L’ABC della politica a Ceccano: per una rilettura del 2021

A come Ambiente, B come Bilancio e C, ovviamente, come Centrodestra e Centrosinistra. Che in campo ambientale e sul disavanzo, tra una battaglia ideologica e l’altra, si sono scontrati per un anno. Quello concluso con la prova muscolare del sindaco FdI Caligiore alle Provinciali e il cantiere aperto per il Campo largo. Nonché con una sorpresa sotto l'albero del Natale dei conservatori

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

A Ceccano un bilancio del primo anno del Caligiore bis lo hanno già tracciato due mesi e mezzo fa: prima il coordinamento di centrosinistra Il Coraggio di Cambiare e poi la seconda Giunta guidata dal sindaco FdI Roberto Caligiore. Il primo è stato la condanna e il secondo l’esaltazione del centrodestra che guida la quinta città più popolosa della Ciociaria.

Una città che è risultata grande e influente assente alle recenti Elezioni provinciali 2021. Nel senso che né la maggioranza né l’opposizione hanno schierato candidati. Ma i loro pesanti voti ponderati – ognuno corrispondente a 228 consensi – hanno fatto quasi tutti centro. Hanno contribuito, tranne un’eccezione provocata dal “fuoco amico”, al successo di singoli o liste prescelti. 

Si è fatto sempre più aspro nel mentre lo scontro tra locali Fratelli d’Italia e Pd regionale in campo ambientale. Dove, però, si sono spaccati anche i costruttori del Campo largo progressista. Da una parte con un occhio alle Regionali 2023. Dall’altra, alle Comunali 2025: anche perché non è escluso che possano tenersi anzitempo e bisogna farsi trovare pronti.

Il dibattito interno, invece, è stato principalmente infiammato dalle polemiche sulle irregolarità accertate dalla Corte dei Conti nella gestione finanziaria del Comune. La maggioranza ha approvato da sé un piano di riequilibrio a fronte di un disavanzo di amministrazione pari a oltre otto milioni di euro. Si parla di un’eccedenza delle uscite sulle entrate: un “buco” provocato tanto dal centrosinistra del passato quanto dalle ultime amministrazioni di centrodestra.

È stato questo l’ABC della politica ceccanese nel 2021: A come Ambiente, B come Bilancio e C, ovviamente, come Centrodestra e Centrosinistra. Ma anche A come Ambizione, B come Beghe e C come Consiglio dei giovani.

A come Ambiente…

L’assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco, in quota FdI

A Ceccano l’assessore al ramo Riccardo Del Brocco ha dimostrato che la battaglia ambientale non ha sempre colore politico. Dal Caligiore 1 ha eredito un progetto pilota di fitodepurazione, la BioSaccoValley: che da oppositore extra-consiliare, quando stava ancora con Forza Italia, aveva criticato non ritenendolo realizzabile da quell’amministrazione.  

Ma in seno alla Giunta Caligiore 2, dopo essersi ricreduto e aver fatto mea culpa, lo ha fatto rientrare nella più larga Green Valley. Il punto di partenza è lo stesso: la piantumazione della canapa industriale. Me se il piano fabraterno era finalizzato esclusivamente al disinquinamento dei terreni contaminati, quello promosso da Comune di Roccasecca e Cosilam aggiunge un altro grande obiettivo: la produzione di bio plastica e altri prodotti ecosostenibili.

Bene: l’assessore all’Ambiente di Ceccano, in quota FdI, si è rapportato costruttivamente con il presidente del Consorzio per lo sviluppo del Lazio Meridionale: Marco Delle Cese, espressione del Pd. È andato oltre gli steccati politici e ora Ceccano può vantare di essere tra i primi Comuni ad aver aderito a un programma rivoluzionario per l’intera provincia di Frosinone.

Ma nel 2023, salvo stravolgimenti, ci saranno pur sempre le Elezioni regionali. E sul Democrat ciociaro Buschini, già assessore all’Ambiente nello Zingaretti 1 e presidente del Consiglio nello Zingaretti 2, Del Brocco continua a scaricare le colpe di «8 anni di nulla – ritiene – sulle politiche ambientali per questa provincia».

Più che di cane e gatto, come li ha definiti Alessioporcu.it, lui preferisce parlare di «ghepardo e bradipo, senza dubbi su chi sia il primo e il secondo»: su chi rappresenti prontezza e lentezza amministrativa.

… ma anche come Ambizione

Il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini

La replica di Buschini al nuovo attacco social, definito «un becero attacco personale», è scattata anche e soprattutto perché è stato nuovamente accostato alla Concorsopoli regionale. Gli ha detto che la sua presenza a Ceccano «è veramente una cosa che non lo fa dormire, visto anche l’orario del post». E che, appresa la notizia sul primato della sua città nell’inquinamento atmosferico, «segue l’antico principio di chi attacca per non essere attaccato, visto il suo totale fallimento in tema ambientale».

Del Brocco, tacciato di maleducazione istituzionale, è ripartito alla carica: «La replica dell’ex assessore all’ambiente e presidente del consiglio regionale, verso un umile assessore di una piccola città, mette a nudo che se c’è qualcuno che non ci dorme la notte, è proprio Mauro Buschini. Colpito senza esitazione su un nervo scoperto». Ha ottenuto, stuzzicandolo, quello che voleva: la visibilità data dalla risposta di un consigliere della Regione Lazio a un amministratore di un Comune di 23 mila abitanti.

Ed è andato nuovamente sul personale: «Capisco tra l’altro che le 9:15 (l’orario del post, ndr) per lui siano l’alba, ma basta guardarci in faccia per capire che viaggiamo a due velocità differenti». Dal punto di vista amministrativo, ognuno è ovviamente libero di farsi una propria idea sull’operato dell’uno e dell’altro.

Ma a livello politico, nell’ottica delle candidature alle prossime Elezioni Regionali, c’è stato un test estremamente importante: la conta alle Provinciali. Lì Buschini, nella guerriglia interna del Pd, ha concentrato i “suoi” voti su Alessandro Rea (Polo Civico) e l’esponente del movimento di Gianfranco Pizzutelli è stato eletto. Del Brocco, invece, non è riuscito a far ridiventare consigliera provinciale la “sua” candidata di FdI: Stefania Furtivo da Pofi.

Senza dubbi, dunque, chi sia stato il ghepardo e il bradipo in Provincia alla volta della regionale Pisana. Buschini ha dimostrato di avere un peso politico tale da poter esigere la ricandidatura. Per Del Brocco, invece, un’occasione bruciata per la scalata all’interno del Partito. Ma a fargli uno sgambetto, di fatto, è stato il “suo” sindaco.

Alle Provinciali Caligiore ha garantito ben cinque voti ponderati di Ceccano a Riccardo Ambrosetti (Anagni). Alla Furtivo sarebbe bastato uno di quelli, che ne vale 228, per essere eletta al posto dell’altro. A Ceccano ha potuto contare solo su quello dato dal consigliere Giancarlo Santucci, alleato di Del Brocco. Ma Caligiore, d’altronde, pensa in grande. (Leggi qui E se alla fine Caligiore facesse come Procaccini?).

B come Bilancio…

Il Consiglio comunale di Ceccano

Il Comune di Ceccano, dopo un milione messo da parte per il 2021, dovrà accantonare oltre cinquecento mila euro all’anno fino al 2035 per ripianare il deficit. Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale è in attesa di avallo: prima dal Ministero dell’interno e poi dalla Corte dei Conti. Il tutto, però, al netto dei quasi sei milioni richiesti alla tesoreria comunale (una banca) a fine anno per via delle perduranti esigenze di cassa.

Perché? Per via dei ritardi nei trasferimenti delle risorse degli enti sovraordinati per i servizi comunali e le difficoltà di riscossione dei crediti vantati dell’ente. Ecco, pertanto, un nuovo maxi prestito da utilizzare per le spese correnti e da restituire con tanto di interessi. Oltre agli altri otto milioni già avuti e usati per le stesse motivazioni.

Ciononostante il Comune tornerà ad assumere dopo venti anni: stando al piano di fabbisogno triennale del fabbisogno di personale, 14 nuovi dipendenti. Ovvero sette impiegati (quattro amministrativi e tre tecnici), tre dirigenti, due operai e altrettanti agenti di Polizia municipale. Sono stati appena indetti i concorsi per tre amministrativi e due tecnici. E, tramite mobilità volontaria esterna, sarà reclutato il primo vigile urbano. Il problema è che, in attesa dei prossimi pensionamenti, l’ente può contare attualmente su 82 delle potenziali 152 unità lavorative che dovrebbe avere al suo servizio.

In quanto alle grandi opportunità, quelle offerte dal Recovery plan per diventare una città (quasi) normale, l’amministrazione Caligiore aveva richiesto oltre sei mesi fa un finanziamento di cinque milioni di euro in adesione al piano nazionale per la rigenerazione urbana. Dei quattro progetti presentati, curati dall’assessora all’Urbanistica Ginevra Bianchini, almeno due sono stati finanziati proprio ieri con certezza. E iniziano a rendere concreto il “Piano strategico per la transizione sostenibile della città”: il contenitore lanciato dal sindaco in Consiglio comunale.

Sotto l’albero del Natale dei conservatori i fondi per l’attesissima ultimazione del restauro del Castello dei Conti (quasi 1.8 milioni) e per la messa in sicurezza del centro storico (950 mila euro). Ammesso con riserva, poi, il recupero della fatiscente ex scuola di Borgo Berardi (oltre 650 mila euro): entro 10 giorni le opportune integrazioni. Escluso, invece, il completamento degli impianti sportivi comunali (1.6 milioni): uno dei principali punti del programma elettorale.

In luogo dell’ex Palasport “Domenico Tiberia”, crollato durante la storica nevicata del febbraio 2012, si punta intanto a far nascere un nuovo palazzetto green: tramite l’accensione di un mutuo da oltre tre milioni e mezzo di euro con l’Istituto del credito sportivo. Si prevedono pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e un impianto solare termico. Pertanto, a detta di Caligiore, l’eco-palazzetto si autofinanzierà. 

… ma anche come Beghe

L’assessore alla Cultura Stefano Gizzi

Rispetto al disavanzo tutti colpevoli, nessun colpevole? No, uno scaricabarile di responsabilità tra quelli di oggi e gli eredi di quelli di prima. L’amministrazione ordinaria e straordinaria, in ogni caso, è passata spesso in secondo piano per via delle continue quanto futili battaglie ideologiche: come il Derby fra due stragi, l’Olocausto e i Massacri delle Foibe.

Ma anche e soprattutto quelle scatenate da un esperto del settore: l’assessore alla Cultura Stefano Gizzi, famoso per l’ultra-mediatico Rogo del Codice da Vinci di oltre 15 anni fa. L’esponente della Lega ha aperto l’anno nelle simboliche vesti di Sciamano di QAnon, accompagnate da un allegorico riporto alla Trump.

Ha condiviso la teoria del complotto contro l’ex presidente Usa sfociata nell’Assalto a Capitol Hill. Ultimamente, invece, ha richiesto l’indizione di un controverso referendum popolare: sull’intitolazione della centrale Piazza 25 Luglio, dedicata all’inizio della fine del Fascismo, a uno dei medievali Conti de’ Ceccano.

Tra polemiche e richieste di dimissioni a non finire, lui tira dritto e resta al suo posto. Almeno fino a quando non terminerà tutti i suoi progetti culturali. Poi scatterà la preannunciata staffetta in quota Carroccio: al suo posto in Giunta il consigliere Angelo Macciomei, ma con l’attuale delega ai Lavori pubblici, con conseguente ingresso in assise del primo dei non eletti Alessio Patriarca. Che per ora, in quanto studioso di grafica applicata all’arte medievale, si è occupato degli allestimenti delle sale restaurate al Castello dei Conti. 

Nell’anno in via di conclusione, infine, altre beghe: c’è stato anche il tempo delle accuse reciproche di diffondere notizie false e di intercettare la benevolenza dei cittadini con meriti di altri. Che poi, in fondo, sono meriti delle istituzioni e basta. Ma il sindaco Caligiore e la già aspirante prima cittadina Emanuela Piroli, a suo tempo, parevano proprio non saperlo. (Leggi qui Fake e ruffianate: le nuove armi della guerra a Ceccano).

C come Centrodestra…

La Giunta comunale guidata dal sindaco Caligiore

«Ciò che non mi uccide, mi rende più forte» è la massima di Nietzsche fatta propria da Caligiore. Perché quanto sfasciò il Caligiore 1 ha fortificato il Caligiore 2: il tesseramento con Fratelli d’Italia. Che in precedenza, spingendoli a passare dalla maggioranza all’opposizione, fu categoricamente rifiutato dai civici Angelo Aversa, Mauro Roma e Pino Malizia.

Ora, oltre al sindaco, FdI ha ormai dalla sua tre assessori su cinque (il vicesindaco Federica Aceto, Ginevra Bianchini e Riccardo Del Brocco), il presidente del Consiglio Fabio Giovannone e altri sei consiglieri comunali: Diego e Mariella Bruni, Mauro Staccone, Daniele Massa, Alessandro Savoni e Giancarlo Santucci. Sette consiglieri tesserati con FdI su dieci di maggioranza. Gli altri sono della Lega (Pasquale Bronzi e Angelo Macciomei) e di Patto Civico (Marco Mizzoni), che hanno un assessore di riferimento: nell’ordine Stefano Gizzi e Mario Sodani.

Della civica Caligiore Sindaco fanno parte i due Bruni e Staccone, ma è molto vicino – visto che è il suo il quinto voto al neo consigliere provinciale Ambrosetti – anche il presidente Giovannone (La Mia Ceccano). Aceto, Massa e Savoni sono della lista di FdI: l’ala che risponde direttamente a Massimo Ruspandini, senatore ceccanese e leader provinciale del Partito di Giorgia Meloni. Santucci (Grande Ceccano), invece, è alleato di Del Brocco.

Sono di fatto le tre correnti dei predominanti Fratelli. Che sono coese in casa, ma fuori dai confini comunali ognuna va per la propria strada. Come successo alle Provinciali: i caligioriani hanno sostenuto Ambrosetti al pari del vicepresidente provinciale Gabriele Picano, d’accordo con il consigliere regionale Giancarlo Righini.

I ruspandiniani, invece, il rieletto Daniele Maura: a suo favore larga parte della nomenklatura del Partito e a questo punto, a suo discapito, la concorrenza dell’arrembante Caligiore per la candidatura alle prossime Elezioni regionali in rappresentanza del Centro della Ciociaria.

I delbrocchiani, infine, dalla parte della non rieletta Furtivo: bocciata lei e, di conseguenza, anche il suo promotore sul territorio provinciale. Ovvio che la strategia generale fosse finalizzata all’elezione di tutti e tre, ma ai rispettivi mulini non è arrivata tutta l’acqua provinciale sperata. E a rimetterci, alla fine, è stato solo Del Brocco. Con tanto di spallata di Caligiore.

… e come Centrosinistra…

Un intervento di Emanuela Piroli presso il circolo del Pd Ceccano

Nell’universo del centrosinistra, ormai in via di ricostruzione, si è visto di tutto. Come segretario del Pd è stato eletto l’ex capogruppo consiliare Giulio Conti, fatto fuori dall’ultima lista elettorale (la civica Democratici per Ceccano) per evitare la sua sicura quanto non voluta rielezione. Anche dal suo predecessore Davide Di Stefano, tornato sui suoi passi e dalla parte di Conti nelle vesti di presidente del circolo cittadino. Ora guidato da chi ha ottenuto la sua vendetta, un piatto servito freddo.   

La legittima segreteria di Conti è disconosciuta da un gruppo di dissidenti. Da un lato, tutti gli altri Democrat che erano scesi in campo a sostegno del candidato sindaco Marco Corsi: già presidente del Consiglio nel Caligiore 1 e tra i dimissionari che misero fine anzitempo al primo mandato del sindaco, per poi candidarsi a vuoto contro di lui. In aggiunta la mini-corrente del già primo cittadino Maurizio Cerroni: che, vista la bocciatura della sua ricandidatura, aveva fatto mancare i propri voti.  

Quest’anno è nata la Casa Comune, quartiere generale de Il Coraggio di Cambiare – coordinamento di centrosinistra guidato dalla consigliera Emanuela Piroli – e il Pd si è rilanciato all’interno della sede storica del Pci e di tutti i Partiti eredi. L’asse Pd-Psi, nel mentre, ha aperto le porte a tutti: anche alla stessa Piroli e alla coordinatrice cittadina di Demos Manuela Maliziola.

Entrambe hanno ormai fatto pace con gli ex che le scaricarono. La Piroli con il Pd, di cui fu segretaria fino alla defenestrazione del 2018 e che non ha voluto sostenere la sua candidatura a sindaca nel 2020 al pari dei Socialisti. La già sindaca Maliziola con il Psi, che nel 2014 la sfiduciò in accordo con Partito democratico, Rifondazione comunista, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Ma, come precisato dal segretario socialista ed ex sindaco Antonio Ciotoli, «chi si mette sul piedistallo, la sta rifacendo fuori dal vaso». Ce l’ha con la Sinistra malpancista che fa parte della Casa Comune. Viste le ruggini del passato, è ancora restia a rapportarsi con i leader del Pd e del Psi. Conti, dal canto suo, aveva addossato a Il Coraggio di Cambiare le responsabilità delle occasioni perse per l’avvio della costruzione del Campo largo. E la controparte ha rispedito le accuse al mittente. Ma alla fine litigare una volta per tutte è stato importante per fare pace.

… ma anche come Consiglio dei giovani

Daniele Massa (FdI-Gn) e Francesco Ruggiero (Progresso Fabraterno)

La novità del 2022 sarà il Consiglio comunale dei giovani, promosso dal consigliere FdI delegato alle Politiche Giovanili: Daniele Massa, presidente provinciale di Gioventù nazionale e capo segreteria del senatore Ruspandini.

I sicuri protagonisti delle ormai prossime Elezioni, oltre alla radicatissima Gn, saranno la Lega Giovani e il sinistrorso Progresso Fabraterno. Che in città sono rispettivamente guidati da Matteo Compagnone, Alessio Patriarca e Francesco Ruggiero. Non c’è ancora traccia, invece, della ricostituzione dei Giovani Democratici: uno dei principali punti del programma presentato dal segretario cittadino del Pd Conti.   

Ad accendere tre mesi fa la campagna elettorale è stata di fatto la manifestazione “Spazio ai giovani”: la presentazione del logo e del sito web delle locali Politiche Giovanili, organizzata da Massa coinvolgendo le associazioni territoriali. A rifiutare l’invito è stato Progresso Fabraterno, che fa riferimento a Cives: la lista di cui Ruggiero è il primo dei non eletti e che è stata assorbita dal gruppo consiliare Il Coraggio di Cambiare, in rappresentanza dell’intera coalizione capeggiata dalla Piroli.  

PF non ha partecipato perché non avrebbe voluto la Politica nell’evento sulle Politiche Giovanili. Nel senso che lo avrebbe voluto senza la partecipazione del sindaco Roberto Caligiore, del senatore Massimo Ruspandini e dei movimenti politici. Era sgradita, inoltre, l’organizzazione dell’iniziativa in un luogo privato anziché pubblico.

Massa, in tutta risposta, ha precisato che anche il sindaco e il senatore sarebbero intervenuti nelle loro vesti istituzionali e non politiche. E che lo spazio privato sarebbe stato concesso gratuitamente. Fatto sta che alla fine sia Gioventù nazionale che la Lega Giovani, al contrario di Progresso Fabraterno, hanno avuto la possibilità di presentare le proprie iniziative nei loro stand.

Ma tutti sono ormai pronti ad accendere i motori in vista dell’elezione del primo Consiglio comunale dei giovani di Ceccano. Sarà formato da tredici membri tra i 14 e i 25 anni, di cui un terzo Under 17, e sarà in carica per tre anni. Promuoverà la partecipazione dei giovani alla vita amministrativa e politica, ed elaborerà progetti da realizzare anche in sinergia con i medesimi organismi di altri Comuni.

Potrà anche presentare proposte di deliberazione al Consiglio degli “adulti” e alla Giunta Caligiore ed esprimere pareri, pur non vincolanti, su tutti gli atti che riguardano i giovani. Quelli che da decenni continuano a scappare in massa da una città che non dà ancora un solo motivo per rimanere. Almeno così è stato fino al 2021.