I protagonisti del giorno. Top e Flop del 17 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

SARA BATTISTI

È rimasta nell’ombra. Ma c’è il suo lavoro dietro alla candidatura di Luca Fantini a Segretario provinciale del Partito Democratico. È stata lei, lo scorso anno, a rompere gli indugi in un Pd che nicchiava. E dire, al termine di una riunione dei Giovani Democratici, che la campagna per il Congresso era cominciata.

Premurosa, attenta, quasi materna: ha lavorato per rimuovere gli ostacoli sul percorso, sventare agguati, disinnescare le trappole. Poi è arrivato il momento. Ed il ragazzo ha iniziato a camminare da solo, dimostrando che è stato la scelta giusta. (leggi qui Congresso unitario e Partito spaccato: il tafazzismo del Pd).

Ora Sara Battisti, insieme a Mauro Buschini, ha gettato le basi per… la resa dei conti che verrà nel Pd.

Sara Battisti

Vero che il Congresso sarà unitario. E che Luca Fantini sarà il prossimo Segretario. Ma è altrettanto vero che Sara Battisti ha già delimitato il campo della prossima sfida: le elezioni Regionali. Alle quali punta anche Antonio Pompeo, dal momento che sia come sindaco di Ferentino che come Presidente della Provincia è al suo secondo e ultimo mandato.

Non è una questione di correnti. Perché alle prossime Regionali il Pd misurerà ancora una volta l’effettiva forza sul territorio. Nel 2018 il tandem Buschini-Battisti ridimensionò le ambizioni di Simone Costanzo e le prospettive di una possibile area alternativa a Pensare Democratico. Nel 2023 la posta in palio sarà la sopravvivenza politica e nessuno potrà fare prigionieri.

Aspirante Bokassa.

ROBERTO DE DONATIS

Il mago Silvan al suo cospetto era un dilettante. Perché il celebre prestigiatore tirava fuori le carte da ogni dove. Mentre il sindaco di Sora estrae giunte di ogni colore. E tutte funzionali alla sua nuova stagione politica. Che in questi quattro anni è cambiata prima di ogni mutamento d’abito.

Roberto De Donatis

La nomina di Natalino Coletta ad assessore è un colpo di genio: perché conferma un principio. E cioè che è solo lui a dare le carte. (leggi qui Rimpasto di Giunta, De Donatis si blinda e nomina assessore Coletta).

Infatti: il centrodestra si affanna a mettere un’etichetta addosso al sindaco per poi candidarlo al mandato bis. Lui, accortamente, evita cartellini, lascia che gli altri portino avanti trattative ed alleanze. Che ci riescano o meno poco gli importa: al momento decisivo gli farà ammainare i simboli politici per creare una piattaforma civica aperta anche alle altre sensibilità. Ripetendo così la magia della della formula con cui era stato eletto quattro anni fa. E che tutti giuravano non sarebbe stata riproposta.

Non solo. Nominando assessore Natalino Coletta, che viene dal centrosinistra, mentre a destra manovrano per candidarlo, significa creare le condizioni per tenere anche una parte del Pd nel prossimo progetto. In barba a Lega, Forza Italia e FdI.

Il banco vince sempre.

FLOP

ILARIA FONTANA

Due anni e mezzo fa ha firmato una delle pagine più sorprendenti nelle elezioni politiche degli ultimi tempi. Battendo a domicilio, nel collegio uninominale di Cassino, un mostro sacro come Mario Abbruzzese. Ed andando a Montecitorio al posto suo, avviandolo al declino.

Ilaria Fontana Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Ma quello che poteva essere l’inizio di una carriera politica è invece rimasto un punto di arrivo. Al contrario dei colleghi Luca Frusone ed Enrica Segneri , eletti nel proporzionale, Ilaria Fontana ha invece vinto con i voti diretti nel maggioritario.

E se è vero, come è vero, che da un grande potere deriva una grande responsabilità, lei avrebbe dovuto battere il cassinate ad ogni palmo, stando su tutti gli argomenti: dalla Fca alle problematiche della Reno De Medici quando rischiava di chiudere e trasferire la produzione per via di un cavillo giuridico, dal declino dell’automotive alla resurrezione auspicata attraverso la Green Valley.

Assente su tutta la linea.

NICOLA OTTAVIANI

Continua a ripetere che a Frosinone per scegliere il candidato sindaco del centrodestra bisognerà effettuare le Primarie. E sicuramente lo dice perché ci crede. Ma tanti dei suoi fedelissimi non sono più disposti a giurare che andrà così.

Per un fatto oggettivo. Nicola Ottaviani è un esponente della Lega , Partito intenzionato a rivendicare la candidatura a sindaco di Frosinone. Senza passare per le primarie, quindi. Ottaviani sarà in grado di convincere Francesco Zicchieri che invece sarà importante far concorrere più persone e quindi anche esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia ed eventualmente di liste civiche?

Nicola Ottaviani Foto © Stefano Strani

La domanda è d’obbligo. Anche perché i senatori Massimo Ruspandini e Claudio Fazzone non saranno nelle condizioni di lasciare campo libero al Carroccio. D’altronde basta vedere quello che si sta verificando a Terracina ed a Fondi per capire come nel centrodestra nessuno è disposto a lasciare spazio… all’alleato.

Inoltre Nicola Ottaviani, per poter ambire ad ottenere una candidatura alle politiche dovrà osservare una disciplina di Partito.

Prigioniero sul Carroccio.