Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
TOP
CLAUDIO FAZZONE
Il senatore di Fondi è uno abituato a ribaltare i canoni. E anche i proverbi. Perché per lui la vendetta è un piatto che si consuma bollente. Infatti, non appena ha visto sul display dello smartphone il nome di Massimo Ruspandini ha capito che Fratelli d’Italia cercava un suo sostegno per non far cadere l’amministrazione del sindaco Piero Sementilli di Ripi. (leggi qui La cena al Vicoletto avvelena il sindaco di Ripi: cade l’amministrazione).
In un nanosecondo ha pensato: “Ma come, cercano l’appoggio di Forza Italia per un comune come Ripi e poi se ne fregano di sedere al tavolo per trovare un accordo su Fondi e Terracina?”.
Magistrale la risposta data a FdI: «Ho piena fiducia in Gianluca Quadrini». Come dire: “Vi ricordate adesso che sono il Coordinatore Regionale di Forza Italia, mentre in questi mesi sia in provincia di Frosinone che di Latina ci avete trattato come parenti poveri?“.
A questo punto è l’intera strategia di Forza Italia che cambia. Perché è evidente che il centrodestra senza gli azzurri non ha capacità di governo a livello europeo, nazionale, regionale e perfino comunale.
A proposito di proverbi: “Quando sei martello batti”.
Allergico all’incudine.
PIERO SEMENTILLI
Il sindaco di Ripi ha sicuramente fatto tanti errori fino a questa sera. Ma non stasera. Davanti ad un pareggio sul conto consuntivo (sei a sei) avrebbe potuto semplicemente riprovare con una votazione entro venti giorni. Invece ha preferito dimettersi con altri 5 consiglieri di maggioranza per dare un messaggio politico forte. E cioè che non ha paura di elezioni anticipate. (leggi qui La cena al Vicoletto avvelena il sindaco di Ripi: cade l’amministrazione).
Perché quella che si sta consumando all’interno della sua maggioranza è in realtà una resa dei conti che poco ha a che vedere con la politica. Ma attiene al campo delle antipatie personali.
Adesso contano poco i passaggi formali ed i cavilli legali: la maggioranza non c’è più ed a Ripi la battaglia elettorale non sarà sui voti di opinione ma su quelli porta a porta in un corpo a corpo per strada.
Piero Sementilli ha smesso di parlare ai gruppi consiliari ed ai Partiti. Si sta rivolgendo ai cittadini.
Quando ragionare di pancia fa bene.
FLOP
GERARDI-CIACCIARELLI
Continuano ad insistere sull’attacco ai camerati per la vicenda della votazione di ieri alla Saf. Che Pasquale Ciacciarelli, ex coordinatore provinciale di Forza Italia ed attuale consigliere regionale della Lega si scagli contro gli inciuci, rappresenta davvero un qualcosa di surreale.
Considerando cioè che è stato lui il braccio operativo (e a volte anche la mente) delle intese trasversali siglate da un certo Mario Abbruzzese con un certo Francesco De Angelis ed un certo Francesco Scalia, a seconda del tipo di votazione e di ente in ballo.
Quanto a Francesca Gerardi, la vera notizia che meriterebbe la prima pagina del New york Times è che sia lei a difendere e blindare la posizione di Pasquale Ciacciarelli.
Lo ha fatto esclusivamente per parlare a suocera (Forza Italia e Fratelli d’Italia) affinché nuora (Anselmo Rotondo) intenda. Perché alla fine il punto è solo quello: è stato Anselmo Rotondo ieri in assemblea ad annunciare il voto favorevole di Forza Italia al Migliorelli bis per la guida della Saf. (leggi qui Saf, plebiscito per Migliorelli: confermato con un solo voto contro).
Capriole parallele.
ROBERTA LOMBARDI
In realtà ci sarebbe solo una domanda da porre: resterà capogruppo regionale dei 5 Stelle anche da sola? Se c’è un ente che testimonia più di qualunque altro il fallimento politico del movimento di Beppe Grillo quello è la Regione Lazio.
Roberta Lombardi aveva un’autostrada davanti per fare un laboratorio di vera intesa con il Pd di Nicola Zingaretti, non lo ha fatto perché eternamente sospesa tra il Movimento ed il Governo, tra Di Battista e Grillo, tra la Taverna e Di Maio. Tra lei stessa ai tempo dello streaming contro Bersani e lei stessa ai tempi dello scontro con Barillari.
Oggi è andato via anche Marco Cacciatore, a dimostrazione dello sfaldamento dei pentastellati sotto ogni punto di vista. Pensare di continuare in questo modo per altri tre anni di consiliatura è come credere di poter affrontare i Mig di Putin con le cerbottane a salve.
Semplicemente non esistono i margini di una qualsivoglia prospettiva politica.
L’ultimo giapponese in realtà era in compagnia.