I protagonisti del giorno. Top e Flop del 7 agosto 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

FRANCESCO DE ANGELIS

Sta alla politica regionale come Cristiano Ronaldo sta al calcio, nel senso che non perde mai la voglia di mettersi alla prova, di raggiungere risultati e di confrontarsi continuamente. Diciamo la verità: Francesco De Angelis non ha più nulla da dimostrare, né sul piano politico né su quello amministrativo. Ma il fatto stesso che sulla riqualificazione dell’ex Permaflex non lasci un attimo di tregua ai suoi uffici, alla Regione Lazio, al comune di Frosinone, dimostra che ha ancora fame.

Francesco De Angelis

In queste ore la Regione Lazio ha approvato la variante che autorizza la trasformazione dell’area industriale dell’ex stabilimento in sui si producevano materassi per tutta l’Italia. Potrà diventare un’area destinata a commercio e servizi. È il passo fondamentale per dare il via alla rivoluzione: lì nascerà una cittadella del commercio sullo stile dei grandi centri outlet. (leggi qui Rivoluzione Permaflex: una cittadella del commercio e 4 rotatorie sulla Monti Lepini).

Francesco De Angelis è scatenato. Sta ottenendo più cose di quelle che sarebbe stato in grado di centrare se fosse stato ‘solo‘ assessore regionale.

Infatti un polo commerciale e tematico in quella zona nevralgica del capoluogo, con annesso un piano per modificare la viabilità attraverso la realizzazione di quattro rotatorie, equivarrà ad un’opera pubblica di primo livello, destinata a durare per molti decenni. Cambiando anche gli equilibri economici di Frosinone, assegnandole prospettive occupazionali inaspettate.

Mai sazio.

DANIELE LEODORI

Capolavoro di strategia che avrebbe eccitato (politicamente s’intende) i grandi big democristiani. Il vice presidente della regione Daniele Leodori, in un colpo solo ha aperto ai 5 Stelle e chiuso a Virginia Raggi. Mandando in estasi… Roberta Lombardi. (leggi qui Il no di Leodori a Raggi. Ma non al M5S).

Daniele Leodori

Ma cosa ha detto Daniele Leodori?  «Le amministrative a Roma saranno gestite dagli organismi del Pd Roma e dal Pd Lazio: lasciamoli lavorare per un progetto di svolta della Capitale che la faccia uscire da un tunnel grigio. Ritengo che non si potrà trovare alcuna sintesi col Movimento laddove venisse confermata la candidatura nel 2021 dell’attuale sindaca».

Semplice: ha detto che ci sono gli spazi per un accordo con i 5 Stelle sia alle Comunali di Roma e soprattutto alla Regione Lazio.

Contemporaneamente però ha sbarrato la strada ad ogni convergenza con Virginia Raggi, salvaguardando e rispettando quindi, linea ed operato del Pd capitolino, all’opposizione della sindaca con determinazione e convinzione.

Lo ha fatto peraltro in un momento cruciale delle trattative politiche in corso tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio sulla prossima legge elettorale. In poche parole ha attaccato la Raggi ben sapendo che i 5 Stelle non possono difenderla.

Emergente.

FLOP

GERARDO ANTONAZZO

Absit iniuria verbis. Non se la prenda il vescovo di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. Il Flop è inevitabile: per lo stesso motivo che lo ha assegnato al sindaco di Cassino Enzo Salera lo scorso 28 luglio (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 28 luglio 2020).

IL VESCOVO GERARDO ANTONAZZO

Nelle ore scorse i parroci ed i sacerdoti di Cassino hanno inviato una lettera di risposta al sindaco. Prendono atto della sua decisione di non coinvolgere l’Amministrazione Comunale con una delibera in cui avrebbe dovuto chiedere al vescovo l’elevazione di Cassino a Civitas Mariae, città devota a Maria.

Nella lettera ribattono che la loro richiesta «risponde ad una volontà di condivisione che un corretto senso di laicità accoglie e caldeggia».

Qui non ci si arrende all’evidenza che la volontà di condivisione non c’è. E non c’è perché la questione si è rivelata divisiva. 

A prescindere se lo sia diventata perché posta male dal punto di vista comunicativo, oppure perché proposta in un contesto dove la si è scambiata per una surreale partita di calcetto tra Santi

In questo contesto, reclamare il passaggio amministrativo appare quasi la ricerca di un alibi pre costituito. Perché se – come scrive il clero – «il decreto di proclamazione spetta al vescovo», Sua Eccellenza decreti ciò che in coscienza ritiene sia migliore per il gregge. Senza che debba essere il Comune a doverglielo chiedere. E lui poi sia ‘costretto’ a dover allargare le braccia e dire sospirante: «È il popolo che me lo chiede».

Perché è evidente che in questo caso non è il popolo a chiederlo. Non tutto. Anzi, una buona fetta chiede di non farlo.

Il Flop è per la piega che ha preso il dibattito. Poteva e doveva essere evitato.

E sarebbe doppio Flop se si procedesse nella direzione che ha rivelato il quotidiano L’Inchiesta, per il quale la bolla di proclamazione è già scritta e pronta per essere letta il prossimo 14 agosto. A quel punto apparirebbe una beffa la frase finale con cui si conclude la lettera: «Le esprimiamo la ferma volontà di continuare a confrontarci e il profondo desiderio di collaborare proficuamente per il bene della comunità».

Se è già scritta, quale confronto?

Succisa non virescit.

ASSALTI E SANTANGELI

Accomunati da un insolito destino elettorale in un azzurro mare d’agosto. Dopo la decisione del Consiglio di Stato di annullare le elezioni c’era un unico modo per agganciarsi all’election day del 20 e 21 settembre prossimo. E cioè che tutti gli attuali consiglieri comunali di Torrice rinunciassero alla possibilità di contestare quel verdetto. (leggi qui Torrice, le elezioni sono nulle: si torna alle urne)

MAURO ASSALTI E ALFONSO SANTANGELI

Mauro Assalti era pronto a farlo , anzi lo ha fatto. Consapevole che arrivare in primavera potrebbe significare mettere a rischio la sua ricandidatura, visto che Torrice resta comunque il feudo elettorale di Alessia Savo. Che l’altra volta ha puntato su di lui, in futuro però non è obbligata a ripetersi. Soprattutto in considerazione del fatto che la vittoria annullata ora dal Consiglio di Stato è avvenuta per un pugno di voti.

Alfonso Santangeli invece ha dato l’impressione di avere quello che nel tennis si chiama ‘braccino’, cioè la paura di vincere. Lui quella rinuncia non l’ha firmata ed ha preferito prendere tempo.

Anche in politica però il ferro va battuto quando è caldo. La conseguenza è che a Torrice si voterà nella primavera 2021, nel frattempo il Comune verrà governato da un commissario. E, parafrasando i celebri versi di Lorenzo de Medici, “Del diman non v’è certezza”.

Disoccupati politici.