Dopo il commissario l’Opa di Maria Paola su Roberto

Dove andrà a mettere le mani il sub commissario Pd nominato a Sora. Dove trovare la quadra in vista delle comunali.Le consultazioni. E le strategie vere. L’Opa di Maria Paola D’Orazio sul sindaco uscente e su Patto Democratico.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Ascoltare, ricostruire, aggregare e possibilmente vincere: la missione affidata dal Partito Democratico al sub commissario del circolo di Sora Adamo Pantano è semplice e dannatamente impossibile. Perché significa superare circa quindici anni di intrighi, divisioni, diffidenze, trappole. Iniziate con la fusione a freddo che fu la nascita del Pd, mitigate con la stagione del compianto sindaco Cesidio Casinelli, riprese subito dopo la sua caduta. (Leggi qui Pd, ecco i sub commissari: il capolavoro di Fantini).

E mai finite. Altrimenti ora non si sarebbe arrivati all’azzeramento, alla nomina di un commissario nella persona del presidente provinciale Stefania Martini. E di un sub commissario nella persona di Adamo Pantano: sindaco a Posta Fibreno ma talmente addentrato sulle faccende sorane da poter allestire anche una lista se solo lo volesse.

L’ultima crisi

Il Segretario del Pd di Sora Enzo Petricca

Come si è arrivati a questo ultimo collasso del Pd sorano? Divisioni ideologiche? Colpa del maledetto correntismo che avvelena il dibattito? Deviazioni borghesi? Macché. La faccenda è meno teorica e più concreta: tutti pensavano di fare il candidato sindaco. O almeno di poterlo scelgiere per potergli poi sussurrare da vicino all’orecchio.

Nasce da qui l’ultima divisione culminata nell’azzeramento. Di fronte alla divisione netta nella Sezione l’allora segretario Enzo Petricca aveva scelto la via delle dimissioni. Per avere le mani libere e portare avanti il suo progetto anche senza il Pd. (Leggi qui Troppi cani sciolti. Si dimette il segretario del Pd).

Il timone era passato nelle mani del vice Segretario Rosalia Bono e dal presidente Renato Morganti, esponenti dell’area storica. Ben felici di svolgere la funzione di reggenti fino al nuovo Congresso. Il che gli avrebbe consentito di govrnare il dibattito sulla scelta del candidato sindaco, delle alleanze da stringere. Tentativo impedito con quello che è passato alle cronache politiche come il colpo di coda del segretario dimissionario. Petricca, dopo aver rassegnato le sue dimissioni e visto che nulla accadeva, ha convinto alle dimissioni anche la maggioranza della Direzione. Spianando così la strada all’unica via possibile: la nomina di un commissario.   (leggi qui  Pd alla resa dei conti e la guerra di Maria Paola). Dimissioni scaturite dall’impossibilità di trovare una linea comune.

Il terreno minato

Stefania Martini

Il Segretario provinciale Luca Fantini ha ereditato un terreno minato. Sul quale muoversi con l’elmetto dell’Onu serve a niente: si salta in aria lo stesso. Prudente e pragmatico, con il Segretario regionale Bruno Astorre ha convenuto che la figura di maggiore garanzia per Sora fosse Stefania Martini: presidente provinciale del Pd, dirigente di lungo corso, esponente storica della sinistra moderata, vicina all’area di Antonio Pompeo. Super partes al di là di ogni ragionevole dubbio: non è un caso che anche la cosiddetta componente storica del Partito abbia accolto senza ostilità la nomina.

E a proposito di congresso, difficilmente potrà essere celebrato prima delle elezioni comunali di Sora. Non ci sarebbero i tempi. A meno che le stesse elezioni non vengano posticipate dalla primavera all’autunno. Possibilità da mettere in conto causa emergenza Covid. Il che darebbe a tutti maggiore respiro. E quindi anche ai Dem che potrebbero così organizzare il rinnovo delle cariche.

Ora tocca a Pantano

Adamo Pantano

La nomina del sub commissario Adamo Pantano è un’altra mossa indovinata. Perché è estraneo agli intrighi ed ai veleni sorani. Ma li conosce dal primo all’ultimo, li frequenta, ne conosce ogni dettaglio. Conosce il campo e le sue insidie, gli interlocutori e le loro strategie. E poi fa riferimento a Pensare Democratico, la componente di De Angelis – Battisti – Buschini: è l’area opposta a quella di Stefania Martini; come segnale di equilibrio ed ecumenismo, nulla si potrà obiettare.

In quell’orbita gravitano sia la componente storica, sia il gruppo che fa riferimento all’ex assessore Stefano Lucarelli; poi quello che fa riferimento all’ex segretario Enzo Petricca ed all’assessore comunale di Patto Democratico, Natalino Coletta. Insomma, praticamente tutti, tranne la capogruppo consiliare Dem, che a Sora siede fra i banchi dell’opposizione: Maria Paola D’Orazio. Lei fa riferimento all’area di Antonio Pompeo.

Coesione ed alleati

Il primo passo del commissario è quello di ascoltare per poi arrivare ad una sintesi politica. In agenda ci sono i nomi del gruppo degli storici: Antonio Lombardi, Renato Morganti, Rosalia Bono, Massimiliano Iula. C’è il gruppo di Maria Paola D’Orazio. Il gruppo di Stefano Lucarelli. Infine il gruppo di Agostino Di Pucchio, l’assessore al Bilancio dell’ex sindaco Ernesto Tersigni (Nuovo Centrodestra di Alfano, un’era geologica fa) ma soprattutto segretario particolare del Presidente della provincia di Frosinone Antonio Pompeo. Un gruppo che tuttavia finora non si è mai palesato: nello stile di Pompeo. Che prevede di agire, organizzare ed uscire dall’ombra solo quando tutto è pronto.

Ascoltare e poi andare. Ma dove e con chi? È ovvio che il Pd da solo a Sora non va nessuna parte. Soprattutto a causa delle lacerazioni interne che lo hanno reso in questi vent’anni sempre più marginale. Tutti sono consapevoli che, per essere della partita, la parola d’ordine deve essere aggregazione.

Ernesto Tersigni

Una delle voci interne al Pd propone di andare con Ernesto Tersigni, cosa che per esempio auspica l’ex segretario Petricca. Secondo cui «quella è una componente da cui non si può prescindere» se si vuole dare vita a un progetto che si fondi su solide basi elettorali.

Trattative aperte con Di Stefano

Poi c’è chi guarda a Luca Di Stefano, il consigliere comunale di opposizione, già capogruppo e coordinatore comunale della Lega. Andare con un leghista? Cosa da rogo anche nel Pd del campo largo di Zingaretti.

Invece no. Chi sostiene la linea del confronto con Luca Di Stefano mette sul piatto una serie di elementi. 1) Luca Di Stefano non è mai stato né federalista, né sovranista, né razzista; tanto è vero che nella Lega ora non ci sta. 2) Nel 2016 Luca Di Stefano era candidato in una lista con all’interno tanti esponenti Pd; era una lista a sostegno di Ernesto Tersigni, che arrivò al ballottaggio contro l’attuale sindaco Roberto De Donatis.

Luca Di Stefano

C’è chi vede come possibile una sintesi tra Luca Di Stefano e Maria Paola D’Orazio. Non a caso il giovane consigliere è rimasto per giorni alla finestra, in attesa proprio di capire cosa volesse fare da grande il Pd.

Da non sottovalutare poi la componente del Pd Sora che non esclude affatto un accordo con il sindaco uscente Roberto De Donatis. Ma non doveva essere il federatore del centrodestra? Chi sostiene questa pista fa notare i chiarimenti dati dal sindaco durante l’ultima riunione di maggioranza. Secondo cui lui non ha mai detto di voler essere il federatore del Centrodestra ma di volersi riproporre con la stessa Piattaforma civica del 2016 (leggi qui Vertice da psico dramma «La maggioranza non esiste più»).

L’Opa di Maria Paola su Roberto

Con chi stare dipenderà molto dalle cosiddette proposte (leggasi pretese) degli interlocutori. Perché è ovvio che nomi da spendere per la candidatura a sindaco ne ha anche il Pd. E forse pure troppi. Al punto che finora non si è trovata la quadra.

In questa fase di diplomazia, prima dell’arrivo del sub commissario, tra gli ambasciatori più attivi c’è stata proprio Maria Paola D’Orazio. Che dall’opposizione ha sempre avuto un confronto leale con il sindaco uscente Roberto De Donatis.

Per molti, il dialogo con quell’area è la conseguenza più naturale. Che consentirebbe di riportare l’assessore Natalino Coletta e il primo cittadino nel loro habitat politico naturale. Entrambi vengono da una matrice di sinistra.

Roberto De Donatis

Appoggiare un De Donatis bis? No, per niente. I fautori del dialogo con il sindaco mettono come condizione che De Donatis faccia un passo di lato perché anche da sinistra viene considerato non riproponibile. Ciò confermerebbe la teoria secondo cui è in corso da parte di Maria Paola D’Orazio un’Opa su Patto Democratico. Una scalata non ostile.

E l’idea di Agostino

Ci sono poi indiscrezioni secondo cui anche Agostino Di Pucchio, grande sponsor di Ernesto Tersigni da qualche giorno sarebbe al lavoro su un progetto che tenta insieme Tersigni ed il Pd. Ricandidando l’ex sindaco? O appoggiando una figura nuova da lui sostenuta?

Al telefono, Ernesto Tersigni glissa: «Io non ne so nulla. Mi dedico al lavoro e alla cura degli animali. Poi la sera rientro a casa e guardo la tv». Sbaglia: Sora è più intrigante di Beautifull.