Frosinone, centrodestra “schiacciato” dalle primarie

Il metodo preferito dal sindaco Nicola Ottaviani non convince gli alleati e diversi protagonisti. E questo rischia di trasformarsi in un ostacolo complicato da superare per la coalizione. Ecco perché.

Sembra che Nicola Ottaviani abbia chiesto direttamente a Matteo Salvini il via libera per poter prevedere le primarie per la scelta del candidato sindaco di Frosinone tra un anno. Al cospetto di Claudio Durigon, coordinatore regionale e sottosegretario al Mef della Lega. E sembra che da Salvini sia arrivato un sostanziale “fate come volete”.

Ma il punto politico nel centrodestra del capoluogo non è più soltanto questo. Chi parteciperebbe davvero alle primarie?

Difficilmente Fratelli d’Italia. Perché non si capirebbe per quale motivo da Roma a Latina si opta per un altro metodo e poi nel capoluogo ciociaro invece si fa diversamente. Tra l’altro a livello provinciale Fratelli d’Italia, attraverso il senatore e presidente Massimo Ruspandini, ripete di voler dire la sua e di ambire a diventare il primo Partito.

Il candidato sindaco potrebbe essere l’assessore Fabio Tagliaferri, che in teoria potrebbe perfino accettare le primarie. Però se Fratelli d’Italia deciderà per altre strade, non potrà certo mettersi di traverso. (Leggi qui L’urlo di Ruspandini: “Siamo il primo Partito” e Frosinone, lo strano caso dell’assessore Fabio Tagliaferri).

Totonomi nel centrodestra

Max Tagliaferri, Mastrangeli, Piacentini e Magliocchetti

Due che farebbero le primarie sono il capogruppo della Lega Danilo Magliocchetti ed il presidente del Consiglio comunale Adriano Piacentini (Forza Italia) mentre l’assessore Riccardo Mastrangeli, fedelissimo del sindaco, nega in tutte le lingue ed in tutte le sedi che sia interessato. Molti invece lo vedrebbero come l’ideale prosecutore dell’opera avviata al fianco dell’attuale sindaco: c’è Mastrangeli dietro all’operazione che ha portato al patrimonio della città il Nestor, tenuto in equilibrio i conti durante la fase di costeggiamento del dissesto

Delle primarie invece Antonio Scaccia, leader della Lista per Frosinone, non è così convinto. Anche se ripete il contrario in un’ottica strategica, cioè per contare di più dopo. Non farebbe le primarie Carlo Gagliardi, mentre l’assessore Massimiliano Tagliaferri difficilmente si candiderà a sindaco.

Tra gli “esterni” alla maggioranza si sente da tempo il nome di Alessandra Mandarelli, ex assessore regionale e comunale. Ma è una voce. (Leggi qui Il patto di ferro nel centrodestra per opzionare le primarie).

Nella testa di Ottaviani

Nicola Ottaviani

Per Nicola Ottaviani le primarie sono imprescindibili per delimitare i confini di una coalizione che non potrà essere vasta come nel 2017. Poi ci saranno le liste civiche.

Rispetto a quattro anni fa , però, è cambiato il ruolo politico di Nicola Ottaviani. Allora il sindaco stava in Forza Italia e Silvio Berlusconi lo vedeva come uno dei possibili uomini nuovi del partito.

Poi la rottura, clamorosa, con Antonio Tajani sul palco di Fiuggi. Quindi il passaggio alla Lega di Matteo Salvini, partito del quale oggi è coordinatore provinciale.

Ottaviani punta ad una candidatura alla Camera o al Senato. E quindi difficilmente potrà mettersi “contro” il Partito. Gli alleati non potranno non considerare il suo ruolo. Per questi motivi le primarie rimangono sì un’opzione, ma difficile. Il primo a saperlo è proprio Nicola Ottaviani. (Leggi qui La “prateria” di Nicola Ottaviani).