Consiglio comunale fiume a Ceccano, con il sindaco che cerca di far digerire alle minoranze un documento sulla Casa della Salute. Documento 'congiunto' ma preconfezionato dalla maggioranza. E pieno di strali contro la Pisana a trazione Pd.
Cinque ore di Consiglio comunale, sei punti risultati marginali, un colpo di scena. È stata questa l’assise di oggi a Ceccano. Durata tantissimo, incentrata su argomenti meno appassionanti sul piano politico. Ma preceduti da un colpo a sorpresa del sindaco Roberto Caligiore. Ha proposto all’opposizione di approvare un documento bipartisan.
Qual era l’argomento così importante da richiedere un voto trasversale? La Sanità. Il documento proposto dal sindaco alle minoranze ha chiesto il potenziamento dell’ex ospedale cittadino “Santa Maria della Pietà”.
La mossa politica di Caligiore
In pratica Roberto Caligiore ha sottoposto all’attenzione dell’ignara minoranza di centrosinistra un documento stilato dalla maggioranza di centrodestra. Ed ha concesso mezz’ora, poi diventata più di un’ora, per concordare eventuali integrazioni e correzioni al testo. Da concordare, insieme, in Conferenza dei capigruppo.
Alla fine è stato accolto ben poco di quanto avanzato dagli oppositori, tantomeno l’istituzione di una “Commissione speciale” in materia di Sanità oltre a quella permanente. Del resto sarebbe stata una sorta di “doppione”.
Ma il movente politico di Roberto Caligiore e del suo governo a trazione FdI è uno e ben più sottile. Alla fine della fiera il sindaco può vantare un documento a quattro mani, scritto ed emendato da maggioranza ed opposizione. Quindi può dire a voce alta che per lui e la sua amministrazione la Sanità non ha colore politico, la sofferenza e l’esigenza di cure non è né di destra né di sinistra.
C’era bisogno di un documento per dirlo? Certo. Perché in questo modo il sindaco può mettere all’angolo sia una parte dell’opposizione e sia la Lega. Che nei giorni scorsi lo avevano messo in imbarazzo, reclamando un ruolo nello scacchiere sanitario provinciale per il Santa Maria della Pietà. Ruolo che la Asl ha assegnato invece agli ospedali: Frosinone e Cassino sono Covid Hospital, Alatri e Sora assorbono la degenza ordinaria; Anagni e Pontecorvo fanno da polo diagnostico.
Quel si “per il bene della città”
Un passo alla volta.
Gli alleati di minoranza Marco Corsi (Ceccano Riparte), Mariangela De Santis (Nuova Vita) ed Emiliano Di Pofi (Psi) e il duo formato da Emanuela Piroli e Andrea Querqui (Il Coraggio di Cambiare), però, non hanno potuto che dire “sì” alla versione finale del documento proposto dal sindaco.
Lo hanno fatto, come hanno evidenziato all’unisono, «per il bene della città». In caso contrario, d’altro canto, sarebbero stati inevitabilmente additati come “nemici di Ceccano”.
Forti, però, le loro riserve. Dovute a cosa? Alla premessa politicizzata dell’atto che ha fatto scoppiare sin da subito la bagarre. A cui si è sottratto l’altro consigliere di minoranza Tonino Aversa, dichiaratosi indipendente dalla passata seduta e assentatosi dopo la comparsata iniziale.
L’attacco alla linea Buschini
Cosa dice la premessa, al punto di scuscitare la levata di scudi dell’opposizione? «La struttura ospedaliera di Ceccano, pur avendo una prestigiosa storia ultrasecolare – recita – ha sofferto negli ultimi decenni un progressivo depotenziamento. Questo con la soppressione di interi reparti, con la mancata attivazione di importanti interventi di recupero. E con assurde speculazioni politiche che hanno anteposto gli interessi di parte e di Partito ai diritti e alle necessità della Sanità pubblica in ambito locale. Senza dimenticare le tante promesse a vuoto della Regione Lazio, che non si sono trasformate in effettivi e concreti investimenti».
In poche parole, un attacco bello e buono alla Regione guidata dal Pd. Non è piaciuto affatto alla minoranza. Che ha provato fino all’ultimo a farlo rimuovere. Invano. «E perché? – ha tuonato l’assessore leghista Stefano Gizzi – Zingaretti e Buschini sono gli assassini politici della sanità ceccanese».
Ce n’è stato non solo per loro. Nella seduta consiliare, per i loro tagli alla Sanità, sono stati attaccati tutti i presidenti della Regione Lazio degli ultimi 25 anni. Vale a dire Piero Badaloni, Francesco Storace, Piero Marrazzo, Renata Polverini e lo stesso Zingaretti.
Ovviamente la maggioranza di centrodestra se l’è presa soprattutto con le giunte di Centrosinistra guidate dai governatori Badaloni, Marrazzo e Zingaretti. Mentre l’opposizione ha contrattaccato ponendo l’accento sui tagli decisi dalle giunte di Centrodestra guidate dai governatori Storace e Polverini.
In primis per tutte le decisioni che hanno portato gradualmente alla chiusura dell’ospedale cittadino Santa Maria della Pietà nel 2010. E alla sua conversione in Casa della Salute nel 2017.
Quattro step: la diagnostica
Tra infiniti scambi di accuse, le parole di Caligiore: «Alcuni servizi ci sono. È sede di Pat e Udi (Presidio ambulatoriale territoriale e Unità di degenza infermieristica, ndr). Tuttavia, probabilmente, erano fondate le premesse che c’erano state il giorno in cui è stata inaugurata la Casa della Salute, che mi ha visto molto scettico. Il tempo è quello che o ti dà ragione o ti dà torto. Purtroppo mi ha dato ragione. Questa Casa della Salute che doveva decollare non è decollata. Oggi è sicuramente un servizio che va migliorato, ripensato, ripotenziato».
Ecco perché, al di là dei colpi sotto la cintura, Il sindaco ha chiesto e ottenuto ampio mandato a confrontarsi con gli enti sovracomunali. Enti tra cui la stessa Regione Lazio, per centrare quattro obiettivi. In primis, la richiesta di inserimento nel prossimo atto aziendale della Asl di un immediato ampliamento dell’offerta diagnostica e ambulatoriale. Compreso, come voluto dall’opposizione, il Cad (Centro assistenza domiciliare) e Consultorio familiare.
«Ci troviamo con un atto aziendale già approvato a dicembre 2019 – ha precisato a tal proposito il primo cittadino -. Nessuno di noi era qua in quel periodo, quindi il Comune di Ceccano non ha potuto dire la sua».
Il perché della sottolineatura? Per ricordare ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, di esser stato dimissionato il precedente 14 ottobre. E che, dopo la vittoria al primo turno, si è reinsediato esattamente un anno dopo. (Leggi Gomitate, veleni, battute: in onda il sequel “Caligiore 2”).
«Tuttavia – ha fatto sapere lo stesso Caligiore – ho già chiesto al direttore generale Pierpaola D’Alessandro di fare un sopralluogo nella struttura dell’ex Santa Maria della Pietà».
Quando lo ha chiesto? Nel corso dell’ultima videoconferenza del “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica”. Quella convocata il 12 novembre dal Prefetto di Frosinone Ignazio Portelli per confrontarsi con i sindaci dei comuni con più di 15 mila abitanti rispetto alla questione Covid.
Caligiore, summit con la Dg
Nell’occasione, Caligiore aveva lamentato criticità nella comunicazione dei casi positivi. Poi nell’effettuazione dei tamponi pediatrici nel centro attivato presso la Casa della Salute. Anche e soprattutto per questi motivi aveva preso una decisione che, come ha rivendicato oggi, ha contribuito a limitare il contagio in città. Cioè la chiusura di tutte le scuole di Ceccano. (Leggi qui La tattica di Caligiore, un po’ paterna, un po’ avventata).
Il secondo obiettivo del documento è quello di promuovere l’attivazione di una procedura amministrativa. Per cosa? Per una riconversione di parte della Casa della Salute a struttura di supporto dell’ospedale “Fabrizio Spaziani di Frosinone”. In pratica, nel periodo dell’emergenza Covid, dirottare a Ceccano una parte delle cure ordinarie che oggi non si possono fare nello Spaziani del Capoluogo.
Sparring dello ‘Spaziani’
Il punto è stato lasciato così, anche se Caligiore ha provato a farlo togliere dopo quello che aveva detto poco prima. «Sappiamo benissimo che gli ospedali non riapriranno – aveva puntualizzato il sindaco -. E chi lo dice va in un territorio dove sicuramente da me non verrà seguito e neanche da questa maggioranza». Con chi ce l’aveva Roberto Caligiore?
Chi continua a invocare la riapertura dell’ex Santa Maria della Pietà? Da una parte, la consigliera di opposizione Emanuela Piroli, leader della coalizione di centrosinistra Il Coraggio di Cambiare. Vorrebbe che una parte fosse riconvertita in degenza ospedaliera per i pazienti no Covid. E avrebbe voluto che fosse anche inserito nel documento da inviare alla Asl che ha già deciso di destinare a tale finalità i presidi ospedalieri di Alatri e Sora. Inoltre lasciando la diagnostica al presidio ospedaliero di Anagni e alle Case della Salute. (Leggi qui Covid, via alla rivoluzione. D’Alessandro cambia tutto).
Ma non c’è solo la minoranza a fare quella richiesta, contro la quale si è schierato il sindaco, bollandola come una trovata propagandista. Infatti, la riapertura è stata acclamata anche da una forza di maggioranza: la Lega.
Lo ha fatto in occasione della recente visita del consigliere regionale del Carroccio Pasquale Ciacciarelli presso la Casa della Salute fabraterna. Lo scorso 17 novembre, infatti, Ciacciarelli è partito da San Giorgio a Liri al grido «Riconvertire la struttura! Ho presentato richiesta di accesso agli atti!». Al seguito il coordinatore cittadino Vincenzo Parisi, i consiglieri comunali Angelo Macciomei e Pasquale Bronzi. Poi il primo dei non eletti Alessio Patriarca e Antonio Turriziani.
Il blitz fabraterno di Ciacciarelli
«Ringraziamo il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Lo ringraziamo per la sua visita presso il presidio ospedaliero di Ceccano durante il suo tour per gli ospedali della provincia da riconvertire e migliorare». Questo il tributo dei leghisti ceccanesi a chi, nel frattempo, è stato disconosciuto a Cassino .(Leggi qui La Lega sconfessa la Lega: Ciacciarelli, chi lo conosce?) Ed è già finito nel mirino del democrat Mauro Buschini per qualche selfie di troppo al “San Benedetto” di Alatri. (Leggi qui La guerra santa di Mauro Buschini a Pasquale).
Oggi i consiglieri Macciomei e Bronzi, di fatto contraddetti dal “loro” sindaco Caligiore, non hanno proferito parola a riguardo. D’altronde, quella visita non era andata proprio giù ai locali Fratelli d’Italia, a partire dal senatore Massimo Ruspandini.
Prima dell’iniziativa autonoma della Lega, Caligiore e Ruspandini erano appena scesi dal “ring politico” della Casa della Salute. Avevano avuto uno scontro poltico con la sinistra di Il Coraggio di Cambiare guidato dalla Piroli.
Si sono ritrovati Ciacciarelli a sostenere le stesse tesi della sinistra. E così Ruspandini, nei giorni scorsi, riferendosi anche a Ciacciarelli, ha dato botte a destra e manca. «Trovo vergognoso, che da destra a sinistra alcuni politici a livello locale, ma anche regionale, continuino a parlare di sanità senza cognizione di causa. E che lo facciano su una questione così nevralgica come quella della sanità. A tutti piacerebbe avere l’ospedale sotto casa». (Leggi qui Dalla Sanità alla Santità: Ceccano ai margini e si va sul ring).
Dopo la capatina di Ciacciarelli, i vertici di FdI avranno pensato: «Andasse pure a cercare voti sulla Sanità dalle parti sue, ma non tra i ceccanesi». Il fatto è che non possono dirlo chiaramente. Si devono mordere la lingua. Perché la Lega ha un assessore (Gizzi) nella Giunta Caligiore e due consiglieri (Macciomei e Bronzi) in Consiglio comunale. Quindi, essendo la terza forza al potere dopo la lista Caligiore Sindaco e Fratelli d’Italia (le due anime di FdI), può anche permettersi (per ora) di intraprendere azioni in piena autonomia.
Ma cosa succederà se FdI sosterrà la candidatura del civico Antonio Scaccia a sindaco di Frosinone contro il competitor targato Lega-Forza Italia? Che le vicende del Capoluogo avranno ripercussioni sul piano politico provinciale. (Leggi qui Centrodestra a Frosinone, ‘prime donne’ senza squadra).
Coinvolgere i sindaci e Ala Mosconi
Il terzo obiettivo del documento è quello di coinvolgere i sindaci e le istituzioni del comprensorio, un tempo facenti parte della Asl FR/5, con un bacino di utenza di oltre 75.000 abitanti.
Con il quarto punto, infine, si punta alla ripresa dei lavori di ristrutturazione della degradata Ala Mosconi. «Progettazione già approvata e cantierabile – si legge ancora dall’atto in relazione all’edificio finito nel dimenticatoio -. Oltre che un adeguamento di tutta la struttura anche alla luce della volontà della Regione Lazio di investire sulla sanità». Altra “frecciatina” avvelenata.
«La sanità è una questione regionale – ha detto Caligiore -. E’ una questione regionale e dobbiamo essere bravi tutti, ognuno per la sua parte politica, a coinvolgere tutti gli eletti nel territorio provinciale. Sia alla Provincia, ma soprattutto alla Regione e al Governo nazionale. Dovremo richiedere risposte».
E poi ancora: «La sanità è un argomento che conosciamo troppo bene, almeno dal punto di vista politico. E nel parlarne troppo è troppo facile cadere nella demagogia e nella strumentalizzazione. Io penso che questa amministrazione si debba contraddistinguere in questi cinque anni per tante azioni e poche parole. Almeno per quanto riguarda la parte della maggioranza ma spero anche la parte dell’opposizione».
Se a Ceccano il buongiorno doveva vedersi dall’odierno mattino e dal documento unitario, però, è ancora notte fonda.