I protagonisti del giorno. Top e Flop del 28 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

RUSPANDINI-DE DONATIS

Non si sono soltanto incontrati. Hanno voluto che tutti sapessero che si erano incontrati. Al senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia, questo fa gioco per la strategia dell’allargamento del Partito ad ogni livello. Soprattutto nei grandi Comuni. Fratelli d’Italia vuole confermare il sindaco a Ceccano, indicare il candidato a Frosinone per il dopo Ottaviani e provare a mettere il cappello anche a Sora. (leggi qui De Donatis e FdI: c’è il patto di fine mandato. E forse anche l’accordo per il bis).

L’INCONTRO RUSPANDINI – DE DONATIS

Roberto De Donatis prosegue nella strategia che già gli aveva fruttato il “top” su alessioporcu.it qualche sera fa. Sta mettendo in piedi una coalizione molto ampia con la quale vuole centrare il bis come primo cittadino. Chiudendo la partita prima ancora di iniziarla.

Entrambi sanno che possono centrare un risultato politicamente fondamentale.

Matrimonio di interesse.

PATRIZIA MAGRINI

Per essere un direttore generale facente funzioni ha le idee fin troppo chiare. Oggi nella seduta del consiglio comunale di Cassino ha monopolizzato l’attenzione senza effetti speciali. Quelli li lascia ad altri. (leggi qui Magrini lucida: fa la pompiera ed enuncia le soluzioni per l’ospedale).

Ha parlato di come risolvere i problemi concreti del Santa Scolastica. Prendendo impegni precisi su come superare la carenza di anestesisti e tutto il resto. Da anni un direttore generale della Asl non dialogava con il territorio in questo modo.

Patrizia Magrini

Il commissario Luigi Macchitella non lasciava molti spazi agli amministratori, Stefano Lorusso è stato impegnato nella stagione del Covid e poi ha preso al volo il treno della promozione al ministero della Salute.

Patrizia Magrini ha fatto il direttore sanitario allo Spallanzani. Ha una competenza tecnica come pochi altri, ma alla guida dell’Azienda frusinate ha scoperto che sa fare anche altro. Eccome.

Facente funzioni della politica.

FLOP

ENZO SALERA

Libera Chiesa in libero Stato“: Camillo Benso conte di Cavour lo mise in chiaro il 17 marzo 1861 nel suo primo intervento al Parlamento dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Lo disse per evidenziare che – nel suo modo di vedere le cose – il Papa doveva dedicarsi unicamente delle faccende dello Spirito, lo Stato si sarebbe occupato del governo temporale dei territori. Il sindaco di Enzo Salera non ha studiato Cavour. E si è infilato in una questione esclusivamente di Chiesa e dello Spirito: la dichiarazione di Cassino Civitas Mariae. Cioè città votata alla devozione della Madonna.

Enzo Salera

Questione che dal punto di vista spirituale è più che legittima: Cassino è devota all’Assunta, ogni anno una processione solenne sottolinea questa devozione. L’elevazione a Civitas Mariae renderebbe la Madonna patrona al pari di san Benedetto. Ma Cassino è universalmente conosciuta per la sua abbazia, il lavoro degli amanuensi grazie ai quali il sapere moderno è stato tramandato in tutto il continente, non a caso San Benedetto è patrono d’Europa.

Il problema è che la questione sta dividendo i fedeli tra i sostenitori della Civitas Mariae e quelli di San Benedetto, come se si trattasse di una sfida calcistica tra opposte tifoserie, come se si trattasse del derby tra Colosseo e Cassino 2000. C’è chi vede in questo una diminutio per Montecassino, un modo per mettere in ombra l’abbazia e creare un culto a misura di città. La Chiesa ed i santi sono cosa seria. Non per tifoserie. Meno ancora per un’amministrazione Comunale.

Chiamata a votare una delibera con cui chiedere l’elevazione al rango di Civitas Marie. Decisione che è evidentemente divisiva tra i fedeli, un’intromissione nelle relazioni tra Montecassino e Diocesi. È la chiesa a dover regolare i suoi Santi. E poi il sindaco a guidare la processione. E non il sindaco a proclamare i patroni, soprattutto se non c’è unità nel gregge del Signore.

Scherza con i fanti ma lascia stare i santi.

SIMONE COSTANZO

Nella grande partita del congresso del Pd non ha toccato palla. Il segretario Luca Fantini ha ormai il vento in poppa e interloquisce direttamente con Nicola Zingaretti. Pensare Democratico ha come al solito dominato con la forza dei numeri. Francesco De Angelis potrà rivendicare il fatto di aver voluto e ottenuto un congresso senza bandierine e comunque unitario.

Simone Costanzo

Mauro Buschini e Sara Battisti hanno ulteriormente potenziato il loro ruolo, soprattutto in prospettiva. Per entrambi ci sarà una candidatura di primo piano tra Camera, Senato e Regione. Il resto andrà alla componente di Antonio Pompeo, che potrà giocarsi le sue carte come leader dell’opposizione interna. Per l’ex segretario poco o niente. Ma non era meglio restare con AreaDem di Bruno Astorre?

Isolamento marginale.

PASQUALE CIACCIARELLI

Sicuramente otterrà la ricandidatura come consigliere regionale, con la prospettiva di poter far parte della maggioranza la prossima volta. Ma nell’organigramma della Lega appare tagliato fuori. Il commissario provinciale Francesco Zicchieri non si fida politicamente di Mario Abbruzzese, che resta per Ciacciarelli una presenza molto ingombrante.

Pasquale Ciacciarelli

L’onorevole Francesca Gerardi ha deciso di giocarsi le sue carte a Pontecorvo e questo vuol dire che nel Carroccio in questa fase contano i voti presi sul territorio.

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani sta marciando una come una divisione di panzer tedeschi. Esattamente come successo ai tempi di Forza Italia, rimane Cassino il punto debole del tandem Ciacciarelli-Abbruzzese.

Tabù non sfatato.

MENZIONE SPECIALE

GIACOMO D’AMICO

Se in Italia vuoi contare hai un solo modo: essere presente su Dagospia. E Giacomo D’Amico ormai è un abbonato-protagonista nello stratosferico e pesantissimo sito di Roberto D’Agostino. Oggi ha guadagnato la ribalta per l’indiscrezione sul fatto che Nicola Zingaretti in persona gli avrebbe dato mandato di trovare una formula vincente per le comunali di Roma. Che tenga insieme Pd e Cinque Stelle. (leggi qui Dagospia rivela: Giacomo D’Amico al lavoro per il sindaco di Roma con il M5S).

Mauro Buschini con Giacomo D’Amico

Delle due l’una. Se è vero, allora il potere di sua eminenza Giacomino da Ceprano ormai ha raggiunto livelli prossimi a Luigi Bisignani. Se invece non è vero, vuol dire però che lui potrebbe comunque farlo. E questo significherebbe che è oltre il potere, cioè nello stadio in cui gli si attribuisce di tutto. Una condizione nella quale sono stati personaggi come Andreotti e Berlusconi.

Al di là del bene e del male.