanità. A tutti piacerebbe avere l’ospedale sotto casa. La verità è che la sanità sul nostro territorio dipende dalla Regione Lazio a guida Zingaretti. E che per favorire un suo sviluppo equo che comprenda anche la struttura di Ceccano, la migliore tra quelle della provincia, ci vuole una classe regionale all’altezza».

Come a dire: la prossima volta, se non volete ciarlatani, votate Fratelli d’Italia. Alla fine, salvo sorprese, mancano meno di tre anni alle prossime Elezioni Regionali. La campagna elettorale, però, è perenne. 

Dalla Sanità alla Santità

L’assessore Stefano Gizzi riceve l’omaggio dei templari di Ceccano. (foto: Petrusphotography)

Dulcis in fundo, si passa dalla Sanità alla Santità. Nella tarda mattinata scorsa l’assessore Gizzi si è diretto con passo spedito in sala consiliare. Lo aspettavano i membri della Commissione Cultura, riunita per procedere a un sopralluogo al Castello dei Conti. All’interno delle storiche mura, infatti, verranno ristrutturate altre quattro sale.

Saranno dedicate ad altri personaggi e fatti storici legati alla dinastia dei de’ Ceccano. Una a San Bernardo di Chiaravalle. Cioè l’abate e teologo francese a cui sono legati il percorso delle Abbazie Cistercensi in Ciociaria e le chiese medievali di Ceccano. La seconda a Stefano de’ Ceccano, abate di Fossanova, in relazione al fatto che promosse la costruzione dell’Abbazia di San Galgano,. Abazia nel cui Eremo è infissa la leggendaria Spada nella Roccia. Le altre due a San Tommaso d’Aquino, visti i legami di parentela con i Conti. Sua nipote Francesca, infatti, sposò Annibaldo I. 

L’impazienza di Gizzi, ovviamente, è massima. È uno dei suoi progetti rimasti al palo dopo il commissariamento prefettizio del Comune di Ceccano. Quello che, a conti fatti, ha occupato gli ultimi sei mesi di mandato di quel Caligiore 1. Governo venuto meno per via di note dimissioni di massa. Come unico “colpevole” però, visto che si è candidato a sindaco contro il sindaco uscente, è stato sempre additato l’ex presidente del Consiglio.

Gizzi bibliotecario impaziente

Marco Corsi

«La malafede di Marco Corsi – tuonò Gizzi in campagna elettorale – lo portò a sfiduciare l’amministrazione per impedire l’imminente inizio di questi lavori».

Si riferiva, in quel caso, alla ripavimentazione della centrale piazza 25 luglio. Poi al restauro del Monumento ai Caduti. Bisogna anche riaprire e rilanciare la Biblioteca comunale “Filippo Maria De Sanctis”. Biblioteca chiusa ormai dall’inizio dell’emergenza Covid e riattivata di recente solo per le richieste telefoniche.

A pesare come un macigno, però, è il fatto che da oltre un anno è sospeso il prestito interbibliotecario. Lo è a causa di mancati pagamenti da parte del Comune di Ceccano, da sempre capofila del Sistema Valle del Sacco. In pratica non si possono chiedere libri di un’altra biblioteca associata perché alla “De Sanctis” non passa più il furgoncino delle consegne. 

Le incombenze di Gizzi sono anche queste. E l’altresì delegato alla Biblioteca ha assicurato che presto sistemerà tutto. Intanto, spazio ai Santi della “Contea del Mistero”. L’omonimo progetto turistico-culturale fu fortemente voluto a suo tempo dall’allora vicesindaco Ruspandini e dallo stesso Gizzi. Tra i convegni sui Templari e le continue scoperte in ogni angolo di Ceccano, la ristrutturazione di tre sale del Castello. Oltre alla “Sala grande dell’Ottagono”, che ospita eventi culturali, quelle dedicate al cardinale Annibaldo IV. Questo visti i suoi legami con il Papato Avignonese, e a donna Egidia, tra le prime donne in Europa a compiere il cammino di Santiago di Compostela.

Anche lì, come nelle prossime quattro stanze da valorizzare, materiale storico-artistico proveniente da case d’asta e collezioni private. Chi ha curato l’allestimento? Alessio Patriarca, il futuro delegato leghista alla Cultura.